UNA PAGINA DAL MIO NUOVO ROMANZO Novilia era disperata. Il - TopicsExpress



          

UNA PAGINA DAL MIO NUOVO ROMANZO Novilia era disperata. Il piccolo locale era nel disordine più assoluto, completamente invaso da piume che uscivano da ogni dove. Oggetti e suppellettili erano disseminati ovunque; sulla poltrona dove di solito riposava A. era poggiato un cappotto nero di panno spesso e pesante che emanava un odore di stantio. Sotto, il capitano Zocalo trovò due ali di gabbiano recise di netto. Guardò con aria interrogativa la donna la quale era più sbalordita e sconvolta di lui. - Non so che sia successo qua dentro. Anche se non c’era A. la porta era chiusa a chiave, come sempre. Ma vede con i suoi occhi ciò che avviene in questo luogo in mia assenza! - Doveva dirmelo subito. Perché non l’ha fatto? - domandò il capitano con tono paterno anche se un tremore nelle parole tradiva la collera che saliva dentro – Se lei ha visto cose che possano far ritenere… insomma, se qualcosa in questa bambina è davvero legato a ciò che sta succedendo sulla nave a me doveva dirlo. Le avevo chiesto di non parlare con nessuno per non dare credito alle chiacchiere che sono il passatempo più apprezzato durante una lunga traversata, ma a me non deve essere nascosto nulla. Niente, è chiaro? – la voce era di nuovo ferma e autorevole - E adesso mi racconti quello che sa. Novilia si accasciò sulla poltrona rassegnata. (…) - Non mi guardi così capitano - si raccomandò Novilia rendendosi conto dell’impressione che suscitavano le sue parole – sto parlando di cose che neanch’io capisco. Ne sono disorientata e moltissimo. Capitano! – e si alzò di scatto aggrappandosi al suo braccio – Capitano, io ho paura. Paura. Non riesco più a chiudere occhio. Lei non dorme mai. Mi controlla sempre. E poi si lamenta, mugola una strana litania. Lo fa quando è sola o almeno quando crede di esserlo. Ma io la spio. Vede? – e indicò lo specchio appeso alla parete che confinava con il corridoio – guardi qui. Ho raschiato il bagno di mercurio e dietro, sul tramezzo ho fatto un piccolo foro. Ecco. – Il capitano era perplesso – Esca, guardi da fuori. No … non si preoccupi, è un corridoio dove non passa mai nessuno, questa è l’ultima cabina del personale più in là ci sono solo i ripostigli della biancheria. Ippolito Zocalo si affacciò sullo stretto passaggio poi, con un certo imbarazzo, avvicinò l’occhio al forellino appena distinguibile sul muro. Da quello stretto pertugio la cabina sembrava assumere una prospettiva del tutto diversa. Quei pochi metri quadrati dove a mala pena erano contenute due cuccette, una cassettiera, un tavolino e una poltrona neanche troppo grande, apparivano molto più vasti. La cabina acquistava profondità e quel minuscolo oculare sembrava svelare il presentimento di una dimensione misteriosa che si celava in quell’apparente normalità
Posted on: Fri, 08 Nov 2013 14:51:04 +0000

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