Si stava avvicinando il nuovo anno, il 1992. Fino ad allora il - TopicsExpress



          

Si stava avvicinando il nuovo anno, il 1992. Fino ad allora il documento di riconoscimento che mi permetteva di viaggiare era il certificato di nascita con fotografia. I miei sedici anni portarono in dono la carta didentità. Rigorosamente valida per lespatrio. Ci volle la presenza nellufficio anagrafe di entrambi i miei genitori e la loro firma apposta su vari documenti. Mio padre diceva a tutti che saremmo andati a Barcellona per lExpo 92. Non che io avessi ben chiaro cosa fosse e cosa avremmo visto. Per i miei era loccasione di tornare nella città del loro viaggio di nozze, per me quella di partecipare ad un evento annunciato da anni, che avrebbe portato nella città catalana milioni di persone da tutta europa e da mezzo mondo. Avevo studiato da poco lesposizione universale del 1899 a Parigi, ed ero rimasta affascinata dallidea di una città in fermento che si prepara ad un qualcosa che cambierà il suo volto e probabilmente la mentalità dei suoi abitanti, oltre che alla storia del mondo intero. La Tour Eiffel venne eretta per loccasione, anche se doveva essere solo laccesso al campo di Marte, sede dellesposizione, e smontata alla sua conclusione. Oggi non è solo il simbolo di Parigi, ma della Francia intera. Quando arrivi nella Ville Lumière i tuoi occhi la cercano febbrilmente nello skyline. E lei si mostra fiera da qualunque accesso alla città, anche nelle giornate uggiose. Ma lesposizione del 1889 ha dato al mondo intero molto più che un simbolo. Si sperimentò luso dellelettricità su larga scala, solo per fare un esempio. E quelli che volgarmente vennero definiti gli impressionisti stavano esponendo proprio in quelloccasione le loro opere al grande pubblico. Riusciamo ad immaginare la storia dellarte senza Monet e la sua Impression, soleil levant? Cosa sarebbe il mondo senza Manet, Renoir, Cèzanne, Van Gogh? Parigi 1899 e Barcellona 1992 hanno scritto la loro storia e quella di tutti noi. Milano si sta preparando allExpo 2015. Le nuove linee della metro non saranno la nostra tour Eiffel, ma accoglieranno e trasporteranno il fiume di persone che si riverserà in città. Avete mai visto il flusso continuo di gente nelle metro in uno dei periodi di Milano Fiere? Ecco, moltiplicate per mille, forse per diecimila, e avrete lidea di cosa sarà. Immaginiamo un grande evento, e tutti gli eventi satellite che graviteranno intorno ad esso. E tutta la costellazione dei fuorisalone... Dai designers internazionali alla piccola associazione culturale di quartiere, ognuno scriverà una pagina o un rigo di storia. Poteva esserci anche un pezzetto di Calabria. Ma noi abbiamo detto no. I Bronzi di Riace sono inamovibili. Adesso i due giovani guerrieri dovrebbero animarsi come in quella infelice pubblicità di promozione turistica della nostra regione. Alzarsi in piedi, perché - ricordiamolo - sono sdraiati una stanza degli uffici della regione da tempo immemore, e gridare: Noi non siamo solo di Riace e della Calabria, noi non siamo solo Italiani... Noi siamo di tutti. Non abbiamo terra, nè bandiera, nè provenienza, nè destinazione. Voi umani dovreste essere solo i nostri custodi. Garantire ai posteri che le nostre condizioni restino perfette nei secoli a venire. Ed esporci! Renderci visibili a quante più persone possibile! E Voi che fate?! Ci chiedono in prestito e rifiutate? Negli anni ottanta si faceva la coda a Firenze per noi, e adesso non ci calcola più nessuno. Potevamo vedere Milano, e il mondo intero! Volevamo essere il nuovo simbolo dellItalia nel mondo, e voi invece ancora a discutere se siamo di Riace o di Reggio! Strano popolo, noi calabresi. Gli articoli titolano Secco no allexpo 2015. Qualcuno nota che in ben altre occasioni sarebbe stata necessaria la stessa forza nellesprimere il proprio parere e far sentire così la propria voce. Io penso che siamo bravi a lasciarci sfuggire le occasioni, che andrebbero sempre moltiplicate e mai sottratte. E torno ai miei ricordi: le mostre tematiche dei grandi artisti, quelle per cui i grandi musei del mondo prestano le loro opere, che viaggiano per i sette mari in condizioni di totale sicurezza, trattate letteralmente con i guanti bianchi, pur di riuscire a riunirle sotto uno stesso tetto e renderle fruibili a chi non le avrebbe mai potute vedere se fossero rimaste dallaltro capo del mondo. Picasso, Dalì, Caravaggio. Campo di grano con volo di corvi alla National Gallery di Londra e non nella sua collocazione abituale al Van Gogh Museum di Amsterdam. I chilometri di coda per la Dama con lermellino in visita a Milano, 1200 chilometri da Catanzaro, ma sempre più vicino di Cracovia, dove la dama di Leonardo abitualmente risiede. E le teche di vetro allingresso dei musei inglesi, stracolme di monete e banconote, e un cartello grande così che recita aiutateci a mantenere gratuito lingresso al nostro museo. Già, perché altrove non occorre aspettare la settimana della cultura a maggio o le notti al museo per non pagare il biglietto. Larte è davvero di tutti.
Posted on: Wed, 04 Dec 2013 08:33:58 +0000

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