Sono forse casi estremi ma la realtà dell’integrazione - TopicsExpress



          

Sono forse casi estremi ma la realtà dell’integrazione scolastica italiana è indubbiamente ancora piena di buchi (come del resto quella dell’intervento per i disabili, delle nuove tecnologie, della formazione per il lavoro, e quant’altro). E di vistose differenze qualitative tra territori, comparti scolastici, istituti, sezioni e classi anche dentro lo stesso istituto. Una frammentazione insostenibile, che produce diffidenze e paure in famiglie sempre più ansiose rispetto ai risultati scolastici dei propri figli. Che si tratti di classi con tanti stranieri o con alunni con gravi disabilità, come nel caso recentissimo della fuga di genitori italiani da una classe in cui c’è un bambino autistico. Non si riesce a far capire che misurarsi con le altrui diversità – e fragilità – rende più intelligenti e più forti, e questo è forse un portato delle culture sociali prevalenti. Ma non si riesce neppure a “fare sistema” utilizzando le esperienze di eccellenza come bussola di un miglioramento complessivo, e neppure a intervenire con decisione quando le cose non vanno. È un problema di politiche scolastiche sbadate ed inefficaci, certamente, ma c’è dell’altro se tra le contrarietà al recente decreto sulla scuola, ce ne sono anche al punto in cui si prevedono interventi obbligatori di formazione degli insegnanti quando i risultati scolastici siano particolarmente problematici. Come se la formazione del personale fosse una sanzione...
Posted on: Sat, 28 Sep 2013 21:46:48 +0000

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