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dalle sue rigidissime abitudini. Associazione Culturale Falcone e Borsellino sede legale e operativa Via Molino I, 1824 Sant’Elpidio a Mare (AP) 63019 Tel/Fax +39.0734.810526 - Email: antimafiaduemila@antimafiaduemila Nel processo esplorativo delle possibili ipotesi i magistrati non hanno lasciato nessuna pista impraticata. A partire da una dichiarazione rilasciata da Todescato, uno degli attori dell’affare Austria, secondo cui Botteri gli avrebbe confidato che Roveraro riciclava i soldi della mafia in Sicilia. In una precedente dichiarazione invece il riciclaggio sarebbe avvenuto per conto della stessa Opus Dei. Non si è trovato nessun riscontro ad un’accusa così pesante se non il fatto che il finanziere si era occupato della liquidazione del gruppo immobiliare Rappa a Palermo. Vincenzo e Filippo Rappa sono indagati per riciclaggio del denaro per conto di capimafia del calibro di Raffaele Ganci, Francesco Madonia e Giovanni Brusca. Questo lavoro aveva causato non poche angosce in Roveraro che addirittura aveva lasciato l’incarico prima di portarlo a termine. Mentre ancora non si è accertato il reale quadro in cui è maturato il delitto, Botteri, dichiarato in grado di intendere e volere, è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per 8 mesi nel dicembre del 2008. La perversione del potere “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. [7]Guai al mondo per gli scandali! E inevitabile che avvengano scandali, ma guai alluomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (Mt 18, 6-7) Con tutto il suo portato di storia secolare e pesanti fardelli la Chiesa Cattolica si presta ad affrontare le nuove sfide del millennio. Si può dire che il ventesimo secolo per la religione cattolica si sia concluso con la spettacolare veglia in mondo visione che ha riunito tutti i fedeli al capezzale di Giovanni Paolo II (Wojtyla 1978-2005) fino all’ultimo respiro. Il vaticano illuminato da migliaia di candele è stata l’ultima scenografia di grande effetto costruita attorno ad un papa molto criticato in gioventù, ma osannato come un santo negli ultimi anni della sua vita. L’inizio stesso del suo pontificato è contrassegnato da un mistero, la morte del suo predecessore, papa Giovanni Paolo I (Luciani 1978), rimasto al soglio pontificio per soli 33 giorni. Deceduto in seguito ad arresto cardiaco - sostiene la versione ufficiale - avvelenato, affermano con certezza storici e investigatori che individuano il movente del delitto nella ferma intenzione del pontefice di attuare alcune riforme nette all’interno del Vaticano a partire dai vertici dello Ior. Papa Wojtyla invece non solo lasciò intatte le gerarchie vaticane ma, come abbiamo visto, si avvalse delle spericolate relazioni di monsignor Marcinkus per contrastare il minaccioso espandersi del comunismo con ogni mezzo. Scongiurato il pericolo, la biografia di questo papa si è tinta di “gesta eroiche” come il già citato richiamo alla conversione dei mafiosi ad Agrigento e ha adombrato eventi tragici come la condanna della teologia della liberazione e l’appoggio alle feroci dittature latinoamericane. Uno dei maggiori accusatori di papa Wojtyla, il celebre scrittore inglese David Yallop, nel suo recentissimo libro “Habemus papam”, ricorda di quando Wojtyla si affacciò al balcone per benedire la folla in compagnia dei sanguinari Videla e Pinochet, mentre padre Romero e i tanti preti e suore che si schieravano dalla parte dei più indifesi venivano assassinati in silenzio. Yallop non esita a definire Giovanni Paolo II un grande attore (come in effetti da giovane era), un uomo Associazione Culturale Falcone e Borsellino sede legale e operativa Via Molino I, 1824 Sant’Elpidio a Mare (AP) 63019 Tel/Fax +39.0734.810526 - Email: antimafiaduemila@antimafiaduemila di grande carisma, l’ideale per architettare una perfetta operazione di marketing. “Tutti ricordano la sua immagine - spiega alla giornalista della rivista argentina “Noticias” Liliana Morelli - ma nessuno i suoi discorsi. L’uomo era amato, il messaggio ignorato.” Secondo lo scrittore i cattolici che seguono le sue prescrizioni di fede in fatto di aborto, divorzio, contraccezione e altri temi di estrema attualità sarebbero ben pochi rispetto a coloro che ne conservano nella memoria un’icona misticheggiante. Il processo di beatificazione di Giovanni Paolo II è stato avviato immediatamente dopo la sua morte e sono innumerevoli e continui i racconti che attestano di eventi miracolosi legati alla sua persona. A contribuire all’edificazione della beata figura, secondo Rendina, sarebbe stato utilizzato anche il terzo segreto di Fatima e la sua presunta rivelazione rilasciata in pompa magna nel 2000 dalla Congregazione della dottrina della Chiesa presieduta da Ratzinger. La visione di Lucia, tenuta occulta per decenni in violazione della espressa richiesta della Vergine che chiedeva di renderla nota nel 1960, sarebbe la previsione dell’attentato al papa avvenuto a Fatima nel 1981 ad opera del terrorista turco Ali Agca. In realtà, secondo i molti studiosi che si sono occupati per anni del segreto di Fatima, e tra i quali mi permetto di annoverarmi, il messaggio è incompleto. Manca infatti assieme alla trascrizione della visione della giovane pastorella il messaggio della Madonna che invece accompagna le due precedenti visioni e che contemplerebbe eventi ben più gravi per il futuro dell’uomo di quanto non sia accaduto al papa. E’ vero invece che sia sull’attentato al pontefice sia sull’intrigo tra mafia, quella turca dei lupi grigi stavolta, affari sporchi e interessi politici che delinea il quadro di mandanti e moventi non si è mai fatta luce. Ombre che volenti o nolenti impediscono alla luccicante immagine di questo papa di splendere come si vorrebbe. In ogni caso non deve essere comunque facile per il suo successore suscitare ugual clamore e soprattutto essere amato dal popolo dei cattolici che, seppur vasto, pare assottigliarsi col tempo. A dire la verità non sembra che Benedetto XVI (Ratzinger 2005) sia granché preoccupato del consenso visto che le sue prime direttive in materia di questioni sociali (contraccezione e fine vita) e persino dottrinali, come la celebrazione della messa in latino, siano state del tutto impopolari e giudicate anche dai fedeli veramente troppo conservatrici. Oltre ad un’eredità di fama davvero ardua da eguagliare, papa Ratzinger si è trovato a dover affrontare, proprio in questo periodo, uno degli scandali più delicati e difficili da gestire nella storia della Chiesa Cattolica. Sepolta da un muro di omertà per secoli la piaga dell’abuso sessuale ai danni di minori perpetrato da un numero notevole di prelati è scoppiata alla fine in tutta la sua purulenza. Da Giovanni XXIII fino a Giovanni Paolo II l’unico atteggiamento ufficiale è stato sempre quello di coprire il colpevole e di spostarlo di diocesi in diocesi in modo da tenerlo al riparo dalle già rare denunce che una volta erano considerate tabù insormontabile. Il fenomeno è esploso soprattutto negli Stati Uniti dove lo scandalo ha coinvolto i vertici stessi delle diocesi: vescovi, arcivescovi, cardinali, parroci noti e influenti si sono visti accusare del più orrendo dei crimini: la pedofilia. Le statistiche sono impietose. Dagli studi condotti sulle vittime, ma anche sui carnefici, soprattutto da psicologi e psichiatri il numero complessivo dei giovani violati negli Usa tra il 1950 e il 2004 oscillerebbe tra i 40.000 e i 60.000, mentre i sacerdoti, “solo” quelli dichiarati colpevoli sono 5214. Sono ovviamente conti molto complicati e di difficoltosa definizione se si considera l’enorme sacrificio che per la maggior parte degli abusati
Posted on: Wed, 04 Dec 2013 13:24:43 +0000

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