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Sloweb | Pac: sciolti gli ultimi nodi bit.ly/1fGZCyk ----------------------------------------- A quanto pare gli ultimi dettagli per la prossima Politica agricola comune sono finalmente stati definiti. Martedì 24 settembre, in un incontro negoziale, la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno inserito nella riforma anche quegli aspetti che erano rimasti in sospeso dallo scorso febbraio (quando i capi di Stato e di Governo avevano cercato di imporre la propria visione) e che nemmeno la firma dell’accordo politico dello scorso 26 giugno era riuscita a definire. Restavano infatti ancora aperti alcuni punti sulla distribuzione dei fondi fra contributi diretti agli agricoltori e lo sviluppo rurale, che invece l’incontro del trigono pare sia riuscito a definire. «Abbiamo la riforma della Pac» ha esordito un esultante Paolo de Castro (presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo) in apertura della conferenza stampa tenuta con il relatore sui pagamenti diretti e sviluppo rurale del parlamento Luis Capoulas Santos. «Lunedì 30 settembre ci sarà il voto in Commissione agricoltura», ha spiegato De Castro auspicando che possa essere la seconda plenaria di novembre a esprimersi sul pacchetto. «Sono abbastanza ottimista sul consenso che i dossier riceveranno dall’assemblea di Strasburgo, ovviamente – ha precisato – avremo maggioranze diverse sui vari dossier, ma emendare la proposta significherebbe mettere in discussione tutta la riforma». Sciolti gli ultimi nodi quindi che riguardavano gli aiuti legati agli impegni ecologici, gli aiuti obbligatori ai giovani agricoltori, la lista di agricoltori attivi e la degressività. Vediamo nel dettaglio quali sono i punti su cui è stata raggiunta l’intesa. Le grandi linee dell’accordo raggiunto in giugno sono state confermate, per meglio distribuire il denaro, nessun Paese riceverà meno del 75% della media europea degli aiuti da qui al 2019. In uno stesso Paese membro o in una stessa regione, i divari di aiuto da una azienda all’altra saranno ridotti. L’aiuto per ettaro non potrà essere inferiore al 60% della media dei sussidi da qui al 2019. Oltre 100 miliardi di euro saranno investiti nei 28 paesi dell’Unione per assicurare la qualità delle terre. Il pacchetto, che ha messo a dura prova gli interessi nazionali dei 28, prevede anche la possibilità di trasferire fondi da un’area all’altra della politica agricola comune. Il singolo stato membro potrà trasferire allo sviluppo rurale un massimo del 15% dei fondi a lui riservato per i pagamenti diretti. Lo stesso potrà avvenire nell’altro senso. La quota massima in questo caso sale al 25% per quei paesi che ricevono meno del 90% della media nazionale in pagamenti diretti. La nuova Pac prevede inoltre che il 30% dei pagamenti diretti dipendano dalla messa in pratica di tre abitudini: la diversificazione delle culture, il mantenimento di superfici verdi permanenti, e la preservazione di zone ecologiche. Il 30% almeno dei fondi per lo sviluppo rurale dovrà essere utilizzato per misure agro-alimentari o per il sostegno all’agricoltura biologica. Da ora in poi tutti gli aiuti saranno resi pubblici, salvo quelli di ammontare più piccolo. «Circa un terzo del bilancio della Pac – ha fatto notare Capoulas Santos – sarà destinato a misure ambientali. Prima la Pac rappresentava un sostegno al reddito, invece adesso il 50 per cento degli aiuti sono mirati». A cura di Michela Marchi [email protected] Fonte: AgrapressSole 24 OreItalia Oggi
Posted on: Thu, 26 Sep 2013 10:22:18 +0000

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