È davanti alla resa che Denis Verdini ha gli occhi bagnati di - TopicsExpress



          

È davanti alla resa che Denis Verdini ha gli occhi bagnati di pianto: “Se voti la fiducia – dice a Berlusconi – siamo morti. Silvio, fidati, non farti umiliare”. Il più duro, tre ore di sonno, foglio di carta alla mano con i numeri che non tornano più, è in una stanzetta con Berlusconi. È appena uscito Paolo Romani, il mediatore, che alle 12,30 cammina in Transatlantico rassicurando che il Cavaliere ha di nuovo cambiato idea: “Farà a breve una dichiarazione in Aula lui, per dire che vota la fiducia”. Sono le parole di Romani che il Cavaliere ripete a Denis: “Rischiamo l’isolamento, a questo punto dobbiamo votare la fiducia”. L’ultima valutazione, sbagliata, del Cavaliere è che votando la fiducia si ferma l’operazione dei gruppi autonomi. E si rallenta la scissione. Esausto, appannato nei pensieri, Berlusconi cambia idea ogni minuto. Perché per la prima volta è iniziata la frana. Alla riunione mattutina, su 90 senatori ce ne sono solo 60. Circola un documento a favore del governo con 23 firme in calce raccolte dall’ex ministro Sacconi. Continua a leggere oltre la gallery I giorni più di duri per Silvio: dalla fiducia al compleanno 1 di 60 Ansa Avanti Verdini, l’uomo delle conte impossibili, l’eroe del 14 dicembre è una maschera di ghiaccio: “Stamattina erano 16 – sbotta – si sono spostati tutti i calabresi”. Via Scopelliti, tradimento imprevisto. Il Sud del Pdl è all’asta: “Se andiamo dritti sulla sfiducia – dicono le colombe a Berlusconi – arrivano a trenta, anche di più”. Sono i siciliani, tutti messi in lista da Renato Schifani a giocare su più tavoli. Il capogruppo assicura al Cavaliere che rimarrà con lui. Ma i suoi sono in uscita. Verdini ha gli occhiali incollati sulla testa. Ha passato la mattinata a “massaggiare” gli indecisi: “Silvio, così è la resa. C’è una maggioranza senza di noi, ma non regge. Se ci accodiamo siamo irrilevanti. Ragiona. Questi il gruppo lo fanno e si portano dietro tutti i ministri. Che ca... votiamo a fare il governo? Come lo spieghiamo al tuo popolo? Perché tu, Silvio un popolo ce l’hai.”Gli occhi di Verdini sono bagnati. Berlusconi compulsa nervosamente il telefonino. Alfano non risponde. Non lo fa da ore. Ogni tentativo a vuoto è una pugnalata. Nell’ora più difficile si sente solo. Angelino sta tradendo. Con “Casini”, Con i centristi. Per la prima volta sente che gli manca la forza della rabbia. Non accusa. A Maria Rosaria Rossi dice che ha voglia di tornare a Milano per staccare un attimo. Ma attorno sta franando tutto. Quando arriva alla Camera, Cicchitto ha già depositato l’elenco degli scissionisti. Per il nuovo gruppo. Ci sono tutti gli ex ministri. I numeri dicono che alla Camera sono dodici. Al Senato 23. Quando il Cavaliere riunisce i gruppi parlamentari ritrova un sussulto di rabbia: “Con Alfano segretario – dice – siamo arrivati al 12”. Ma la botta fa ancora male. Il voto di fiducia non ha fermato nulla. È stata una resa. La prima, vera resa. Quella che per la prima volta ha fatto piangere il più duro. GUARDA ANCHE:
Posted on: Wed, 02 Oct 2013 15:16:35 +0000

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