Vasco Errani sta goffamente tentando di far passare una sanatoria - TopicsExpress



          

Vasco Errani sta goffamente tentando di far passare una sanatoria sui rimborsi elettorali, blindando così la sua Giunta e nascondendone gli sprechi e gli abusi sotto un tappetino istituzionale. La scorsa settimana sono stati infatti inviati dalla Giunta emiliana due emendamenti alle Commissioni Lavoro e Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, quelle intente a convertire in legge il discusso decreto sui risparmi della pubblica amministrazione. Il Governatore rosso ha inviato un documento di tre pagine, giudicato scandaloso perfino dal Fatto Quotidiano, in cui ha chiesto ai deputati del suo partito di procedere, di fatto, a un colpo di spugna sulla normativa esistente che riguarda i controlli della Corte dei Conti sulla “gestione finanziaria degli enti territoriali”. Si tratta di una normativa stabilita nel 2012 dal Governo Monti (Decreto 17/2012) per dare una risposta agli scandali emersi in Lazio e Lombardia, che avevano fatto partire inchieste un po’ ovunque, anche quindi nella rossa Emilia dove Errani governa da quasi 15 anni. Sotto la lente della Corte dei Conti sono finiti 1.800.000 Euro di spese ”non a norma”, dimostrando quindi che i consiglieri emiliani niente hanno da invidiare, in fatto di “rimborsi facili”, al capro espiatorio Fiorito. Ma qui non è lecito indagare, e Errani, oltre ad aver presentato emendamenti per fare pressione sul Parlamento, ha presentato anche un ricorso alla Corte Costituzionale, a seguito di una decisa presa di posizione dell’intera sua giunta. Un ricorso presentato in “conflitto di attribuzione”, contestando i rilievi della Corte dei Conti come “lesivi dell’autonomia e delle competenze costituzionali della Regione”. I “controlli”, sostiene Errani, ci sarebbero già stati, competendo alla Regione stessa, e quindi la Corte dei Conti, secondo lui, deve starsene fuori dalle sue stanze del potere. Sì, avete letto bene: questi “signori” non tollerano ingerenze e si controllano da soli! Peccato che, come ha ribadito la Corte dei Conti, le spese contestate non rispettassero affatto i criteri stabiliti dalla legge, per la quale sono “rimborsabili” infatti solo le voci di spesa che dimostrano un diretto collegamento con l’attività del gruppo o con quella dei consiglieri facenti parte di ciascun gruppo assembleare, essendo inoltre necessario che la spesa non sia riconducibile ad un’attività politica del partito di riferimento. Vasco Errani non si dimetterà, come ha fatto invece in Lazio Renata Polverini, perché il bello è che è convinto di avere ragione! E, anche se la magistratura dovesse mettergli le manette ai polsi, continuerà a dire di aver servito fedelmente il Soviet Supremo. Nicola Bizzi
Posted on: Sun, 10 Nov 2013 22:40:23 +0000

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