Solitari pensieri mi dettano il passo. Io cammino e li ascolto. Nel formarsi mi dicono di essere quello che sono. Mi ricordano il mio stato d’animo. Mi riempiono i vuoti che a volte si formano. Poi mi fanno dispetti ridendo di me. Io che ho sempre creduto di avere qualcosa. Non saprei dirti altro. Solo che se mi ascolto. Se per caso decido di aprire il mio cuore. Se mi specchio nei testi che scrivo. Sento tutto il mio corpo tremare. Sembra ieri eppure non è. Ed il tempo mi passa davanti. Io lo prendo e lui scappa. Lo raggiungo ed accelera. Poi mi fermo e si ferma con me. E i pensieri sono sempre gli stessi. Solamente più grandi. Coltivati nel tempo con cura. Li ho tenuti vicini. Fanno parte del viaggio. Non li ho spesi per niente e nessuno. Ed alcuni rimangono un vero segreto. Non conosco le regole fuori da qui. E potrei non volerle sapere. Ma conosco me stesso. E di me ho un costante bisogno. L’indissolubile legame costretto. Quella strana dovuta compagnia. Il rispetto del desiderio della solitudine. Lamore che non conosce confronti. Si è sempre sulla stessa linea. Ho camminato così a lungo che mi sento stanco. Ma ho ancora voglia di camminare. Voglio vedere. Non saprei cosa voglio oltre larcobaleno. Passo il tempo a chiedermi chi sono. Non conosco la materia di cui sono fatti i miei pensieri. E il viaggio potrebbe non avere senso. Allora disegno qualcosa. Una casa con il tetto a punta. Una palla con delle linee intorno. Un albero con un casco di foglie. Il futuro con un fiume di domande. La mia vita. Una via tra curve a ostacoli. Non so dirti cosa serve oltre alla storia. Io mi porto sempre dietro lemozione. Due parole per potermi raccontare. Una musica per potermi presentare. Della birra per lasciarmi andare. Alla fine, allultimo sorso, ti regalo i miei pensieri. Mi hanno portato fino a qui. Tienili stretti. Se vuoi che non riparta.
Posted on: Tue, 29 Oct 2013 05:47:35 +0000
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