Se non Renzi, chi? Ma forse bisogna trovarsi lontano per - TopicsExpress



          

Se non Renzi, chi? Ma forse bisogna trovarsi lontano per capire che non cè alternativa alcuna nel momento in cui scrivo. Volete ritrovarvi per lennesima volta gestiti, aggirati, disillusi da governicchi in cui tutto è fermo, nulla si decide, le aziende scappano senza incentivi, in un posto dove i giovani che sono la risorsa fondamentale per lo sviluppo delle idee prima ancora che dei fatti per portare ad un reale sviluppo economico, vengono in Italia considerati per ultimi? Io sogno un governo che dia garanzie di lavoro forti ai giovani con motivazioni esclusivamente meritocratiche esaltando la competizione e, sì lo dico infrangendo il tabù tutto italiano, contemplando anche lidea di licenziabilità per chi non produce ciò per cui è stato assunto. Siamo tutti sostituibili. Soprattutto gli assenteisti, i pigri, gli scalda poltrone, gli ignavi, gli scaricabarile, gli italiani educati ad una politica del lavoro al ribasso e che non conoscono la competitività vera, le sue leggi, la promozione data per meriti, e che porta ad un impiego delle proprie risorse alle stelle. Rimbocchiamoci le maniche dunque. La produttività individuale e le energie accumulate in un sistema più competitivo, cambierebbero secondo il mio davvero umile pensiero, dal giorno alla notte il sistema Italia. Questo è il momento storico in cui ci troviamo, in cui il mondo intero si trova. Non possiamo più fare finta che non sia così. La politica di uno Stato che ti garantisce illicenziabilità, è fallita. LItalia come sistema economico è fallita eppure si fa ancora finta che ci si possa riprendere? E come? Con quale ricetta? Con quale movimento di soldi se cè stagnazione? La stessa stagnazione imposta come se ci si trovasse in una eterna campagna elettorale, dagli stessi sindacati che pongono continui veti incrociati e con essi creano essi stessi le condizioni per la paralisi. Il futuro di ogni individuo deve dipendere solo da sé stesso. Senza arrivare allestremismo dello schema americano né tantomeno a quello Sud Coreano, dove gli uomini sono numeri. La produttività deve rialzarsi combattendo la corruzione, le gare dappalto truccate, le mazzette e garantendo con ogni mezzo trasparenza e meritocrazia. Solo uno STATO forte e inarrestabile nelle sue scelte anche impopolari, può perseguire obiettivi scontati in altri paesi ma assoluti tabù in Italia dove si pensa di essere ancora eterni eredi di Giulio Cesare seppur del tutto ignari del fatto che stanno per comprarsi tutto Russi e asiatici. Se non si accetterà con coraggio questo necessario passo da fare per avere una classe dirigente allaltezza delle proprie responsabilità, lItalia appassirà dietro a demagogia, proclami elettorali facili da applaudire ma dalle gambe assai corte in un sistema polveroso e improduttivo scollato dal resto del mondo. Uno Stato che funziona deve tenere sempre aperta la porta al finanziamento della ricerca medica e scientifica, al turismo (collegare le nostre maggiori città con voli diretti a tutte le maggiori città del mondo. I turisti non arrivano se demotivati dallidea di fare scali in altre e importanti città europee). Un governo colmo di storia come il nostro deve tutelare, proteggere e incentivare la cultura e il cinema sul modello francese. Il cinema francese, nonostante la recessione globale europea, è oggi una enorme industria. Si parla meramente di soldi, milioni di euro in circolazione, di gente che esce e dopo il cinema va al ristorante. Non di serate tra amici che giocano a carte al bar.... Uno Stato che funziona deve addestrare ciclicamente polizia, carabinieri, esercito e servizi segreti (non quelli deviati) sui sistemi sviluppati dalla criminalità in modo da poterla sia combattere che ridurre drasticamente. Invece di indulti occorre costruire nuove prigioni moderne e formative. Incentivi per stimolare lacquisto di automobili ibridi o elettriche ma soprattutto mezzi pubblici economici e veloci. In primis i taxi ad esempio, esattamente come a NY, dove costano pochissimo e ve ne sono ovunque. Ma dovrebbero costare la metà e raddoppiare nelle unità. E io sarai il primo a lasciare lauto a casa per mesi liberando parcheggi e strade da un traffico che ha superato ogni punto di tollerabilità umana. Parlo delle grandi città, naturalmente. Ho parlato puramente da cittadino, certamente non da regista. Ho solo scritto tutto quello che ho osservato, su cui ho riflettuto per anni avendo vissuto non poco tempo in un paese molto diverso dal nostro, con pro e contro. Ma dal punto di vista dellespansione economica e della sicurezza dei cittadini (malgrado linnaffiamento di armi da sparo e le inevitabili continue stragi), e dal punto di vista della ricerca medica e scientifica, è davvero funzionale, reattivo, solido e meritocratico. Non faccio certo leconomista né ho la più lontana intenzione di entrare mai in politica. Non prendiate le mie parole come presuntuose perché sono addirittura il contrario. Sono anzi cariche di angoscia nel vedere il Paese che si ama in un momento di disperazione tangibile unito ad unaltrettanto tangibile sorta di rassegnazione e incredibile, irritante paralisi. GM
Posted on: Mon, 21 Oct 2013 02:14:31 +0000

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