Sono 700 i precari nella sanità regionale Nel monitoraggio della - TopicsExpress



          

Sono 700 i precari nella sanità regionale Nel monitoraggio della Cgil Funzione pubblica 200 medici, 420 iTRIESTE. Arrivano i primi dati sul precariato in regione. Sono frutto del monitoraggio avviato dalla Cgil Fp per stimare il fenomeno e valutare l’applicabilità del decreto governativo che prevede misure di stabilizzazione. Proprio la Cgil informa che nella sola sanità lavorano oggi circa 700 precari, contando i rapporti a tempo determinato, di cui 200 medici, 75 dirigenti non medici e 420 tra infermieri, oss, tecnici di laboratorio, fisioterapisti. «Anche a nome delle altre organizzazioni sindacali – spiega la segretaria Mafalda Ferletti – abbiamo inviato 300 tra fax e e-mail a tutti gli enti del comparto e della sanità regionale con la richiesta di evidenziare la “mappatura” dei rapporti di lavoro precario». L’intenzione di Cgil Fp è anche di verificare se le persone interessate sono in possesso dei requisiti previsti dal decreto 101/2013, ovvero aver lavorato almeno tre degli ultimi cinque anni, per procedere agli accordi di stabilizzazione che il sindacato, sottolinea Ferletti, «andrà a richiedere, data anche la situazione ormai cronica di mancanza di personale in varie strutture». La preoccupazione, manifestata anche da Maurizio Burlo (Uil), è che il decreto non prevede peraltro che tutte le forme di lavoro precario possano trovare un percorso di stabilizzazione. «Contiamo che l’assessore Panontin avvii un pressing sul governo in modo da modificare il decreto», afferma Burlo. È comunque positivo, aggiunge Ferletti, «che il ricorso a rapporti di lavoro precario nella Pa venga considerato eccezionale e straordinario. In posti dove si danno servizi ai cittadini, spesso per 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana, il lavoro precario è veramente un non senso». Dai numeri della sanità, secondo la Cgil, si può presumere che «potrebbero essere ben oltre i mille i lavoratori impiegati in tutte le fantasiose e deleterie forme di precariato che le norme consentono e che, a causa del blocco del turnover pressoché totale imposto agli enti pubblici, sono fiorite in maniera mostruosa negli ultimi anni. I lavoratori del pubblico – conclude Ferletti – non hanno rinnovi contrattuali dal 2009, i loro stipendi sono scesi ai valori di quelli del 2002, il blocco delle carriere e del turnover sta mettendo a dura prova la tenuta dei servizi. In questo scenario ingiusto e deprimente sarebbe necessario, oltre al rinnovo dei contratti, riaprire la possibilità di assumere partendo proprio dai precari».
Posted on: Thu, 05 Sep 2013 17:33:31 +0000

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