Un posto chiamato inferno (Tratto dal 6° cap. del libro: - TopicsExpress



          

Un posto chiamato inferno (Tratto dal 6° cap. del libro: “Il paradiso è così reale” di Choo Thomas) “Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora, gridando disse, ‘Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura’ ” (Luca 16:23-24) Il 2 marzo (aggiunta mia: ‘si riferisce all’anno 1996’), il Signore mi svegliò alle 3 del mattino. Questa Sua visita durò circa tre ore e, come al solito, iniziammo il nostro viaggio sulla spiaggia. Camminammo a lungo. Mi chiedevo dove mi stesse portando. Notai che la strada piena di alberi e arbusti si trovava alla nostra destra. Ai piedi della collina, vicino alla sabbia, c’erano molte rocce, grandi e piccole. Ci sedemmo su una grande e subito l’acqua si trasformò in sangue. Soffrivo sempre nel ripensare al sacrificio del Signore, dunque girai la testa nell’altra direzione. Proprio in quel momento mi resi conto che le montagne divampavano di fiamme. Era una scena sorprendente. Poi, d’improvviso, una scura fuliggine prese il posto dello sfavillio delle fiamme, coprendo l’intera scena. Le persone fuggivano e si riversavano sulla spiaggia. Alcuni erano nudi, come se avessero dovuto lasciare velocemente i loro letti e non avessero avuto il tempo per vestirsi. Erano in panico e correvano il più veloce possibile. Alcuni inciampavano e gli altri li calpestavano. Era come se stessero fuggendo da un mostro spaventevole. In poco tempo, la spiaggia intorno a noi fu piena di gente terrorizzata. Ora, il fuoco era tutto intorno e anche dall’oceano di sangue divampavano fiamme incandescenti. Sembrava la fine del mondo. Adesso, le fiamme minacciavano la spiaggia ed io iniziai a singhiozzare, impaurita dalle urla della gente che ci circondava. Come era possibile? Un attimo fa sedevamo tranquilli e poi, all’improvviso, ecco questa scena terribile, proprio qui, davanti ai nostri occhi. Sapevo che tutto ciò aveva un significato e uno scopo. Poi, d’un tratto tutto tornò come prima. “Perché mi mostri queste cose, Signore?” chiesi. “Tutto quello che hai visto accadrà presto. Ancora troppe persone non credono alla Mia Parola e così ti ho scelto per aiutarli a vedere la Verità. Devi dire al mondo ciò che hai appena visto.” C’era risentimento nella Sua voce. Ci alzammo dalla roccia dove eravamo seduti e camminammo sulla sabbia. Egli parlò ancora. “Devo mostrarti altre cose del Regno” disse. Arrivammo in cielo, fino al palazzo bianco, allo stesso modo delle altre volte ed ebbi ancora l’onore di adorare Dio insieme a molte altre persone, mentre stava seduto sul trono. Mi unii alla preghiera e fu un momento di estrema pace, benedizione e gioia. Queste mie visite alla stanza del trono divino mi fecero capire l’importanza della preghiera nella nostra vita. È per questo che siamo stati creati, per rendere grazia a Dio. E così passeremo l’eternità. Era proprio la stessa scena descritta nel libro dell’Apocalisse, in cui Giovanni afferma: “Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c’era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto. Colui che stava seduto era simile nell’aspetto a diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono” (Apoc. 4:2–3). Era così eccitante trovarsi nella stessa situazione di cui aveva parlato l’apostolo Giovanni nell’ultimo libro della Bibbia. Il Signore gli parlò allo stesso modo in cui mi aveva chiamato, “Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito” (Apoc. 4:1). Dalle Sue parole capii che le persone non davano importanza alle parole della Rivelazione ed ora il Signore voleva che ripetessi loro il Suo messaggio per far sì che il maggior numero possibile di gente lo giudicasse vero. Fiori, dimore e castelli Gesù prese la mia mano e mi condusse all’aperto in un grande giardino fiorito e bellissimo. A differenza dell’orrore causatomi dalla contemplazione della scena precedente, questo spettacolo mi riempì di amore. Iniziai a cantare per la gioia e a sorridere spontaneamente. Il Signore raccolse un fiore, simile a una rosa, e me lo porse. Lo tenni in mano per tutta la durata di quella visita nel Regno dei Cieli. Il giardino in cui ci trovavamo era così ampio che non ne vedevo la fine. Era un vero paradiso di bellezza, amore, pace e gioia. Esalava tutto intorno un profumo dolcissimo. Era questo il Paradiso ed era più bello di come l’avessi mai immaginato. Ci incamminammo lungo un sentiero tortuoso che conduceva ad una vista panoramica sulla verde valle lussureggiante sottostante. Animali di ogni specie correvano e giocavano ovunque tra gli alberi. Vidi un cervo spettacolare, in forma e forte. Notai con stupore che anche animali solitamente considerati feroci giocavano gli uni con gli altri in tranquillità. Era come essere in un cartone della Disney. Dall’altra parte, c’era uno splendido fiume, costeggiato da un muro di pietra e da complessi abitativi sulla sponda sinistra. Molte di queste case assomigliavano ai castelli dei ricchi. Il Signore disse, “queste sono le case per i Miei figli speciali.” Ero molto curiosa di visitare questo posto, ma non ci avvicinammo oltre. Me lo mostrò soltanto dalla sommità della collina, da molto lontano. Ammirando quel panorama, compresi la verità della Sua parola: “Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via” (Giovanni 14:1–3). Un tempo pensavo che queste parole avessero soltanto un significato figurativo e simbolico; ora, sapevo che quei castelli e quelle case esistevano davvero. Il Signore le aveva già destinate a noi. Voleva che fossimo lì con Lui, per sempre! L’abisso infernale Il Signore mi condusse in un altro luogo fuori dai confini del Regno. Mentre salivamo su per la montagna, la strada diventava sempre più difficile. La percorremmo per un po’ fino ad arrivare ad un tunnel buio. Usciti dal tunnel, mi resi conto che ci trovavamo molto più in alto di quanto pensassi. Mi sembrava strano che il Paradiso avesse tunnel scuri e strade tortuose e difficili. Arrivati in cima, guardai giù dalla cresta della montagna. Un fumo nero fuoriusciva da una fossa profonda, come il cratere di un vulcano. All’interno, le fiamme divampavano e bruciavano una moltitudine di persone che urlavano e piangevano nell’agonia tremenda di chi è arso vivo. Erano tutti ammassati gli uni agli altri, nudi e senza capelli. Si muovevano strisciando come vermi mentre le fiamme bruciavano i loro corpi. Non avevano via di fuga all’interno dell’abisso, le cui pareti erano troppo alte da scalare a causa del carbone incandescente che colava. Il Signore non disse nulla ma io capii di trovarmi di fronte al limitare dell’inferno. Era ancor più spaventoso della descrizione che ne faceva la Bibbia: “Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco” (Apoc. 20:13-15). Nei Vangeli e nell’Apocalisse, Gesù ci ha rivelato gli orrori dell’inferno. Le fiamme divampavano in maniera inaspettata da tutte le direzioni. Le persone si spostavano e, appena credevano di essere in salvo, venivano raggiunte da un altro fuoco. Non avevano tregua queste vittime del peccato, condannate a passare l’eternità tra le fiamme, bruciate, appena provavano a fuggire il fuoco infernale. “Chi sono queste persone?” domandai. “Figlia Mia, sono coloro che non Mi hanno conosciuto.” Le Sue parole portavano con sé il peso del dolore. Gesù non era per niente contento dello spettacolo che si estendeva davanti ai nostri occhi; anzi, lo infastidiva profondamente. Lui non aveva il controllo sulla vita e i destini delle persone che volontariamente lo rifiutavano. Questi avrebbero sofferto in eterno nell’abisso infernale. Ecco altre due verità che dovevo far conoscere al mondo. Il Paradiso esisteva davvero e così anche l’inferno. Molte persone non credevano a nessuno dei due ed era mio compito fargli sapere la verità della vita dopo la morte. Pensai ai miei genitori, non erano credenti! Che ne sarà stato di loro? “Signore, cosa è successo ai miei genitori?” chiesi. “So che non erano credenti, ma erano brave persone.” “Sono spiacente, figlia Mia. Non c’è niente che io possa fare per coloro che non vogliono accettarMi.” E, nel dire ciò, la Sua voce si fece molto triste. Capii l’importanza delle Sue parole quando mi resi conto che mia madre e mio padre condividevano lo stesso destino dei dannati che avevo visto nell’abisso infernale. Piansi. E così feci ogni volta che il Signore mi mostrò quella realtà. Mi accarezzò la testa e prese la mia mano conducendomi di nuovo attraverso l’oscuro tunnel fino ad uscire fuori in prossimità di un’altra strada, molto lontana dal ciglio della fossa. Tra alberi e rocce, arrivammo in cima. Da lì potevo vedere una valle color marrone, senza vita. Tutta l’area era cosparsa di erba secca. Numerose persone, con indosso abiti color sabbia, si aggiravano sul bordo della fossa. Le loro teste erano protese verso il basso ed avevano un’aria sconsolata e senza speranza. “Chi sono quelle persone, Signore?” domandai. “Sono i cristiani che hanno disobbedito al Mio volere.” “Per quanto tempo dovranno stare in questo posto desolato e senza vita?” “Per sempre, figlia Mia. Gli unici che possono entrare nel Mio Regno sono i puri di cuore.” Proseguì nella Sua spiegazione: “Molte persone che si dicono cristiane, in realtà non vivono secondo la Mia Parola; molti addirittura pensano che andare in chiesa una volta alla settimana basti. Non leggono mai le Mie Scritture e perseguono cose futili; altri, conoscono la Mia parola ma il loro cuore con è mai con Me.” Il disegno del Signore era quello di chiarificare i miei pensieri. Lui aveva detto che sarebbe stato difficile entrare a far parte del Suo Regno e ora capivo il perché. “Figlia, la Mia Parola dice che è difficile entrare nel Regno dei Cieli, ma pochi ci credono e capiscono l’importanza di tutto ciò. Ti sto rivelando queste cose affinché tu possa avvisarli” mi spiegò. Poi, quasi a dimostrazione delle Sue parole, mi condusse di nuovo in prossimità dei bellissimi castelli che avevo già visto. Le strade erano lastricate d’oro e ogni castello era decorato con gemme preziose. Era proprio vero: le strade celesti sono coperte d’oro massiccio! Desideravo entrare in uno dei castelli ma il Signore mi fermò dicendo, “Ci andremo dopo.” Rimasi un po’ dispiaciuta, ma al tempo stesso molto onorata di aver visto la città dove i santi di tutti i tempi risiedono. LA VOLONTÀ DI CHIUNQUE Il Signore mi condusse di nuovo nella stanza dove eravamo soliti cambiarci d’abiti ed indossare le corone. Questa volta le vesti erano di bellezza inimmaginabile. Poi, ci recammo al laghetto; qui, ci sedemmo su una roccia. Non riuscivo a godere appieno della serenità del luogo a causa della precedente visione degli orrori infernali. Il pensiero dei miei genitori non mi abbandonava. Mi faceva soffrire immensamente il fatto che si trovassero all’inferno. Ero sopraffatta dalla tristezza. Sapevo che i miei genitori non erano credenti perché nessuno mai li aveva istruiti al riguardo, nessuno gli aveva parlato di Gesù. Egli mi lesse dentro e disse, “Non sei felice, vero?” “No, Signore,” risposi, sapendo che già conosceva la ragione della mia infelicità. Seguì una pausa di silenzio molto e poi dissi, “Signore, non voglio mai lasciarti.” La Sua presenza era l’unica sicurezza della mia vita. “Figlia Mia, hai molto lavoro da fare. Voglio che tu scriva un libro. Si tratta di un libro molto importante, che sarà tradotto in molte lingue. Ti ho destinata a questo libro prima che nascessi e per questo motivo lo Spirito Santo agita il tuo corpo così spesso, per riversare in te il Mio potere. Senza la forza dello Spirito non potrei servirmi di te per questo lavoro. Devi ricordare che il Mio potere ha iniziato a scendere in te da quando mi hai aperto il tuo cuore. Sei la figlia di cui Mi fido per questo lavoro.” “Signore, ma io non so nulla.” “Non devi sapere nulla. Sarò io ad insegnarti e a guidarti. Di’ a tutti che sono pronto per chiunque mi stia spettando. Ti amo, figlia Mia.” Iniziai a piangere. Lui prese la mia mano e disse, “Ti riporto a casa.” Una volta indossati i nostri panni, tornammo sulla spiaggia terrestre e ci sedemmo per un po’. “Ho ancora molto da mostrarti e voglio che tu Mi aspetti” disse. “Ma dovremmo andare a trovare mia figlia la prossima settimana.” “Resta a casa, Choo. Non voglio che viaggi per un po’. Quello che sto facendo con te è troppo importante per Me e i Miei figli, quindi voglio che ti concentri solo su quello che ti dico e ti faccio vedere finché il lavoro non sarà compiuto. Devi essere paziente.” “Farò quello che tu mi dici” dissi. “Niente è più importante della Tua missione.” “Grazie, figlia Mia. C’è ancora molto da fare. So che sei stanca. Riposa.” Se ne andò e il mio corpo smise di tremare. Poi scrissi tutto ciò che avevo visto e sentito. Alla fine, il Cristianesimo è così semplice che molti non lo capiscono. Gli uomini devono rendere sempre tutto complicato, comprese le questioni di fede. Gesù vuole soltanto che le persone credano in Lui cosicché li possa aiutare e guidare. Ora so che chiunque lo voglia può andare da Lui e ricevere la vita eterna. Le Sue parole lo dicono chiaramente: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3:16). L’abisso incandescente Il giorno seguente, 3 marzo, fu un giorno pieno di esperienze con il Signore, che fu con me dalle 2:30 alle 4:50 del mattino. Appena mi vide, disse: “Figlia Mia, sono il tuo Signore. So che sei stanca, ma devo mostrati molte cose.” Per i quindici minuti che precedettero la Sua visita, il mio corpo tremò in modo incontrollabile. Poi mi condusse per mano, a passeggio sulla spiaggia terrena, in una zona nuova. C’erano molti arbusti e alberi e ci incamminammo per un viottolo che si arrampicava su una montagna. Salimmo rapidamente e ci riposammo in cima su una grande roccia dalla forma di un enorme orso. Guardando verso l’oceano, vidi l’acqua trasformarsi ancora una volta in sangue e la gente correre sulla spiaggia in panico. Il panorama davanti ai nostri occhi mi fece capire da cosa scappassero. Alla mia sinistra, le case su quel versante erano tutte in fiamme. Era peggio degli incendi che ogni anno divampano nel sud della California. Notai, poi, altre fiamme ardere le persone. Alcuni si tuffavano nell’oceano per trovare sollievo, ma cadevano appena toccavano l’acqua diventando delle torce umane. Urlai di terrore e compassione per quella gente L’oceano di sangue si era trasformato in un calderone incandescente di fuoco eterno. La sabbia era ormai un letto di carboni ardenti. La gente fuggiva dal fuoco che li incalzava e alla fine avvolgeva i loro corpi. Alcuni, poi, erano nudi e non avevano protezione alcuna contro le fiamme. Ma era inutile scappare da quel nemico che minacciava di divorarli. Non c’era via di salvezza perché anche la montagna era in fiamme. Nessun luogo era sicuro. Urlai dal terrore per tutto il tempo ed iniziai a singhiozzare: “Signore, cosa sta accadendo?” “Devi ricordare, figlia Mia, che ti mostro tutto ciò perché devi fare sapere al mondo cosa accadrà presto.” “Quando avverrà tutto questo, Signore?” “Dopo che avrò riportato i Miei figli a casa. Ancora troppi non credono alla Mia Parola, per questo devi scrivere un libro che racconti tutte le esperienze vissute qui con Me. Il mondo intero deve leggerlo e capire che sono pronto. Io amo tutti i Miei figli, ma non posso portarli nel Mio regno se loro non sono pronti. Non li posso forzare ad aprirMi il cuore. Da tanto tempo avevo in programma questa missione per te perché il Mio Regno è pronto, adesso.” Il Signore doveva continuamente ricordarmi i Suoi progetti e rassicurarmi su tutto perché mi sentivo ancora molto perplessa del fatto che avesse scelto proprio me per un compito così importante. Era oltre la mia capacità capire la grandezza di questo disegno divino. Ciò che le parole del Signore implicavano mi turbava fortemente. Da un lato, una parte di me non avrebbe voluto tale responsabilità, ma mi ero impegnata ad obbedirGli in tutto quello che mi avrebbe ordinato di fare. Sapevo che mi stava preparando a compiere un lavoro per la Fine del Mondo e questo mi emozionava e mi inquietava al tempo stesso, C’era molto da fare! “Ti porterò ancora in Paradiso.” Questa volta, arrivati in cielo, passammo attraverso i soliti rituali. Poi mi condusse subito alla fossa infernale fuori dai confini del Regno. Non ci cambiammo d’abiti. Per arrivare lì camminammo lungo il versante della montagna, attraverso il tunnel scuro, fino in cima. Qui, rivolgemmo il nostro sguardo nel vasto abisso, così profondo da sembrare senza fine. Era una scena spaventosa e raccapricciante. Il Signore mi disse, “Voglio che tu veda questa scena di nuovo.” Non avrei voluto guardare ancora una volta nell’abisso, ma d’un tratto la mia attenzione fu colta da qualcuno che mi faceva segno con la mano. Nonostante il fumo, capii trattarsi di una donna. Udii la sua voce. Parlava nella mia lingua nativa coreana e urlava, “Brucia! Brucia!” Conoscevo quella voce. Il fumo si dissolse e guardai negli occhi di quella donna in preda al tormento. Era mia madre! Mi fece segno con il braccio destro, urlando “È caldissimo, brucia!”. I nostri occhi si incontrarono e i suoi mi chiedevano aiuto. Mia madre mi chiedeva aiuto disperata dal profondo dell’Ade. Il mio cuore si fermò. La consapevolezza che non c’era niente da fare mi ferì come una coltellata. Mia madre era all’inferno! Mi sentivo schiacciata. Avrei voluto con tutta me stessa allungarmi e salvarla dalle fiamme che divampavano intorno a lei. Fu il momento più brutto della mia vita. Niente può spiegare ciò che provai in quell’istante. Era un misto di paura, disperazione, dolore, terrore, tristezza e non-speranza. E mia madre avrebbe sperimentato queste emozioni per l’eternità. Era morta all’età di quarant’anni ma il Suo viso era lo stesso di sempre. Era una bella donna ma la sua espressione adesso risultava distorta dai tormenti infernali. Avrei voluto toccarla, dirle che tutto sarebbe andato bene ma sapevo che sarebbe stato impossibile a causa delle sue scelte di vita. Non potevo aiutarla in nessun modo e neanche il Signore poteva perché lei non Lo conosceva. Nessuno le aveva mai insegnato la storia di Cristo. Non conoscere il Signore conduce all’inferno. Per questo tutto il mondo deve sapere della terribile fossa dei peccatori e del meraviglioso regno del Paradiso. Vidi, poi, mio padre, la mia matrigna e un caro amico morto solo all’età di diciannove anni. Erano tutti all’inferno. Erano uguali a come li ricordavo ma con i volti distorti nell’agonia della punizione eterna. Non ne potevo più. Girai la testa dall’altro lato per non vedere la scena orrenda. Ma ecco un’altra voce familiare urlare dall’abisso. Era un mio amico, morto dieci anni fa, e accanto a lui c’era mio nipote, morto a vent’anni. L’ultima volta che l’avevo visto aveva dieci anni e adesso sembrava lo stesso, solamente più alto. Piansi molto. Avevo pianto per tutto il tempo come una bambina. Così, tanti mie cari ed amici avevano fatto delle scelte che li avevano condotti tra le fiamme dell’inferno. Non riuscivo a sopportarlo! Alcuni di loro, avevano sicuramente sentito parlare del Signore ma nessuno gli aveva mai spiegato chi fosse Gesù e che cosa avesse fatto per noi, altrimenti non avrebbero mai fatto la scelta sbagliata. Avrei voluto parlargli di Colui che disse: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). L’abisso infernale era distante, ma era come se avessi avuto uno zoom per vedere da vicino quelle persone. Non riuscivo a controllare il mio pianto. Allora, il Signore mi asciugò le lacrime e mi accarezzò i capelli. Capii che anche lui era triste e stava piangendo con me. Poi, parlò. “Il motivo per cui ti mostro tutto questo, figlia Mia, è che non importa quanto una persona sia buona; andrà comunque all’inferno se non mi accetta.” Annuii con la testa. “So che i tuoi genitori ed amici erano brave persone in molti modi ma non erano stati salvati. Questo è l’unico posto per loro. Qui, dovranno passare l’eternità. Figlia, so che fa male vederli così ma dovrai parlare anche di questo nel libro che scriverai per Me. Per questo ti faccio vedere le persone che conoscevi come tu le ricordavi. Devi avvisare tutto il mondo e metterlo al corrente dell’esistenza dell’inferno. Devo salvare più figli possibile prima di tornare sulla terra a riunire la Mia chiesa intorno a Me. Mio Padre Dio ama tutti i Suoi figli ma ha dato loro delle leggi che si aspettava seguissero. Anch’io soffro nel vedere i tuoi cari in quelle condizioni ma devo seguire il volere di Dio. Una volta che una persona va all’inferno, è per sempre. Voglio che tutti lo sappiano, l’inferno è per sempre. Amo tutti i Miei figli ma non posso forzarli ad amarMi a loro volta e ad obbedirMi. Se Mi apriranno i loro cuori, allora potrò aiutarli a credere in Me ed amarMi. Devi salvare più anime possibili. I credenti devono predicare la Mia parola ovunque. Questa è la cosa che conta di più per Me.” Avevo visto e sentito abbastanza per dedicarmi ad una missione evangelica con fervore per sempre. Come avrei potuto tacere ciò che avevo visto e sentito? Avrei parlato a tutti di Gesù per garantire loro la vita eterna in Paradiso. Niente era più importante al mondo. I miei genitori ed alcuni cari amici erano all’inferno. Non avrei potuto stare con le mani in mano e guardare altri che ci andavano. Ero felice al pensiero che il mio libro sarebbe stato letto da molti che ne avevano bisogno. Tutti dovevano sapere che l’inferno era reale quanto il Paradiso! Sebbene ciò che avessi visto dell’inferno mi avesse scioccato, allo stesso tempo, aveva anche avuto la funzione di rendermi risoluta oltremisura; avrei fatto sì che nessuno avrebbe mai più negato la veridicità del Paradiso e dell’inferno. Il Paradiso esiste e voglio che tutti abbiano la possibilità di andarci grazie a me. Questo è anche il volere di Dio, come affermato dalla Sua parola: “Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Il giorno del Signore verrà come un ladro; allora i cieli con fragore passeranno, gli elementi consumati dal calore si dissolveranno e la terra con quanto c’è in essa sarà distrutta” (2 Pietro 3:9-10). La Fine dei Tempi è veramente vicina. Il Signore è stato molto paziente fino ad ora ma adesso è pronto per riprendere i Suoi figli con Sé. Allora, chi rimarrà sulla terra sperimenterà sul serio cosa vuol dire l’inferno, prima di finire in quello vero ed eterno. Il mio compito è di mettere in guardia più gente possibile. Questi eventi sono davvero alle porte!
Posted on: Wed, 06 Nov 2013 15:47:29 +0000

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