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ift.tt/1jQJeig ilCatenaccio.es Avrà il fiuto realizzativo di Luca Toni oppure la leggerezza inesistente di Juan Eduardo Esnáider? Sarà un oggetto del mistero tale da chiamare Chi l’ha visto, come è stato per Nicolas Anelka, oppure sarà relegato ai margini dello spogliatoio per poi sbocciare in un altro club come fu nel caso di Thierry Henry? Pablo Daniel Osvaldo è un nuovo giocatore della Juventus. L’italoargentino ha lasciato l’Inghilterra dopo solo sei mesi e qualche rissa in allenamento per tornare nel Belpaese sotto la Mole. Chissà cosa ne pensano i tifosi giallorossi, loro che hanno più volte criticato l’attaccante per il suo non-attaccamento alla maglia della Magica, nel caso di una sua rete-scudetto all’Olimpico questa primavera… Insomma, Osvaldo torna in Italia. Marotta e Paratici hanno bruciato la concorrenza del Valencia (chissà con che soldi avrebbe pagato lo stipendio) e il blitz (?!) all’ultimo minuto dell’Inter. Prestito a 400.000 euro con diritto di riscatto fissato a 18 milioni di euro. Una mostruosità. Ora il bel Pablo Daniel ha davanti due grandi scogli. Il primo si chiama concorrenza, il secondo si chiama storia. Partiamo dal più facile. Osvaldo sarà l’alternativa a Llorente, l’uomo più in forma della squadra di Conte. Rubare il posto allo spagnolo sarà molto dura vista l’intesa – anche linguistica – con Carlitos Tevez. Osvaldo giocherà sicuramente la Coppa, l’Europa League, l’unica competizione rimasta in casa bianconera oltre il campionato. Salvo sorprese, Pablo Daniel giocherà al massimo una decina di partite, per la gioia di Cesare Prandelli. Il secondo ostacolo si chiama storia. Quanto fortuna hanno avuto gli attaccanti sbarcati in bianconero nel mese di gennaio? Non moltissima, soprattutto nel 1999. All’inizio di quell’anno la dirigenza bianconera, guidata da Luciano Moggi, dovette mettere le mani nel portafoglio per rimpiazzare Alessandro Del Piero, con il capitano fuori per tutta la stagione a causa dell’infortunio di Udine. A Torino sbarcarono Esnáider dall’Espanyol e un giovane Henry dal Monaco. Il primo collezionò 19 presenze e 1 rete in Coppa Uefa. Il secondo, mai compreso da Ancelotti in panchina, fu relegato come esterno di centrocampo. Entrambi durarono sei mesi. Esnáider continuò nelle mediocrità in Spagna, Henry divenne il faro dei Gunners in Inghilterra. Tanto importante da fargli una statua all’ingresso dell’Emirates Stadium. Non andò meglio a Luca Toni. Nel gennaio 2011 arrivò dal Genoa a costo zero dopo una rilassata battuta del presidente Preziosi: “Toni è un pacco”. In bianconero quindici presenze e due reti, non proprio un bottino di guerra. E che dire di Nicolas Anelka? Fare peggio di Nicklas Bendtner la scorsa stagione non era facile ma il francese c’è riuscito. Due presenze e zero reti. Magliette vendute con il suo cognome? Dato non disponibile. Chissà per quale motivo è passato per Vinovo. Ora arriva Osvaldo. Riuscirà a sfatare lo spettro del bidone di gennaio? L’articolo Osvaldo e l’incubo del “bidone di gennaio” sembra essere il primo su ilCatenaccio.es. Clicca qui per leggere larticolo The post Osvaldo e l’incubo del “bidone di gennaio” appeared first on Calcio Italiano.
Posted on: Fri, 31 Jan 2014 05:57:39 +0000

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