Storie minime di bordo: …il problema è arrivarci a bordo. Un - TopicsExpress



          

Storie minime di bordo: …il problema è arrivarci a bordo. Un violento nubifragio si scaglia su Toronto, riuscirà l’equipaggio BA a raggiungere il terminale? Siamo a bordo del pulman in direzione aeroporto. Cielo plumbeo, da copertina di Torre di Gurdia. Diluvio universale. Desidero ardentemente una canoa, so remare meglio di Pocahontas. I nostri piloti, dotati del dono dell’onniscienza, decretano che almeno tre fulmini sono caduti in zona aeroporto, semplicemente guardando fuori dal finestrino. Alcune colleghe preferiscono non sapere...chiudono il mondo fuori dalle tendine e pregano di raggiungere il 767 che le porterà in terra di Albione. I piloti non possono accettare l’ineluttabilità di un diluvio universale. Il loro cervello a isobare sembra poter influenzare anche il tempo, meteorologico e non. –Autista, quand’è l’ultima volta che hai cambiato le spazzole dei tergicristalli? –Non c’è spazzola che tenga, procedo solo perché conosco la strada a memoria. –La conosci bene? –Vi porto avanti e indietro dall’aeroporto tre volte al giorno. –E i fanali sono a posto? -Non lo so... comunque siamo già in modalità anfibio, più di così non posso fare. Rilassatevi, tra poco sarete per aria, forse lassù riuscirete a darvi una calmata...Arrivati miracolosamente in aeroporto, la rampista ci informa della tragedia: la zona dell’aeroporto è stata colpita da almeno 3 fulmini, ma allora i nostri piloti sono veramente degli “Dei”! Ritardi a go go, ci vorrà tanta pazienza perché forse dovranno anche caricare i bagagli a mano. Yuppi! Ma allora c’è tempo per un caffè! Da Starbucks, una fila chilometrica di disperati in attesa di partire e...voilà! Blackout totale dell’intero aeroporto. E il caffè??? La gente si innervosisce, tutto questo buio in aeroporto non è normale, fuori tuoni e fulmini, dentro un silenzio sconcertante, gente che si cerca brancolando nel buio, pianti, altri che si concedono un furtarello per il disagio subito... -HANNO TROVATO UNO CON UN COLTELLO NELLA VALIGIA! Urla una donna correndo e voltandosi verso fila dello Starbucks. –AHHHH! Quant’era lunga la lama? Chiede in coro la fila –Non lo so. Grida la donna in corsa. –Almeno 50 centimetri. Scappateeeeee! E oplà, una velata senza ginocchiere scivola sul pavimento, sempre di fronte alla fila dello Starbucks, implorando con le mani rivolte al cielo: -Lavoro in questo aeroporto da 16 anni. (Sai cosa gliene frega a Zeus) -non è mai successo un blackout totale come questo, cosa vuol dire? Nemmeno le luci di emergenza, oddio! Che ne sarà di noi, perché a noi? Perché a noi? La fila tace, non sa cosa rispondere e preferirebbe non far parte di quel “noi”. Zeus continua a scagliare saette a destra e a manca, ignorando gli interrogativi della velata. Che poi uno pensa, ma cosa ci potrà mai succedere? A noi, chi? Bisogna stare calmi, ma ormai la velata ha istigato il panico e in alcuni la rassegnazione. Nella zona di attesa del volo per Mosca, un bambino comincia a suonare il suo violino, al buio, gli fa subito eco un altro, nella stessa zona. No, vi prego, non creiamo l’atmosfera da Titanic! È la fine. Si aggiunge una chitarra, da un momento all’altro la prua dell’aeroporto L. di Caprio si sarebbe inclinata e saremmo tutti sprofondati nell’Ontario schiacciati da Leonardo e la polena di turno. –Ahhhhhh! Hanno detto che la lama era retrattile! ! –Ma non dovete crederci, non siamo sotto Halloween! Urla la donna alla fila, correndo ora in direzione opposta. -Potrebbe essere ovunque, dicono che sia andato in bagno, forse anche quello delle femmine! E poi è morto anche un pompiere, è caduto nell’autobotte mentre tentava di spegnere un incendio. E’ la fine. L’aeroporto-nave che affonda, violini russi che continuano a suonare fino alla “fine”, la velata in scivolata che prega non si sa quale Dio, la folla che brancola nel buio e il mistero del passeggero con un coltello dalla lama, forse retrattile! Non c’è via di scampo. Ritorna miracolosamente la luce. La rampista chiama l’equipaggio alla porta d’imbarco. –Salite, forza, a bordo sarete più sicuri, avete il parafulmine! Imbocco il braccio meccanico, mi guardo alle spalle e corro....perché la lama chi me lo dice che è retrattile? Ahia! E poi, dico io, sei proprio sicura che con tutte le storie minime di questo mondo, il parafulmine ci salverà?
Posted on: Tue, 09 Jul 2013 13:54:33 +0000

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