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Sorprese - Posizioni sempre più vicine a quelle del Pd LA SVOLTA DI DORIA, DAL POPOLO ARANCIONE AL FEELING RITROVATO CON I DEMOCRATICI Dalla delibera su Amt agli atti sulla gronda e su Amiu, alle selte mancate sulla partecipazione Il capogruppo del Pd a Tursi, Simone Farello, lo ha ripetuto spesso in questi giorni: «Le posizioni del Sindaco e le nostre da un po’ di tempo si sono avvicinate». Le facce scurissime di Clizia Nicolella e Maddalena Bartolini e quella sofferente di Enrico Pignone, consiglieri comunali della lista Doria, e lo strappo poi ricucito del capogruppo di Sel, Gian Piero Pastorino, lo confermano. Perché - indipendentemente da come finirà la vicenda - la controversa delibera d’indirizzo sulle società partecipate del Comune ha segnato un altro significativo passo di avvicinamento del sindaco Marco Doria alle politiche del Pd e di un centrosinistra dal quale, in campagna elettorale, sembrava volersi in parte differenziare. E, invece, gli atti politicamente significativi compiuti fino ad oggi dal Sindaco e dalla sua giunta sono stati in sintonia più con le posizioni del Pd che con quelle dei movimenti, dei gruppi e dei partiti - a cominciare da lista Doria e Sel - che per primi lo avevano sostenuto e che avevano confidato nella “svolta arancione”. Un primo segnale si era avuto a luglio dell’anno scorso quando, con un “blitz” analogo a quello sulle partecipate, nel giro di pochissimi giorni, la giunta aveva approvato e presentato in consiglio la delibera d’indirizzo su Amt che prevede la possibilità di mettere in vendita quote anche significative dell’azienda. E il fatto che ad oggi nessuna procedura di vendita sia stata avviata, non sminuisce il significato politico di quella scelta che, infatti, provocò molte tensioni nell’ala sinistra della maggioranza. Un altro esempio riguarda la vicenda della gronda, sulla quale Doria, dalla campagna elettorale in poi, ha fatto dichiarazioni estremamente caute o addirittura critiche. Eppure a settembre 2012 lui e la sua lista hanno votato a favore di un ordine del giorno con il quale l’amministrazione dava il via libera anche a una eventuale conferenza dei servizi che - come auspicava il Pd - fosse convocata prima che si chiudesse la procedura di valutazione di impatto ambientale. Neppure questo è avvenuto, anche se nel frattempo la procedura di “via” si è chiusa, rafforzando così la convinzione che si fosse trattato allora soprattutto di una forzatura politica. Mentre ci si chiede che fine abbia fatto quella parte del programma nella quale Doria proponeva «che il Comune di Genova, avvalendosi di competenze specifiche e in accordo con Regione Liguria e Autorità Portuale, elabori uno studio sul rapporto domanda/offerta e costi/benefici per valutare l’opportunità e la compatibilità dell’opera con il sistema infrastrutturale urbano e di area metropolitana nel medio e nel lungo periodo» per esprimere poi il parere in conferenza dei servizi. Dulcis in fundo, la settimana scorsa, è arrivata la delibera sulle partecipate, presentata dal Sindaco in prima persona, con le proposte di cessione di una quota di minoranza di Amiu, di partner industriali per Aster, della privatizzazione di Bagni Marina e Farmacie Genovesi. E con il paradosso che, mentre l’ex sindaco Marta Vincenzi, del Pd, ha riportato sotto il controllo totale del Comune Amiu e Amt, Doria potrebbe essere quello che riavvia processi di privatizzazione. La delibera ha soddisfatto il Pd - che la chiedeva da tempo e che aveva dato anche un ultimatum al Sindaco “minacciando” di non votare il bilancio - mentre, per i contenuti, per l’inattesa accelerazione e per la non condivisione, ha spiazzato il resto della maggioranza, i comitati che, in vari ambiti, difendono i beni comuni e che, come i sindacati, ne hanno chiesto il ritiro. E ha fatto indignare i lavoratori di Amiu e Aster, memori, forse, del programma di Doria, nel quale si diceva, fra l’altro, che «è importante mantenere pubblica» Amiu, e si confermava, per Aster, «il ruolo di azienda strumentale di servizio del Comune di Genova, che come tale deve operare», sottolineando la necessità «di riportare in regia diretta le funzioni esternalizzate che professionalmente può svolgere in proprio». Intanto, il Comitato Acqua Bene Comune lamenta di non essere ancora riuscito ad avere un incontro con il Sindaco, mentre nessun atto - neppure simbolico - è stato fatto dalla giunta verso una revisione delle tariffe idriche in linea con l’esito referendario, o di un aumento della presenza di Tursi nella gestione del servizio idrico (l’unico riferimento nella delibera sulle partecipate è quanto mai generico). E, mentre il capitolo del programma di Doria sulla Partecipazione resta largamente inattuato, martedì sono stati schierati addirittura i carabinieri a difendere il portone di Tursi dall’eventuale invasione dei lavoratori di Aster. E, finché c’erano i lavoratori, Doria davanti a quel portone non si è visto, mentre in aula gli unici ad applaudire il suo intervento in difesa del funzionamento del consiglio comunale erano i consiglieri del Pd. Corriere Mercantile del 4 agosto 2013 Annamaria Coluccia
Posted on: Tue, 06 Aug 2013 08:11:20 +0000

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