VENTI: DAI QUADRANTI SETTENTRIONALI OVUNQUE: - FORTI SULLE - TopicsExpress



          

VENTI: DAI QUADRANTI SETTENTRIONALI OVUNQUE: - FORTI SULLE REGIONI ADRIATICHE , SULLA SARDEGNA ORIENTALE E SULLE AREE COSTIERE DEL LAZIO; - MODERATI, MA CON RINFORZI, SUL RESTANTE CENTRO-SUD; - DEBOLI SUL RIMANENTE SETTENTRIONE. MARI: - DA AGITATI A MOLTO AGITATI IL TIRRENO CENTRO-MERIDIONALE E LADRIATICO; - DA MOLTO MOSSI AD AGITATI IL RIMANENTE TIRRENO, IL MARE ED IL CANALE DI SARDEGNA E LO STRETTO DI SICILIA; - MOLTO MOSSO LO JONIO; Arriva il freddo ed il gelo ma piu’ di un italiano su cinque (21,1 per cento) dichiara di non poter riscaldare adeguatamente la propria abitazione e nelle case tornano le stufe a legna e si riaccendono i camini. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat, dalla quale emerge che è quasi raddoppiato il numero di italiani che si trova in condizioni di disagio tali da dover soffrire il freddo, rispetto all’inizio della crisi nel 2007 quando erano il 10,7 per cento. Una tendenza confermata – sottolinea la Coldiretti – dal ritorno di forme di riscaldamento che sembravano dimenticate con oltre sei milioni di stufe e camini pronti ad accendersi sul territorio nazionale. Con la crisi e l’insostenibile prezzo dei combustibili in Italia sono tornate le stufe e si riaccendono i camini, con un aumento record del 15 per cento delle importazioni di legna da ardere nel 2013 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi sette mesi. Con una forte escalation negli ultimi anni, l’Italia – stima la Coldiretti – è diventato il primo importatore mondiale e in tutto il 2013 saranno importati circa 3,5 miliardi di chili di legna da ardere per garantire il caldo nelle case degli italiani. Una tendenza dovuta – sostiene la Coldiretti – in parte alla riapertura dei camini nelle vecchie case ed alla costruzione di nuovi ma anche ad una forte domanda di tecnologie piu’ innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets. Crisi, Coldiretti: tornano stufe e camini, +26% import legna Ad aumentare – continua la Coldiretti – sono anche i furti di legna tanto che il Corpo forestale parla di nuova realtà criminale con piu’ di 800 illeciti penali, 20 arresti, e 4.000 illeciti amministrativi rilevati nel 2012 per un importo di oltre 3 milioni di euro ma con sensibili incrementi quest’anno. Sul territorio nazionale sono presenti 10 milioni e 400 mila ettari di superficie forestale, in aumento del 20 per cento negli ultimi 20 anni, di cui viene utilizzato meno del 15 per cento della ricrescita annuale a fronte di un 65 per cento ad esempio della Germania. No a caminetti e stufe a legna perché inquinano: greci condannati a morire di freddo Con una più corretta gestione delle foreste può essere prelevata, quasi senza alterarne la sostenibilità, una quantità di 23,7 milioni di tonnellate/anno di combustibile che riduce i consumi attuali di petrolio di ulteriori 5,4 milioni di tonnellate. Appare quindi evidente – conclude la Coldiretti – l’importanza di rilanciare la gestione dei boschi che, oltre alle valenze economiche, territoriali, sociali e paesaggistiche avrebbe anche un impatto ambientale. PENSIERI Le banche daffari creano quantitativi illimitati di valore, attribuendo ai depositi bancari la velocità della luce trasferendoli da un continente allaltro con gli impulsi elettronici dei computer. Il fenomeno è stato definito dal Governatore della Banca dItalia, come “deposito transnazionale che sfugge al controllo delle banche centrali”. Poiché il valore indotto è causato dalla circolazione della moneta, analogamente allenergia elettrica causata dalla rotazione della dinamo, mancando la consapevolezza scientifica del fenomeno, il governatore per esprimere il concetto, ha collegato la parola “deposito” che ha un significato statico, col termine “transnazionale” che ha un significato dinamico. Ha proposto così una definizione irrazionale del valore indotto perché espressa con due termini tra loro incompatibili.La moneta non è solo il prodotto di una convenzione, ma di una attività convenzionale che, nella sua continuità, realizza il “potere dacquisto” per induzione in una fattispecie di sociologia giuridica. La moneta che non circola è un mero simbolo, non è moneta. I nemici giurati del capitalismo selvaggio, dell’uomo della strada, della massificazione hanno interiorizzato la quintessenza del modello sociale da loro più detestato, anche se la loro antipatia si avvale della retorica liberalsocialista – ‘mercato, sì, ma «con juicio», iniziativa privata, sì, ma con lo Stato pronto a ‘correggere’ e a far valere, comunque, il ‘bene comune’. Mi riferisco al primato della quantità sulla qualità ovvero alla trasformazione della seconda nella prima ma solo quando fa comodo al potere. Allorché dicono che l’aver scritto un saggio in italiano, che non sia stato tradotto in inglese – e che, quindi, non possa venir letto (in teoria) da un grande numero di persone –, è come non aver scritto niente, non si rendono conto di porsi nell’ordine di idee del ‘numero è potenza’. Solo che, in questo caso, i numeri ce li hanno gli altri e a noi tocca il destino dei sudditi coloniali dei bwana bianchi.Chi ha l’orgoglio delle proprie tradizioni artistiche e linguistiche, ne valuta la rilevanza intrinseca indipendentemente dall’audience. Tra l’avventuriero delle lettere che ha imparato bene l’inglese, è riuscito a infilarsi in qualche università americana e può vantare al suo attivo 10 (superficialis sime) opere in inglese e un oscuro studioso che pubblica un nuovo Principe, non inferiore a quello di Machiavelli, ma lo pubblica in italiano, in un numero limitato di copie e per un piccolo editore di Casal Monferrato, in base alla filosofia modernista della Pubblica Istruzione, si dovrebbe, senz’altro, anteporre il primo nell’assegnazione di una cattedra universitaria. Abbagliati da miti infantili e sindacali, gli italiani hanno creduto a Babbo Natale. Pensando che l’erario avesse risorse infinite, hanno chiesto tutti i possibili vantaggi e se qualcuno diceva di no era bollato come egoista, cattivo e di destra. Il problema è che non sentiamo parole. Parole che siano pensiero, nobile come può esserlo ciò che è giusto, e giusto come può esserlo ciò che tiene conto, sopra ad ogni cosa, delle aspirazioni umane immutabili e del benessere dei propri simili.E, invece, udiamo solo parole che altro non sono che squallide eco di pensieri imposti da tessitori dal volto sconosciuto; parole di padroni che sono, a loro volta, schiavi guidati dallignobile e dal meschino, servili, fino al fanatismo, nei confronti degli oscuri tessitori.E guidati così dalla vanità e dallavidità personali, senza timore alcuno di contraddire la coscienza e, ancor più, la verità..Non ci sono uomini, ci sono solo contabili votati al conformismo di un potere ottuso, come poche volte nella storia umana. E non avremo speranza finchè non udremo le parole che esprimano il pensiero di chi sente, vede e intuisce, e studia, sapendo che deve servire gli altri esseri umani per il benessere comune. Parole di uomini.Questo silenzio è assordante e avvilente. Un ossimoro grigio: il silenzio delle parole degli uomini, sostituito dal fragoroso sbraitare delle disumane marionette senza coscienza. Sta soccombendo a se stesso,lo Stato che ha contratto l’enorme debito pubblico sotto il quale agonizziamo pur di concedere tutto a tutti o, più esattamente non a tutti: infatti non è stato affatto benevolo con i datori di lavoro privati. Le sue pretese fiscali e le sue leggi sul lavoro sono state tali che oggi l’Italia è uno dei Paesi in cui meno conviene intraprendere, come certificato dalle classifiche internazionali specializzate. Ecco perché è ridicolo parlare di “creare lavoro”: prima si azzoppa il cavallo e poi si vorrebbe che corra? Alle imprese conviene fuggire dall’Italia. E infatti lo fanno. I nostri miti resistono a qualunque obiezione. Uno è quello della “ridistribuzione della ricchezza”. Più sciocchezze che parole. Dal momento che non c’è mai stata una distribuzione non ci potrà mai essere una ri-distribuzione. Ma la gente pensa che, se qualcuno ha di più, quel di più deve essergli tolto. Da noi la ricchezza è un torto e un peccato. E non si produce: si va a togliere a chi l’ha. I politici non hanno creato questa mentalità, l’hanno soltanto coltivata, poco importa se in buona o malafede, per avere quei voti che in effetti hanno avuto. Il simbolo monetario può assumere tutte le forme possibili delle fattispecie giuridiche. Come la luce rossa e verde del semaforo è forma di norme giuridiche, perché consentono e vietano il transito, così il simbolo monetario può essere realizzato, per convenzione, nella luce del computer.>[ si deduce che se siamo indotti ed obbligati per Legge, detta convenzione sociale, ad accettare lo strumento monetario e che la LEGGE è lo strumento del DIRITTO e che il DIRITTO appartiene alla Società come gli strumenti legislativi e convenzionali da esso creati, la MONETA DEVE appartenere al popolo che si riconosce nella convenzione sociale sancita con il DIRITTO e con il SUO STRUMENTO che è la Legge della convenzione monetaria ] Il punto è la sensazione: nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu. Se tutti gli uomini fossero ciechi, nessuno parlerebbe di luce. INKYESTA PELUSO-di Carlotta Scozzari La settimana scorsa il concetto era stato riportato dallex attuario di Fondiaria-Sai, Fulvio Gismondi, che, sentito come testimone, aveva dichiarato che Piergiorgio Peluso, alla fine del 2012, aveva lasciato Fonsai in aperto disaccordo sui concambi di fusione con Unipol. Il motivo - emergeva dalle dichiarazioni di Gismondi, che a sua volta riportava delle confidenze che gli aveva fatto il figlio del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri - era che alla base di quegli stessi concambi si sarebbero nascosti illeciti e irregolarità. Ma oggi a sollevare dubbi sulla correttezza di quei concambi, che sono poi quelli definitivi a cui si concretizzerà la fusione di Fonsai in Unipol (avvenuta sotto la regia dei due creditori Mediobanca e Unicredit, questultima anche socia), sono direttamente le parole di Peluso, ex direttore generale della compagnia che era controllata dalla famiglia Ligresti e ora direttore finanziario di Telecom Italia.. La maxi-perdita da 799 milioni registrata da Fonsai nel 2012, sostiene Peluso in una telefonata agli atti dellinchiesta di Torino, sarebbe stata decisa da Unipol per difendere il concambio della fusione. Stanno distruggendo Fonsai, dice il figlio del ministro il 21 marzo 2013, allindomani del via libera al bilancio della compagnia assicurativa. Nella conversazione intercettata, Peluso commenta con lallora responsabile della pianificazione strategica di Fonsai, Claudia Motta, le svalutazioni del bilancio del 2012, approvato dal consiglio di amministrazione già espressione della compagnia bolognese guidata da Carlo Cimbri alla vigilia della telefonata. Annota il Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Torino: Peluso ipotizza che tale comportamento sia dovuto allintenzione di Unipol di difendere i valori di concambio già stabiliti nel progetto di fusione (comunque è chiaro che loro stan difendendo il concambio...). In merito Peluso afferma che per raggiungere tale obiettivo stan distruggendo Fondiaria-Sai. Peluso figura tra i testimoni citati dai pm torinesi Vittorio Nessi e Marco Gianoglio al processo Fonsai, che si aprirà il 4 dicembre e che vedrà tra gli imputati lex patron del gruppo, Salvatore Ligresti, e i manager Emanuele Erbetta, Antonio Talarico e Fausto Marchionni. Giulia Ligresti ha, invece, patteggiato, mentre la sorella Jonella ha chiesto di poterlo fare. INTERNI LETTA-L’Italia rischia di finire al cimitero. E a dirlo non sono un Renato Brunetta o un Beppe Grillo. Ma una delle bibbie economiche del pianeta, ilWall Street Journal. Il quotidiano economico americano, in un lungo articolo, analizza lo scenario politico-economico del nostro Paese alla vigilia dell’approvazione della Legge di stabilità e a due settimane dalle primarie che con ogni probabilità incoroneranno Matteo Renzi segretario del Partito democratico, aziosista di maggioranza del governo delle (ex) larghe intese con l’ormai prossimo passaggio all’opposizione di Forza Italia. L’Italia, spiega il WSJ, è il Paese che “ha fatto più progressi di ogni altro nel ripianare il proprio bilancio”, ma ora ha bisogno di riforme che l’attuale governo non riesce a portare avanti perché “appare paralizzato”. London School of Economics: dell’Italia non rimarrà nulla, in 10 anni si dissolverà Ora si aprono tre scenari: il primo è quello di un governo “senza catene” in grado di lanciare le riforme; il secondo è che il successo di Matteo Renzi alle primarie del Pd costringa il governo Letta “ad accettare nuove elezioni per arrivare ad un governo di maggioranza” che possa agire con maggiore autonomia; il terzo è che Renzi non riesca a “soppiantare” Letta, che ha “il sostegno parlamentare del proprio partito e del capo dello Stato Giorgio Napolitano”, e che i due vengano trascinati “nella loro amara rivalità” portando a un nuovo stallo politico. E’ quest’ultima la “prospettiva seriamente allarmante” paventata dal WSJ: quella di un governo Letta che duri fino al 2015 inoltrato ponendosi come unico traguardo la stabilità e l’equilibrio dei conti: “Non sorprende che molti italiani temano che la stabilità che offre Letta si scopra essere quella di un cimitero. E molti tra i maggiori imprenditori sono convinti che le larghe intese abbiano tentato poco e ottenuto ancora meno”. Il quotidiano finanziario americano ripercorre le tappe dell’esecutivo larghe intese e ne traccia un bilancio severo. “Sono passati sette mesi da quando Enrico Letta è diventato premier e l’unico risultato apprezzabile è il calo degli interessi sui titoli a dieci anni del Tesoro e lo spread con i bund tedeschi”. Ma il bilancio 2014 è deludente e “in privato lo sanno anche i ministri”: su 800 miliardi di spese sono riusciti a tagliarne “solo 2,5 miliardi” e il Paese ha le tasse “più alte dell’Eurozona”. La coalizione, prosegue il WSJ, non mostra “alcun desiderio serio di riforma”. E rischia di fare come l’esecutivo tecnico di Mario Monti che dallo zelo dei primi tempi si è “impantanato nella sabbia”. libero Dal tubo al teatro – E’ successo che, ce ne da conto Il Giornale, Pier Francesco Pinelli - dopo aver speso una carriera tra Eni ed Erg, il profilo di grande esperto di strat-up e piattaforme digitali – è stato nominato comenuovo commissario straordinario di governo per le fondazioni lirico-sinfoniche. Una scelta che, ci venga scusata la battuta scontata e po’ ridicola, non c’entra un tubo. Scelto dal premier e nominato per decreto dall’oscuro ministro della Cultura, Massimo Bray(decreto poi approvato da Fabrizio Saccomanni), Pinelli ora è chiamato a salvare i bilanci delle fondazioni. Ci si chiede, però che c’azzecchi un ingegnere idraulico coi bilanci. Democratici dubbi – Il compenso di Pinelli non potrà superare i 100mila euro, e tra i suoi compiti quello di gestire i 75 milioni di euro del fondo di rotazione. Qualche perplessità su una scelta quantomeno peculiare è stata espressa anche dal senatore Pd, Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama: “Mi auguro che il profilo scelto sia quello giusto, e che sia possibile una collaborazione fattiva con il Parlamento. Si tratta infatti di un incarico molto delicato, vista la situazione complessiva del settore e l’urgenza con la quale molti teatri stanno aspettando i fondi previsti dalla legge valore e cultura”. Chi storce il naso – Per inciso, Pinelli, da tempo viene considerato unuomo vicino a Letta. Il comunicato del ministero recita: “Il neo commissario è stato per molti anni consulente sui temi dell’economia, della cultura, interessandosi principalmente di organizzazione e sviluppo di differenti società operanti nei settori dei beni culturali”. Di sicuro c’è che il Parlamento è in subbuglio per la sua nomina. Marcucci spiega ancora: “La commissione valuterà nella prima seduta utile il curriculum del manager, così come avevamo già assicurato al ministro Bray”. libero ECONOMIA EURO-La nostra maledizione? Si chiama euro. «Più che una moneta, è un metodo di governo occulto, elitario, illegittimo, autoritario e antidemocratico». Una minaccia «che divide, anziché unire i popoli europei, col terrorismo della miseria (fuori dall’euro) e la promessa della prosperità (dentro l’euro)». Un mito, «falsificato in diverse varianti, a seconda della realtà socio-economica interna di ciascun paese». L’inizio della fine? Lo storico divorzio tra governi e banche centrali, dove queste ultime hanno cessato di fungere da “bancomat” degli Stati per sostenere la spesa pubblica. Di qui le “riforme strutturali” che prevedono stangate fiscali e misure recessive, privatizzazioni dei servizi, devastazione del lavoro con flessibilità, precarizzazione e licenziamenti facili. Era un piano preciso: togliere ossigeno agli Stati, azzoppando le economie democratiche a vantaggio delle élite. Lo spread? «Chiaramente pilotato dalla Bce, come “clava di ultima istanza” per costringere i governi periferici a imporre l’amara medicina». Obiettivo: smantellare lo Stato democratico – garante dei cittadini – per privatizzare tutto, a beneficio di pochi ricchissimi. E tutto questo, osserva Alberto Conti su “Megachip”, grazie a un alibi come il «falso dogma dell’indipendenza della politica monetaria ai fini della stabilità». Così, si è formata l’euro-burocrazia al servizio delle lobby economico-finanziarie, che di fatto si arrogano il diritto d’interpretare il processo di unificazione europea, «falsamente presentato con la persuasiva immagine progressista dei padri fondatori di un sogno, che in realtà si è trasformato in un incubo», soprattutto per paesi come l’Italia. Col maturare della crisi, «l’euro mostra sempre più la sua vera natura di moneta fraudolenta, con la funzione di idrovora della ricchezza pompata dal basso verso l’alto». Ma la cosa peggiore è che questi falsi ideologici «alimentano odio e false contrapposizioni d’interesse tra i popoli, in nome della “competitività nei liberi mercati”, senza mai specificare se fisici o finanziari, in una logica di commistione diabolica dove per salvare gli uni occorre distruggere gli altri». Che l’euro sia una non-moneta, continua Conti, lo testimonia il suo disegno strutturale fin dalla nascita (Maastricht, Bundesbank, Deutsche Bank), i cui esiti nefasti si stanno manifestando dopo poco più di un decennio dalla sua entrata in vigore, precipitati e aggravati dalla crisi finanziaria globale che ha il suo epicentro a Wall Street. Basta un raffronto dell’euro col dollaro – i debiti sovrani europei e quello federale Usa – per capire le analogie e le differenze della “nostra” (si fa per dire) moneta con quella di riferimento globale, cioè il dollaro di Bretton Woods, dal 1971 divenuto «la principale arma di contrapposizione ostile e violenta dell’impero col resto del mondo». Quanto all’euro, «da promessa di simbolo e motore economico dell’Unione Europea», si è presto rivelato essere il suo esatto opposto, cioè «strumento di prevaricazione di pochi sempre più ricchi sulle masse impoverite». Una vera «forza disgregatrice dell’Unione Europea, dopo i primi illusori anni». La catastrofe della periferia, però, è di tali proporzioni da travolgere di seguito anche il centro, che però un risultato lo ha comunque ottenuto: consolidare l’economia della Germania riunificata, “stabilizzando” un alleato strategico degli Usa. «Si pronuncia euro, copyright della Bce, ma si legge “potere della finanza globale neoliberista”», realizzato «attraverso la longa manus di un sistema bancario privatizzato e asservito agli interessi dell’élite, come già le corporation che monopolizzano i mercati fisici e il sistema mediatico che disinforma e addormenta le masse». Dunque, che fare? Abbattere questo “mostro” o riformarlo, mettendolo al servizio dei popoli? Per Conti, «la natura non riformabile di questa sovrastruttura tecno-politica può pur sempre trasfigurare in positivo semplicemente abrogandone la sua caratteristica principale, il totalitarismo progressivamente istituzionalizzato, cioè il fatto di essere una “moneta unica” non nel senso che è comune (10 paesi dell’Ue non l’hanno mai adottata), ma nel senso che non ammette altre valute là dove invece è stata introdotta nel 2000». Tecnicamente basterebbe aggiungere in ogni paese dell’Eurozona una nuova moneta nazionale (Euro-lira, Euro-marco, Euro-pesetas), inizialmente nel rapporto 1:1 con l’euro; la nuova moneta sostituirebbe quella della Bce per la fiscalità e i pagamenti interni al paese, lasciando all’euro la funzione di pagamento nelle transazioni tra paesi diversi. Decisivo il rapporto dei cambi: andrebbe aggiornato periodicamente «sotto il controllo di un nuovo Parlamento Europeo, finalmente dotato della dignità di un vero governo di competenza strettamente confederale, che governa la Bce collegialmente». Questa misura, per avere il successo sperato e traghettare l’Europa fuori dalla crisi, dovrebbe essere accompagnata da un decalogo di cambiamento radicale. Mai più cessioni improprie di sovranità nazionale, a cominciare da quella monetaria interna. Mai più obbedienza cieca, sotto ricatto, ai diktat del circo della finanza globalizzata. Mai più salvataggi pubblici dei crack degli speculatori privati, grandi o piccoli. Mai più la primazia del profitto privato sulla difesa del lavoro. Mai più il contrasto alla recessione con misure recessive. E mai più libera circolazione di merci e capitali contro gli equilibri e gli interessi leciti dell’economia locale. Inoltre, aggiunge Conti, bisognerebbe bloccare gli attacchi speculativi eterodiretti alla valuta nazionale, impedire che i “debiti sovrani” finiscano fuori controllo. Mai più interferenze delle lobby, le grandi mafie che oggi dettano ai governi le misure da infliggere ai cittadini. Obiettivo possibile, a patto che risorga lo Stato democratico come “attore dell’economia”, con «funzioni di stimolo e di controllo sistemico». Dalla dignità dello Stato dipende quella dei cittadini, quindi la democrazia: serve «una forte volontà politica» per globalizzare i diritti, verso un futuro di pace che ci liberi dall’incubo. libreidee Mentre si annunciano nuovi attacchi speculativi alla creazione di un nuovo e instabile gioverno, Letta teme che arrivino come un uragano. L’uomo del Colle dei poteri forti, ammazza-diritti e welfare non avrebbe lautorità per placare gli speculatori, se questo fosse il problema (ricordate cane non morde cane) ? Sia mai, tanto nessuno glielo chiede, tantomeno i crociati contro la Germania. Il fronte anti Merkel dovrebbe chiedere al proprio beniamimo alla Casa Bianca se i titoli tossici di cui le banche europee sono piene, possano essere ritenuti una vera e propria frode che li renda non rimborsabili. Ma questa idea non mi sembra essere pervenuta, come non pare che tale fronte si sia turbato dal recente scandalo sui tassi Euribor tramite i quali sono state derubate le famiglie italiane. E pervenuto però forte e chiaro lordine di Draghi di fornire liquidità illimitata alle banche. Si sono chiesti i paladini anti Germania chi ne pagherà il conto e come ? Certo che no, per loro è tutto estremamente semplice: cè un demone che non vuole salvare gli stati, quindi bisogna aiutare i tutori dellordine e della democrazia a vincere contro questa entità malefica. Purtroppo, i soliti utili idioti non mancano, sempre pronti ad abboccare a questa litania, convinti che fondo salva stati, scudo anti spread, eurobond etc siano degli strumenti introdotti per aumentare il tenore di vita delle singole famiglie delle nazioni PIIGS e non per tenere a galla le banche zombie a nostre spese. Chissà, forse ritengono Mario Draghi sul quale è stata aperta unindagine per conflitto dinteressi un potenziale capopopoli dei poveri,vecchi e nuovi. Tesi che serve molto alla finanza anglosassone che aspetta con ansia lapertura dei rubinetti della BCE in stile Helicopter Ben della Federal Reserve. Poco importa se Obama fa pressing sui governi europei per imporre lo scudo anti-spread rendendo palese a chi serva tale misura. Insomma siamo dinanzi ad unequipe di paladini per il bene dellumanità, purtroppo ostacolati dallarcigna strega cattiva e chissà, magari molti pensano sia una fortuna che Moodys abbia lanciato un pizzino a Germania ed Olanda (che hanno rifiutato lo scudo anti-spread). Obama ci ha prestato anche Tim Geithner, diamine siamo ancora troppo europei e non siamo ancora abbastanza appiattiti sul modello americano. Il broker Obama dichiara anche che la Ue è un problema per delle persone che in questa sala hanno degli affari, udite udite, il democratico non è preoccupato per i popoli stretti nella morsa dellausterità voluta dalla strega del Nord, ma magari sarà unaltra stupida sottigliezza. Un piccolo stato come la Grecia che ha solamente il 2,5 % dell’Economia in Europa è al centro della scena politica mondiale, quello che hanno mostrato a Cannes i capi governo europei è un totale Caos, da 4 anni discutono su come evitare la crisi tra banche -finanza e politica in tutto lo spettro mondiale,ogni loro seduta che fanno (G8- G20 e sette e mezzo) annunciano di aver trovato la soluzione per risolvere tutti i problemi riguardanti la crisi, ma diventa sempre peggio, non è coincidenza e nemmeno un fallimento, la cosa è voluta di proposito, una sceneggiatura come al Teatro e noi facciamo da spettatori ,salvare l’euro non è quello che vogliono ,al contrario è la distruzione dell’Euro,è creare l’ordine causando il Caos e questo è il loro grande obiettivo,nel 2009 durante il meeting dei Bilderberg in Grecia ed esattamente a Vouliagmeni avevo scritto che non era stata una coincidenza che i Bilderberg si riunivano proprio in Grecia, Papandreou era l’ospitante delle stelle Elitarie che avevano deciso di usare la Grecia come Stato europeo che doveva fare da esca , sappiamo che quando l’Elite trova la soluzione trova anche l’apposito problema che fa a caso su quella soluzione, cioè portare la Grecia di proposito quasi alla bancarotta, con questo sistema possono far cambiare tutto il sistema sociale ed economico in uno stato e senza che la popolazione faccia una grande resistenza, questo è appunto successo in Grecia, la Grecia è stata scelta per far scoppiare una crisi di notevoli dimensioni al fine di far scoppiare una vera e propria crisi in tutta l’europa- La Goldman Sachs che è la Banca dei Bilderberg ha creato tutte le opzioni per una crisi e senza uscita per la Grecia avendo fatto di tutto per far entrare la Grecia nei parametri per la sua entrata nell’EURO,poi hanno fatto di tutto che il governo greco si indebitasse e infine alla bancarotta, hanno anche scommesso sulla bancarotta della Grecia che ha fruttato centinaia se non migliaia di milioni di Euro alla Goldman Sachs, non dimentichiamo che l’Unione Europea e l’Euro furono fondati dietro decisione dei Bilderberg nel 1955 il suo primo “Caimano” Etienne Davignon disse dopo anni che il tutto è stato deciso dai Bilderberg, i Politici di ogni singolo stato della UE hanno solo il dovere di dichiarare la fondazione della UE e dare le informazioni ai media in modo che questi si assumono la responsabilità di disinformare i cittadini sulla costruzione di una super nazione che in fin dei conti è una UNIONE SINTETICA e senza alcun valore Democratico e Sociale, questo è successo dopo decenni di disinformazione sulla fondazione della UE , adeso sappiamo che è una creatura Dittatoriale dove i cittadini devono solamente nascere e lavorare per soddisfare le perverse voglie di una Elite di Criminali ..fin che morte arriva. Perché la Grecia è stata scelta come prima vittima ? le motivazioni sono diverse : primo , l’eminenza grigia dei Bilderberg denominato Henry Kissinger odia a morte i greci, lui stesso ha sempre ribadito che l’orgoglio del popolo greco deve essere massacrato , questo lo ha detto a Washington durante una conferenza di imprenditori internazionali nel mese di Settembre del 1974 e ribadito dopo la conferenza dei Bilderberg in Grecia, sottolineando che il popolo greco è troppo Anarchico e quindi pericoloso per la fondazione del NWO, “The Sciacall” sa bene che la cultura dei popoli Europei ha molto da condividere dalla cultura greca che fu poi acquisita dai romani che la tramandarono in tutta l’europa durante le loro conquiste di territorii fino all’Inghilterra, lo stesso Hitler si ornava nelle sue manifestazioni di cultura greca con maestose costruzioni e costumi che i suoi soldati dovevano indossare durante le sfilate , Kissinger e Rockefeller sono gli autori del piano distruttivo dell’Europa, i Rothschild stanno dando gli ultimi colpi ai pilastri che fino ad oggi la sostengono , secondo: come già specificato la Grecia è il simbolo della cultura Europea, Filosofia e Democrazia che per millenni è sono state la pietra miliare per i governi Europei, ed è per questo che la Grecia deve essere distrutta fino alla radice , terzo: l’Economia della Grecia è facile da distruggere e non è rilevante come la Cultura, non è mai stata una concorrenza ,i suoi prodotti e i servizi sociali in confronto agli altri stati della UE sono troppo cari ..secondo la casta dell’Elite,- L’elite sta usando la bancarotta della Grecia per convincere tutta la zona Euro che se uno stato non può essere salvato c’è il pericolo che la malattia si diffonda in tutta l’europa trascinandola nel baratro economico, è chiaro che con questo sistema vogliono distruggere la Grecia per salvare le Banche mettendo le mani sempre più profondamente nelle tasche dei cittadini, loro stessi hanno creato questo problema, qualsiasi esperto di Economia ha sempre detto che la creazione dell’Euro avrebbe portato l’Europa al collasso sociale ed economico e specialmente nel Sud Europa… Italia compresa seguite da Spagna, Portogallo e con probabilità anche la Francia come canditati alla bancarotta, qui è chiaro come la crisi viene alimentata sempre di più con la promessa che la soluzione sia vicina , i cittadini devono essere diretti verso l’insicurezza ,demoralizzati e impauriti fino a che accettano le condizioni che vuole l’Elite, Barros e Van Rompuy l’hanno detto chiaramente , ogni Stato della UE deve consegnare la sua sovranità e Finanza a Brussel che la vuole centralizzare a modo suo, un governo centralizzato che controlla tutte le economie di ogni singolo stato che consegnano le loro risorse e finanze nelle mani di un gruppo di criminali /mafiosi e succhia sangue, il capo criminali che dovrebbe gestire tutte le Banche in europa è Ackermann che vuole a tutti i costi un commissario per le finanze che assuma il controllo e potere sulle politiche finanziarie di ogni singolo stato UE, il tempo scorre e non è ammissibile lasciare in mano ai politici i controlli del proprio stato, ciò è un DIKTAT che và fuori da ogni regola descritta nel Trattato di Lisbona, “..Dittatura pura che viene applicata anche con la violenza e aggressione militare come di già ha fatto Sarkozy con la Merkel e Berlusconi” . ..ciò vuol anche dire che ogni singolo stato non esisterebbe più , si creerebbero delle piccole regioni (come vuole la Lega) che verrebbero gestite da Commissari che nessuno ha eletto , i Parlamenti Nazionali non hanno più nulla da dire (già lo stanno applicando), per controllare tutto questo c’è bisogno di un esercito e di un apparato di Polizia Europea (già costituita con la Eurogendfor) che mantiene ordine a tutti i costi, l’Elite della finanza che è sotto controllo dei Rothschild vuole un Superstato “la EUDSSR” ,costruita non Democraticamente ma che abbia le sembianze Democratiche= Dittatura, il popolo dovrà accettare dopo la martellante Propaganda che i media avranno fatto per condizionarlo e prepararlo all’anestesia totale, solo allora le Banche e l’Industria potranno fare quello che vogliono, ..e cosa vogliono fare? Dirigere i capitali e le somme di denaro dal basso verso l’alto come di già è in atto, impoverire sempre di più i cittadini fino a renderli schiavi e farli lavorare fino alla fine dei loro giorni senza pausa, indirizzarli al consumismo sfrenato, controllati in ogni movimento e discussione, il tutto per la nostra salute e sicurezza????? Ma tutto questo non basta, per risolvere i problemi del mondo ci vuole un Governo Mondiale e quindi deve essere fondata una Unione Mondiale che potrà risolvere tutti i problemi esistenti , per raggiungere questo obiettivo è chiaro che anche tutti gli altri stati /nazioni e continenti debbano essere messi sotto controllo di questa Elite assatanata di potere , ciò comporta un risico molto più grande di quello Europeo, conclusione: prepariamoci a un evento Apocalittico di immaginabili dimensioni, quello che abbiamo visto con l’aggressione alla Libia e altri piccoli stati Africani è un Antipasto con 4 olive e qualche bruschetta, – Solo se i Popoli saranno in grado di acquisire quella coscienza di autodeterminazione e volontà di Democrazia vera e propria abbandonando l’euforia del consumismo , mettendo da parte l’egoismo che hanno costruito con passare degli anni e decenni , riscoprendo il sociale e la famiglia,si potrà sconfiggere questa Elite di Criminali e assetati di sangue, prima cosa da sconfiggere e da eliminare sono I Mass Media dato che sono loro a lavare il cervello dei cittadini dirigendoli verso una via senza uscita. Pressing del presidente Usa sui governi dellEurozona per sostenere lo scudo della Bce a difesa delleuro. Avremo ancora venti contrari nei prossimi mesi, lEuropa è ancora un problema e molte delle persone in questa sala che hanno li i loro affari lo sanno. E quanto ha detto Barack Obama parlando ad una raccolta di fondi a New York. Non credo che alla fine gli europei permetteranno la disfatta delleuro - ha poi aggiunto il presidente . CHIESA POTERE (E SOLDI) DEI CAVALIERI DI COLOMBO. I 4 MILIARDI DI DOLLARI “SPARITI” – Accanto al potere del segretario di Stato Tarcisio Bertone (che peraltro è anche a capo della commissione cardinalizia che presiede la banca), determinante è anche quello in mano a importanti esponenti dell’associazione dei Cavalieri di Colombo. Basti pensare che ilcavaliere supremo (questa la carica più alta) è il laico Carl Anderson, membro del consiglio di sovrintendenza. Non solo. Anche il cardinale Juan Sandoval Íñiguez, ex membro della commissione cardinalizia, è uno dei più autorevoli “cavalieri”. Il motivo per cui si tenga così in considerazione l’organizzazione dai tratti paramassonici è più che ovvia. Direttamente dal sito si legge che i “quasi 1.700.000 Cavalieri” (tra Stati Uniti, Canada, Messico, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Filippine, Bahamas, Guatemala, Guam, Saipan e Isole Vergini) contribuiscono con “130 milioni di dollari” al suo sostentamento. E come viene impiegato questo capitale? Formalmente in “opere di carità”. Viene da chiedersi, però, se il versamento da 2,5 milioni di dollari versato lo scorso 2003 a Giovanni Paolo II per il suo 25esimo anniversario di pontificato sia “un’opera di carità”. Senza dimenticare, peraltro, che quell’assegno è nient’altro che la rendita di un fondo d’investimento americano da 20 milioni di dollari, il Vicarius Christi Fund, gestito direttamente dai Cavalieri di Colombo. Ma non è tutto. Gli affari dei Cavalieri sono ben altri. L’ordine, infatti, investe (almeno fino al 2002) nei corporate bond emessi da più di 740 società statunitensi e canadesi: solo nel 2002, piazzando polizze sulla vita e servizi di assistenza domiciliare ai suoi iscritti attraverso 1.400 agenti, ha incassato 4,5 miliardi di dollari (il 3,4% in più rispetto al 2001). Peccato, però, che di questo ingente capitale solo una parte - 128,5 milioni di dollari - sia stata girata a diocesi, ordini religiosi, seminari, scuole cattoliche e, ovviamente, al Vaticano. Viene allora da chiedersi che fine abbiano fatto (in cosa siano stati investiti) gli altri 4,3 miliardi di dollari… In questo clima il pensiero dei tanti porporati (e non) chiamati in causa non è (solo) l’elezione del nuovo pontefice, quanto quello della nomina del nuovo presidente dello Ior e del nuovo consiglio di sovrintendenza. Cerchiamo, a questo punto, di offrire un quadro ancora più chiaro. Lo Ior è composto da una commissione cardinalizia di sorveglianza al cui capo siede proprio Tarcisio Bertone. Ma tra i membri spicca anche il suo acerrimo rivale, il cardinale Attilio Nicora (uno di quelli che si oppose al licenziamento di Ettore Gotti Tedeschi, voluto e deciso proprio dal segretario di Stato Vaticano). Il consiglio di sovrintendenza è formato dai già ricordati Carl Anderson, Ronaldo Hermann Shmitz e Manuel Soto Serrano, oltrechè dal direttore (e bertoniano) Paolo Cipriani e dall’avvocato Antonio Maria Marocco. La guerra è aperta. Certamente, per quanto detto, è difficile pensare che i Cavalieri di Colombo, nella persona di Ronaldo Hermann Shmitz, rinuncino alla propria ingerenza, potendo contare soprattutto sull’appoggio delle grandi banche americane con cui, come abbiamo visto, lo Ior è pesantemente in affari. Stesso discorso anche per il rappresentante del Banco Santander (soprattutto per la vicinanza di Botin all’Opus Dei) e per la Deutsche Bank (nella quale, come già detto, è aperto il conto tramite cui il Vaticano fa affari in Europa). La guerra, allora, si giocherà soprattutto tra Bertone e Nicora il quale, peraltro, presiede anche l’AIF, l’Autorità di Informazione Finanziaria, organo che si occupa, da statuto, “di prevenire e contrastare il riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo”. Questo particolare non è affatto casuale: come già detto, il siluramento di Gotti Tedeschi è stato determinato proprio dalla diatriba nata tra i due riguardo l’accettazione (o meno) delle norme antiriclaggio. La posizione di Bertone è chiara: nessuno deve vigilare sui conti Ior. Nessuno deve conoscerli. Il che lascia, ovviamente, più di un dubbio sulla bontà della posizione del porporato. Diametralmente opposta la posizione di Nicora il quale, invece, vorrebbe che gli enti di controllo, a cominciare da Bankitalia, inserissero lo Ior nella white list delle banche. Ma, affinchè questo accada, è necessario obbedire alle leggi antiriclaggio e, dunque, piegarsi ai controlli. In altre parole, eliminare il segreto che copre praticamente qualsiasi operazione che riguardi la finanza vaticana. A questo punto il quadro è più che chiaro: il subbuglio che si vive in questo periodo in Vaticano potrebbe portare aprofondi cambiamenti nella gestione politica ed economica degli affari d’Oltretevere. Probabilmente anche la decisione presa da Benedetto XVI, da sempre ostile alla linea impiantata da Bertone, di lasciare il soglio pontificio, potrebbe essere letta in questo senso. Se così fosse, capiremmo anche perché il segretario di Stato Vaticano abbia accelerato sulla nomina del nuovo presidente e del nuovo consiglio cardinalizio, appena dopo le dimissioni di Ratzinger. La guerra tra i porporati è soltanto all’inizio. Sarà una guerra giocata su interessi economici e, per quanto abbiamo visto, sugli appoggi dei grossi poteri finanziari che sono alle spalle dello Ior e che, negli anni, hanno permesso alla stessa economia pontificia di prosperare. AFORISDMIASSIOMI Deflagra più di un’atomica la reazione viscerale di un uomo umile,leale,innocente,civile,onesto,paziente e moderato.
Posted on: Mon, 25 Nov 2013 19:43:30 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015