Storia delle guerre segrete USA (2) Global Research 25 Giugno - TopicsExpress



          

Storia delle guerre segrete USA (2) Global Research 25 Giugno 2013 SECONDA PARTE Per oltre mezzo secolo, gli occhi e le orecchie del potere USA impegnate a monitorare e manipolare l’informazione (e con essa la percezione di massa) sono appartenute all’NSA, inizialmente concepita per aiutare la CIA. Il suo compito originario era di raccogliere informazioni grezze inerenti la sicurezza nazionale, aprire i codici ed usare le tecnologie più all’avanguardia per fornire una intelligence accurata sulle intenzioni e le attività dei nemici. Al termine della dalla Seconda Guerra Mondiale, il suo compito inizialmente era di focalizzarsi sull’Unione Sovietica. Ma non riuscì mai ad aprire alcun codice segreto russo di una qualche rilevanza. Ovviamente, ricorse a tutti i mezzi disponibili per spiare non solo i nemici, ma anche gli alleati ed i cittadini americani. Nel suo libro Body of Secrets, James Bamford descrive la NSA come un gigante burocratico segreto, con sede in un complesso di tipo orwelliano nel Maryland, conosciuto come Crypto City. Da lì, i supercomputer si collegano per spiare i satelliti, i sottomarini, gli aerei e, sempre in modo segreto, piazzano postazioni di ascolto distribuite in tutto il mondo. Alla volta del 2000, la NSA aveva un bilancio annuo di 7 miliardi di dollari, ed impiegava – sia direttamente che indirettamente – 37.000 persone. Più della CIA e dell’FBI. Era anche a capo di un club internazionale dell’intelligence – l’UKUSA – che comprende Inghilterra, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Nel complesso, l’NSA monitorizza e registra miliardi di comunicazioni cifrate, di chiamate telefoniche, di messaggi radio, di fax e di email di tutto il mondo. Negli corso degli anni però, la linea di distinzione utile a separare gli amici dai nemici si è fatta via via sempre meno netta e da semplice raccolta di informazioni l’operato dell’NSA si è spesso trasformato in controllo dell’informazione, influenzando il corso della storia in modi che forse non si conosceranno mai. Non c’è dubbio che l’agenzia abbia messo lo zampino in una serie innumerevole di operazioni segrete. E i numerosi tentativi di sollevare il velo di segretezza che caratterizza queste operazioni sono rimasti quasi tutti senza successo. Nella metà degli anni ’70, ad esempio, proprio mentre il Congresso cercava di prendere il controllo della CIA, l’NSA stava creando uno Stato virtuale, una colossale rete di computer nota come Platform. Liberatisi dalle limitazioni procedurali, misero a punto un insieme di software atti ad amalgamare in un tutt’uno l’intera comunicazione dell’intelligence elettronica e dello spionaggio, ovvero tutti i segnali di intelligence (SIGINT) scambiati a livello mondiale. La versione iniziale del software viene chiamata in codice Echelon, un nome che verrà poi collegato all’attività di spionaggio delle comunicazioni industriali. Ovviamente l’NSA e la sua consorella britannica, il Government Communications Headquarters (GCHQ), si rifiutarono di ammettere anche solo l’esistenza di Echelon, anche quando comparvero dei documenti declassificati ed il Congresso condusse delle indagini a riguardo. Le attività di Echelon furono confermate anche da un documento del Parlamento Europeo che invitava governi ed internauti ad adottare delle misure più potenti per salvaguardare la loro privacy. Nel marzo 2001, un folto gruppo di importanti politici britannici discusse del potenziale impatto di Echelon sulle libertà civili; un comitato del Parlamento Europeo ne prese in esame le implicazioni a livello di legalità, diritti civili e privacy. L’Olanda organizzò delle audizioni analoghe, l’Assemblea Nazionale Francese fece pressioni sull’Unione Europea affinché adottasse delle nuove e potenziate tecnologie per la privacy, al fine di proteggersi dal suo spionaggio. La Francia attivò anche un’indagine ufficiale per verificare possibili abusi nel particolare settore dello spionaggio industriale. Quando sono gli alleati a competere Una prima ragione di malcontento europeo riguardava il sospetto che la NSA intercettasse d’abitudine le conversazioni al fine di aiutare le aziende USA a battere le aziende europee nelle acquisizioni di appalti. Fra i presunti perdenti si annoveravano: Airbus – un consorzio che raggruppava gli interessi di Francia, Germania, Spagna ed Inghilterra – e la Thomson CSF, un’azienda francese di elettronica. I Francesi sostennero di aver perso col Brasile un affare da 1,4 miliardi di dollari per una fornitura di sistemi radar in quanto l’NSA aveva condiviso con Raytheon i dettagli del negoziato. Sempre a causa di informazioni intercettate e passate dalla NSA – in questo caso a Boeing e McDonnell Douglas – Airbus poteva aver perso un contratto da 2 miliardi di dollari. Stando a Wayne Madsen, ex agente NSA, gli USA utilizzarono informazioni raccolte dalle basi NSA in Australia per ribaltare a favore dell’AT&T l’appalto di un importante accordo commerciale con l’Indonesia. Le comunicazioni intercettate dimostrano che inizialmente l’appalto stava per essere vinto da un’azienda giapponese. Poco tempo dopo, fu aperta in Francia una causa contro USA ed Inghilterra, e indagini giudiziarie e parlamentari furono aperte in Italia. Anche i parlamentari tedeschi chiesero l’apertura di un’indagine. La ragione per la quale l’NSA agiva per far perdere attività commerciali anche ai cosiddetti alleati americani fu fornita nella metà degli anni ’90 dal Senatore Frank DeConcini, allora presidente del Senate Intelligence Committee: “Non credo che la nostra politica dovrebbe consistere nello spiare il centro nevralgico dell’Airbus per carpirne i segreti e passarli alla Boeing od alla McDonnell Douglas. Ma se ci capita di trovare qualcosa, non mi sembra molto furbo non condividerlo con i nostri”... Il Presidente Bill Clinton, insieme ad altre importanti figure USA, rafforzò questa idea dichiarando che le nazioni europee avevano dato appoggi scorretti all’Airbus. In altre parole, essere in una competizione che coinvolge interessi USA diventa per questi ultimi una questione di sicurezza nazionale, ed il capitalismo privato deve essere difeso dalle industrie di Stato. Questa diatriba USA-Europa sull’Airbus fu anche usata dagli scienziati come test per mettere a punto nuovi strumenti di intelligence. Durante le riunioni presso il Dipartimento per la Difesa USA incentrate sul tema del recupero delle informazioni testuaIi, si svolsero delle vere e proprie gare per cercare i metodi migliori. Manipolare la democrazia Alla fine, l’interferire con gli esiti delle transazioni commerciali più colossali non è che la punta dell’iceberg. La capacità della NSA di intercettare praticamente qualsiasi comunicazione trasmessa, ha fatto aumentare la capacità di funzionari non eletti e di interessi privati di mettere in azione politiche estere occulte. Se in alcuni casi l’obbiettivo è il tanto abusato lotta contro il terrorismo, in altri casi i grossi piani della comunità dell’intelligence hanno portato a minare le democrazie. Un caso istruttivo a riguardo è la rimozione nel 1975 del Primo Ministro australiano Edward Whitlam. Quando Whitlam fu eletto, nel 1972, l’intelligence australiana stava cooperando con la CIA contro il governo cileno di Allende. Il nuovo Primo Ministro semplicemente non ordinò l’alt al coinvolgimento australiano, come spiegato da William Blum in Killing Hope (uno studio esemplare sui coinvolgimenti USA successivi alla Seconda Guerra Mondiale). Whitlam si appropriò di informazioni di intelligence che gli erano state tenute nascoste dalla Australian Security and Intelligence Organization (ASIO), e scoprì l’esistenza di un direttorio congiunto CIA-ASIO che monitorizzava il traffico radio di tutta l’Asia. Oltre a ciò, disapprovò apertamente i piani USA per la costruzione di un avamposto nucleare e di intelligence militare nell’isola di Diego Garcia, Oceano Indiano. A quel punto, sia la CIA che la NSA iniziarono a preoccuparsi per la sicurezza e le prospettive future delle importanti strutture di intelligence localizzate nel continente australiano, nazione già membro decisivo dell’UKUSA. Dopo aver messo in orbita la prima postazione spaziale di ascolto – un ricevitore a microonde con un’antenna puntata sulla Terra – l’NSA aveva scelto quale stazione a terra un’area isolata nel deserto australiano. Una volta completata, la base di Alice Springs, avrebbe avuto il nome di Pine Gap, e sarebbe stata la prima di una numerosa serie di punti di ascolto da installare nel mondo. Per la NSA e la CIA, Whitlam divenne una minaccia alla segretezza ed alla sicurezza di tali operazioni. Il primo passò fu di sovvenzionare le opposizioni politiche, nella speranza di battere, nel 1974, il Partito Laburista di Whitlam. Quando la cosa fallì, si tennero riunioni con il Governatore Generale Sir John Kerr, il rappresentante della Regina d’Inghilterra, che aveva lavorato per organizzazioni CIA di prima linea fin dagli anni ’50. Funzionari della Difesa avvertirono se non si fosse neutralizzato Whitlam, sarebbero stati tagliati tutti i collegamenti con l’intelligence. L’11 novembre 1975 Kerr rispose con le dimissioni del primo ministro, lo scioglimento dei due rami del Parlamento, e la nomina di un governo ad interim, fino alle nuove elezioni. Secondo Christopher Boyce (autore di The Falcon and the Snowman) – che seguì gli avvenimenti mentre lavorava per la TRW in un centro di comunicazioni crittografate collegato alla CIA – gli spioni si erano infiltrati anche nei sindacati australiani per sedare gli scioperi dei trasportatori che avevano in carico le consegne delle installazioni dell’intelligence USA. Non è un caso quindi che alcuni sindacati orientarono le opposizioni proprio a favore dell’installazione di tali impianti. Ci si domanda: quanto spesso – e soprattutto con quali conseguenze – tali operazioni segrete hanno avuto successo? Di quante di queste operazioni le nazioni del mondo e i suoi cittadini sono stati tenuti completamente all’oscuro? Sistemi come Echelon violano i diritti umani alla privacy individuale e danno il potere a quelli che controllano l’informazione di agire in modo totalmente impunito. Questa è la democrazia in cui viviamo... (Fine Seconda Parte) Traduzione per EFFEDIEFFE a cura di Massimo Frulla, revisione di Lorenzo de Vita Fonte > Global Research
Posted on: Fri, 28 Jun 2013 17:58:38 +0000

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