Va da sé che le masse non sono senza peccato. Noi non siamo - TopicsExpress



          

Va da sé che le masse non sono senza peccato. Noi non siamo affatto inclini a idealizzarle. Le abbiamo viste in varie circostanze, in diverse tappe, in mezzo ai più grandi rivolgimenti. Abbiamo osservato le loro debolezze e le loro qualità. Le loro qualità, la decisione, l’abnegazione, l’eroismo, trovavano sempre la loro più alta espressione nei periodo in cui la rivoluzione procedeva d’impeto. In quei momenti, i bolscevichi furono alla testa delle masse. In seguito, si aprì un altro capitolo della storia, quando si palesarono le debolezze degli oppressi: eterogeneità, insufficienza culturale, ristrettezza d’orizzonti. Affaticate, deluse, le masse si accasciarono, persero la fede in se stesse e cedettero il posto a una nuova aristocrazia. In quel periodo, i bolscevichi (i «trotskisti») si trovarono isolati dalle masse. In pratica, abbiamo già attraversato cicli simili: 1897-1905, annate di flusso; 1907-1913, annate di riflusso; 1917-1923, annate contraddistinte da un incremento senza precedenti nella storia; poi, un nuovo periodo di reazione che non è ancora finito. Grazie a questi avvenimenti, i «trotskisti» hanno imparato a conoscere il ritmo della storia, o in altri termini la dialettica della lotta di classe. L’hanno imparato e, sembra a noi, sono riusciti a subordinare a tale ritmo oggettivo i loro disegni soggettivi e i loro programmi. Hanno imparato a non disperare, poiché le leggi della storia non dipendono dai nostri gusti individuali e dai nostri criteri morali. Hanno imparato a subordinare i loro gusti individuali a tali leggi. Hanno imparato a non temere i nemici più potenti, se la potenza di questi nemici è in contraddizione con le esigenze dello sviluppo storico. Essi sanno rimontare la corrente nella convinzione profonda che l’afflusso storico di nuova potenza li porterà sino all’ altra riva. Non tutti: molti annegheranno per via. Ma il partecipare a tale movimento con gli occhi aperti, con una volontà tesa, costituisce la soddisfazione morale per eccellenza che possa essere data a un essere pensante! (da La loro morale e la nostra di Trotsky)
Posted on: Wed, 30 Oct 2013 13:50:43 +0000

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