UN CAMPIONATO TRUCCATO di Alessandro Sallusti La magistratura - TopicsExpress



          

UN CAMPIONATO TRUCCATO di Alessandro Sallusti La magistratura di sini­stra, ideologica e setta­ria, non è un’invenzio­ne, o addirittura una pa­ranoia, del berlusconismo. Nel corso degli anni le toghe rosse hanno seminato tracce documen­tali che le configurano come una setta a tratti segreta. Lo ammise anche Massimo Caprara, segreta­rio particolare di Palmiro Togliat­ti e membro del comitato centra­le del Pci. Nel 2005, testimonian­do­a Trento in un processo per dif­famazione, Caprara svelò l’esi­ste­nza di un registro segreto di ma­gistrati iscritti al Pci che era custo­dito a Mosca. Craxi, in tempi non sospetti, confidò di essere venuto a conoscenza di scuole del Pci per formare magistrati organici al par­tito e Cossiga, nel 1997, ascoltato dalla commissione stragi, sosten­ne che la magistratura occupava uno dei livelli della Gladio rossa, la struttura paramilitare e clande­stina che doveva essere pronta a ribaltare lo Stato democratico. A metà degli anni Sessanta accad­de un fatto nuovo, destinato a cambiare per sempre la giustizia italiana. Alcuni magistrati usciro­no allo scoperto fondando, cosa senza precedenti in Paesi occi­dentali, una corrente ideologica di sinistra chiamata Magistratura democratica, alla quale aderì (e aderirà più tardi) la maggior parte dei pm e dei giudici italiani, poi protagonisti delle inchieste che azzerarono tutti i partiti meno il Pci (Tangentopoli) e più di recen­te della maggior parte dei 42 pro­cessi contro Berlusconi. Il Pm in­daga e propone, il suo compagno di corrente giudice dispone. Chi è iscritto a Magistratura democrati­ca fa politica, dichiara la sua fede e combatte apertamente le altre, partecipa a convegni e dibattiti per orientare scelte legislative, al­cuni si fanno eleggere in Parla­mento, ne abbiamo pure visto uno, Ingroia, fondare un partito e candidarsi premier contro i suoi inquisiti di centrodestra. Una ano­malia che ormai si è radicata in tut­ti i livelli di giudizio. Nella corte che ha confermato il carcere per Berlusconi ben due giudici, De Marzo e Aprile, erano di area Md. Può un magistrato che dichiara la sua idea politica, e sostiene di vo­lerla imporre, giudicare serena­mente politici di segno opposto? È come se un giocatore arbitrasse la partita della vita della sua squa­dra. La partita sarebbe truccata a prescindere, come quella che ha visto in campo Berlusconi. E que­sto lo sa bene anche Napolitano, che da quel mondo viene.
Posted on: Mon, 12 Aug 2013 13:47:04 +0000

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