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Vedi pagina Facebook: RSU CONTRO RIFORMA PENSIONI FORNERO. Partecipate il 22 novembre Milano ore 12:00, Camera del Lavoro, Corso Porta Vittorio 43 - APPELLO E MOBILITAZIONE DI DECINE DI RSU CGIL CISL UIL odg RSU FIM FIOM UILM ELECTROLUX SUSEGANA La nuova legge sulle pensioni è sbagliata, dannosa per i lavoratori e il Paese. Pertanto è necessario che a partire dalla spinta delle RSU si possa avviare una lunga mobilitazione di contrasto per cambiare la legge. Questa normativa sta provocando gravi disastri sulle condizioni dei lavoratori che non riescono più ad andare in pensione, sui giovani che anche per questo motivo non entrano nel mondo del lavoro, sulla produttività delle imprese che sono bloccate nella possibilità di attuare il dovuto ricambio generazionale. Mentre va respinta ogni ipotesi di scivoli verso la “pensione baby” a 50 anni per i militari. Le eventuali eccedenze nei vari corpi, vanno riqualificati e ricollocati nelle aree della P.A. nelle aree in sofferenza dorganico. La politica del fare pagare i costi della crisi ai pensionati e ai lavoratori, senza mai intervenire sulle grandi ricchezze e i possessori di grandi rendite finanziarie, non solo non risolve le cause della crisi ma genera gravi ingiustizie. Nonostante il fondo pensioni dei lavoratori dipendenti segnasse, a fine 2012, un attivo patrimoniale di 64 miliardi di euro ( nonostante il fondo dei dirigenti di impresa , inserito nel fondo lavoratori dipendenti, registrasse un passivo patrimoniale di 26 miliardi) e quello dei parasubordinati registrasse un attivo di 88 miliardi il governo invece di intervenire sui fondi in passivo ha pensato bene di calcare la mano sui soliti lavoratori e parasubordinati. Così non avendo risanato i fondi passivi si rischia la sostenibilità dell’intero sistema previdenziale: grazie alla controriforma Fornero entro il 2015 l’Inps vedrà azzerato il proprio patrimonio e se non si cambia politica i prossimi governi interverranno ancora contro i lavoratori e i parasubordinati. E’ necessario che i lavoratori si mobilitino subito affinchè il sistema venga risanato correggendo l’iniqua differenziazione per tipologie reddituali delle aliquote contributive (da elevare gradualmente al 33% per tutti) sui redditi reali e non su quelli figurativi, che trova analogie sul versante fiscale e che produce disuguaglianza minando il principio delluniversalità e della solidarietà alla base del sistema previdenziale. Occorre parificare le prestazioni erogate dai vari fondi eliminando privilegi. La distribuzione del peso della crisi non può risolversi esclusivamente con interventi sulle classi sociali più deboli e perciò occorre intervenire immediatamente sulle pensioni doro, sulla introduzione del principio della progressività anche sugli interventi di deindicizzazione delle pensioni più elevate (proteggendo comunque interamente quelle relative ai livelli salariali medi e ripristinando l’aggancio delle pensioni alla dinamica salariale), sul riequilibrio del deficit delle casse dei lavoratori autonomi, dei vecchi settori privilegiati e dei dirigenti d’azienda (che non può essere fatto pagare a pensionati che ricevono trattamenti molto più poveri), sul mancato pagamento da parte dello stato della sua quota di contribuzione sulle pensioni trasferite dall’Inpdap all’Inps, sulla netta separazione fra previdenza, che è salario dei lavoratori, e assistenza, che è un intervento del governo da finanziare per via fiscale. Va corretto l’allungamento dell’età pensionabile che genera solo disoccupazione per i giovani e per i lavoratori più anziani che vengono espulsi prima di aver conseguito il diritto alla pensione che nei prossimi anni si avvicinerà ai 70 anni. Occorre intervenire anche sulle disuguaglianze tra i generi, indispensabile per costruire un modello sociale che riconosca linsostituibile (e non sostituito) lavoro di cura alla persona che oggi è prerogativa femminile. È urgente a tal fine reintrodurre elementi di flessibilità in uscita, che possano liberare risorse per favorire lingresso nel mondo del lavoro di giovani e inoccupati. È necessario rivedere la disciplina che regola la contribuzione ai fini pensionistici per i lavoratori migranti non comunitari dei Paesi dove non vi siano accordi bilaterali sulla percezione delle pensioni, per i lavoratori che rientrano anzitempo, rispetto ai requisiti per la percezione della pensione. È totalmente iniquo e ingiusto che tali lavoratori perdano totalmente quanto versato allInps a tali fini. per i pensionati: un tetto pensionistico interamente indicizzato, a 5.000 euro mensili lordi, con il divieto di cumulo pensione-lavoro oltre tale cifra, eliminando l’attuale mancato recupero dell’inflazione che ha impoverito gravemente i pensionati Per i lavoratori: il ripristino delle anzianità anagrafiche per l’accesso alla pensione di vecchiaia(60 anni per le donne e 65 per gli uomini). La possibilità di accedere volontariamente alla pensione di anzianità con 40 anni di contribuzione, la riduzione delletà pensionabile per i lavori usuranti. L’eliminazione dei coefficienti automatici di innalzamento dell’età pensionabile legati alla speranza di vita media che non tengono conto di come i diversi lavori incidano su di essa e crea gravi ingiustizie. Una strategia inclusiva, attraverso l’omogeneizzazione contributiva (da elevare gradualmente al 33% per tutti), la copertura contributiva pubblica dei periodi di disoccupazione involontaria e dell’attività di cura che ricade per lo più sulle spalle delle donne. Una limitazione della riduzione automatica del tasso di sostituzione rimettendo in discussione i coefficienti di trasformazione che devono garantire pensioni decenti e che non provochino un impoverimento improvviso delle persone possibilità di destinare volontariamente una quota dei contributi dedicati alla previdenza integrativa alla previdenza pubblica, con il conseguente aumento del proprio montante contributivo. Il superamento, con la definitiva chiusura e restituzione ai lavoratori di quanto versato, di tutti i fondi pensioni chiusi e aperti, che non hanno ragione di esistere e che si stanno trasformando in un moltiplicatore di consigli di amministrazione e burocrazia per la gestione dei fondi stessi. Tutte posizioni di prestigio pagate ancora una volta da lavoratori e imprese aderenti. La RSU FIM FIOM UILM dellElectrolux di Susegana avvia una fase di contatto con le altre Rsu degli altri luoghi di lavoro al fine di promuovere e lanciare una fase di mobilitazione che dovrà culminare con una lotta generale indetta da Cgil, Cisl e Uil, sindacato che sul tema ha svolto una mobilitazione totalmente inadeguata a difendere una delle più importanti conquiste storiche dei lavoratori. Susegana, 7 novembre 2013
Posted on: Wed, 20 Nov 2013 12:18:14 +0000

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