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da ilsecoloxix.it/p/mondo/2013/ Il killer del Navy Yard? Un collerico solitario Aaron Alexis Aaron Alexis Usa, veterano fa strage nella sede della Marina Navy Yard, forze dell’ordine in azione Usa, spari in base della Marina: 13 morti New York - Il Navy Yard della Marina degli Stati Uniti a Washington è stato ieri in gran parte off limits, anche per le persone che lavorano al suo interno. La struttura in effetti è ancora a tutti gli effetti una scena del crimine attiva, con squadre di agenti dell’Fbi e di varie agenzie federali impegnate a far luce su come Aaron Alexis, un uomo che aveva disturbi mentali e che aveva avuto problemi con la giustizia, vi sia potuto entrare, armato di un fucile acquistato legalmente, per massacrare 12 persone e ingaggiare un lungo e violento scontro fuoco con la polizia, che lo ha infine ucciso. Sul vento delle prime polemiche il numero uno del Pentagono Chuck Hagel ha ordinato la revisione delle misure di sicurezza in tutte le basi e installazioni militari americane sparse nel mondo. Nelle ultime ore, molti esponenti politici hanno avanzato domande scomode. Come il sindaco di Washington, Vincent Gray, secondo cui «è davvero difficile credere che qualcuno con dei dati così controversi come quelli di quest’uomo possa plausibilmente ottenere l’autorizzazione» per entrare in un’installazione militare come il Navy Yard. Gray ha anche fugato gli ultimi dubbi sulla possibilità che il killer avesse uno o più complici. Ha agito da solo, ha confermato. Anche se non c’è stato alcun complotto, il passato di Alexis, 34 anni, afroamericano, avrebbe dovuto far suonare comunque molti campanelli d’allarme. Dai registri della polizia del Texas è emerso che nel 2010 fu arrestato per aver sparato all’interno della sua casa, verso il soffitto. Agli agenti arrivati sul posto, dopo essere stati chiamati dalla sua vicina del piano di sopra, aveva raccontato che stava pulendo l’arma e gli era partito accidentalmente un colpo. La vicina aveva raccontato che invece si era trattato di un colpo intenzionale, ma non fu incriminato. Ancora, nel 2004 fu arrestato a Seattle perché aveva sparato alle gomme di un’auto in un parcheggio, dopo una lite in cui, aveva poi affermato, era stato apostrofato con toni razzisti. Alla polizia che in quell’occasione lo interrogò, suo padre disse che Aaron aveva partecipato «attivamente nei tentativi di salvataggio l’11 settembre 2001» e l’esperienza lo aveva disturbato, creandogli problemi di collera, sfociati in disturbi da stress post-traumatico. Anche nella sua vita all’interno della Us Navy, Alexis aveva avuto problemi. Era stato indagato una decina di volte per cattiva condotta, ma ciò nonostante alla fine era stato congedato con onore, su sua richiesta. Da allora si è dedicato al buddismo, forse per tenere sotto controllo gli eccessi di collera; ma al tempo stesso, hanno raccontato dei suoi amici, si dedicava quasi ossessivamente ai videogiochi. Secondo alcune fonti, aveva anche «seri disturbi mentali» e «sentiva voci» nella sua testa. Comunque, negli ultimi mesi era entrato in una azienda informatica che lavora come contractor per il Pentagono, e prima di ieri era già stato in sei installazioni militari senza creare alcun problema. Proprio anche grazie al suo passato in Marina e alla ditta conosciuta nelle basi militari è potuto entrare alla Navy Yard con un regolare permesso. Resta il fatto però che ci è entrato armato, di un fucile da caccia, poi trovato accanto al suo cadavere, a quanto pare assieme a un fucile semiautomatico e una pistola che secondo alcune fonti si è procurato all’interno della base. Il fucile lo aveva acquistato legalmente in Virginia, e potrebbe aver avuto anche una pistola, ma non ci sono informazioni, ha detto una responsabile dell’Fbi, che fosse in possesso anche di un fucile d’assalto Ar-15.
Posted on: Wed, 18 Sep 2013 20:15:32 +0000

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