UNA RISATA NON CI SEPPELLIRÀ LILVA esiste dal 1961 ed ha - TopicsExpress



          

UNA RISATA NON CI SEPPELLIRÀ LILVA esiste dal 1961 ed ha visto succedersi sindaci e presidenti di Provincia e Regione, magistrati e giornalisti, lavoratori e cittadini. Al crescere dellimpianto cresceva la coscienza e levidenza che lILVA dispensava lavoro e polveri sottili, favori e qualche donazione, mazzette e benzoapirene, furani e diossine. Dal 1961 non cè stato alcun intervento che affrontasse il problema: levidenza era la progressiva insofferenza della città rispetto unazienda che si prendeva tutto, ettari di territorio e vite umane, di chi lavorava e risiedeva a Tamburi. Il suo passaggio di mano dallo Stato (allora si chiamava Italsider) alla famiglia Riva nel 1995 per 1460 miliardi non ha comportato alcun cambio di passo ma solo la riduzione progressiva della forza lavoro e la sistematica esternazione del ricatto da parte dei padroni del vapore: ambiente compromesso in cambio del mantenimento dei livelli occupazionali. Dal 2005 a oggi la questione ILVA divampa ma è certo che nei confronti di Riva non cè mai stata alcuna sudditanza da parte della Regione Puglia e del suo Presidente. Oggi ci troviamo di fronte al disvelamento di una sgrammaticatura, forse ad un eccesso di confidenza risalente al 2010 ma non certo di fronte ad una prova di connivenza tra Vendola e ILVA. Perché non viene analizzato il contesto storico della telefonata del 2010 divulgata oggi? Qualcuno ricorda che proprio in quei mesi lILVA minacciava licenziamenti, a seguito delle iniziative del governo regionale sul benzo(a)pirene? Si spiega così il tono conciliante della telefonata di Nichi. Tutta questa storia, la storia di SEL e dei suoi militanti nei territori si riassume piuttosto nelle iniziative politica, a tutela del diritto al lavoro e del diritto alla salute: le leggi contro la diossina, i furani, il benzo(a)pirene, la legge sul danno sanitario, le imposizioni per la copertura dei nastri e per listallazione degli impianti ad urea per labbattimento della diossina sono prove contrarie, evidenze di un rapporto tuttaltro che dimesso, con una grande azienda. Nichi Vendola non è complice. È fautore di una discontinuità nella storia di Taranto e della Puglia. Certamente avrebbe potuto non fare nulla. Si sarebbe risparmiato le telefonate con Archinà. Ma sarebbe stato un politico mediocre. Invece ha fatto il suo dovere. Ed è per questo che una risata, magari inopportuna, non ci seppellirà. Bari, 15 Novembre 2013 Gaetano Cataldo Coordinatore Sinistra Ecologia Libertà
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 23:07:04 +0000

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