Sono un dissidente moderato. Oggi, come probabilmente in anni - TopicsExpress



          

Sono un dissidente moderato. Oggi, come probabilmente in anni passati, sarei stato udito ma non ascoltato, detestato ma non insultato, mal sopportato ma non allontanato. Sono un tipo di dissidente sui generis, probabilmente, che ama la riflessione alla lotta perché è cogitando che siamo, non ammazzando. La lotta non ci distingue dalle bestie, anzi; la razionalità invece si. Ed i movimenti che in questi giorni ci sono stati non sono tanto diversi da quelli del 1968 o del 2009, ma hanno motivazioni (ammesso che le abbiano) notevolmente diverse. Nel 1968-1969 i moti studenteschi avevano un senso, nel 2008-2009 avevano un senso. La nostra preoccupazione non era relativa alla nostra tasca, ma guardava più lontano. Io ho partecipato in cinque anni di liceo ad un solo corteo, che fu uno sciopero generale (30 ottobre 2008 se non ricordo male) contro la legge Gelmini che ha finito l’opera dei ministri D’Onofrio e Moratti di distruzione dell’istruzione pubblica. La mia generazione (o parte di questa che la pensa come me) scese in piazza non per saltare un giorno di scuola o per evitare un compito in classe, ma scese in piazza pensando ai docenti e studenti che avrebbero affollato le aule pochi anni più tardi. Sono sempre stato contro le occupazioni, e ritengo la morte degli studenti e dello studio l’occupazione, specie se posa su basi poco solide. Qual è la base su cui poggia la contestazione studentesca di questi giorni? Caro libri? Invito gli studenti a pensare a quanto incidesse anni fa sul reddito familiare l’acquisto dei libri: per gli studenti del classico era il 40% delle entrate mensili di una famiglia monoreddito classica, ad oggi è al di sotto del 31%, visto il “Tetto prezzi” imposto dal ministero ai docenti nel 2011. Riforme scolastiche? Non ce ne sono in cantiere allo stato attuale, ne’ sottoforma di D.L. ne’ sottoforma di d.d.l. ; anzi, lo scorso governo ha riaperto i concorsi per gli insegnanti, e questo governo ha aumentato il numero di posti; l’unica riforma vociferata è quella del sistema dei provveditorati agli studi, organo completamente inutile. Cos’altro? Occupazione contro l’austerità del governo? Se gli studenti fossero veramente coscienti del peso reale della manovra finanziaria proposta dal governo (18 miliardi), penserebbero che questa è una manovra da stato non austero ed anzi molto ricco: basti pensare che la manovra più leggera di questi ultimi trent’anni fu fatta dall’allora ministro del tesoro Giulio Tremonti (26,5 miliardi). I fondi destinati all’istruzione, paradossalmente, sono stati raddoppiati rispetto all’ultima manovra finanziaria del governo Monti, ed il famigerato Decreto del Fare (convertito in legge) ha agevolato l’ingresso nel mondo del lavoro di neo diplomati (non dimentichiamocelo!). Ritengo che si debba riflettere di più alle ragioni, considerare meglio e con più raziocinio. In una sola parola: PENSARE! Se pensassero di più gli studenti, e si accorgessero che l’unico modo di cambiare le cose è CONOSCENDO; e l’unico modo per conoscere è STUDIARE! Per questo dico di essere contrario alle occupazioni, ed in modo particolare a questa. Invito quindi gli studenti umbertini con la testa sulle spalle a tornare a studiare, ad entrare nelle aule e fare lezione, interrogazioni, compiti in classe e, con il consenso dei docenti, soffermarsi sul momento attuale e riflettere, analizzare meglio il momento storico che l’Italia sta vivendo nel contesto europeo e mondiale. Non usate le spranghe, usate la testa! Mattia. Umbertino ex liceale.
Posted on: Mon, 18 Nov 2013 22:01:03 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015