Assemblea Assomacellai a Novara Si è svolta a Novara, presso la - TopicsExpress



          

Assemblea Assomacellai a Novara Si è svolta a Novara, presso la sede della Confesercenti Provinciale, l’Assemblea dei macellai di carne equina della provincia novarese e del basso Piemonte. L’incontro, organizzato grazie al Presidente e al Direttore della Confesercenti di Novara, è stato partecipato e proficuo ed ha avvicinato al Gruppo Italiano Carni Equine di Fiesa Confesercenti molti operatori dell’area. Nell’incontro sono stati trattati i temi della piattaforma Assomacellai di settore, dalla necessità di revisionare il quadro comunitario, alla piena e totale tracciabilità, alla riorganizzazione strutturale dell’anagrafe equina, all’esigenza inderogabile di un Passaporto Unico Europeo. Gli argomenti trattati dal Presidente del Gruppo Carni Equine Mario Rossoni hanno suscitato grande interesse anche in relazione agli aspetti connessi alla qualificazione DPA non DPA che, nell’ambito delle relazioni commerciali transfrontaliere, crea complicazioni lungo la filiera e andrebbe riformata. Nel corso della riunione sono stati esaminati le forti criticità relative al regime della tassazione locale e nazionale in ordine alle duplicazioni di imposte e tasse dovute per lo stesso servizio, a cominciare da quello degli scarti animali. Gli operatori presenti hanno molto apprezzato l’iniziativa sottolineando l’importanza di questi incontri che le sedi provinciali della Confesercenti promuovono per affrontare le problematiche della categoria. Mercatini agricoli e filiera corta, le contraddizioni di un sistema che penalizza l’agro-alimentare di qualità: l’analisi della Presidenza Fiesa Il tema della qualità e del valore del prodotto nella politica agro-alimentare italiana non sempre viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda. Le denunce fantasiose sulla moltiplicazione dei prezzi lungo la filiera, dal campo ai banchi vendita, mirano a dar corpo a questa asimmetria valutativa, facendo gravi danni alle produzioni italiane. L’invenzione dei farmer’s market in Italia - Paese che ha una strepitosa presenza di operatori al dettaglio, in sede fissa e itinerante, su piccole e grandi dimensioni, nasce da questa lettura asimmetrica, in sinergia con regimi fiscali dedicati e con particolari condizioni agevolative sui diversi fronti normativi. Prezzi, che ossessione Sulla questione dei prezzi il Mipaf si è già esercitato in passato con l’operazione dei prezzi in linea. I consumatori italiani -secondo quel progetto - andando a fare la spesa avrebbero potuto chiedere il prezzo del prodotto che stavano acquistando e ottenere la risposta inviando, gratuitamente, un semplice Sms con il proprio telefonino. Quel progetto, presentato e realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in collaborazione con le Associazioni dei consumatori, permetteva di conoscere in tempo reale i prezzi medi di 50 prodotti ortofrutticoli. Oggi più nessuno ne parla e ci sembra miseramente naufragato nei soldi pubblici, senza aver apportato alcun beneficio al sistema prezzi nell’agro-alimentare. Così, dopo le rilevazioni dell’Istat, quelle dell’Ismea, quelle dell’Unioncamere, quelle del Ministero delle Attività Produttive, quelle della Società pubblica Infomercati e quelle di alcuni Comuni e Regioni, tutte pagate con soldi pubblici, e di primarie Società private specializzate, avremmo potuto avere rilevazioni prezzi fai da te. Non era dato saper se il prezzo medio fosse riferito a una qualche tipologia di prodotto, alla qualità, alla categoria…. Aspetti fondamentali nella determinazione del prezzo. Quello che è certo è che la materia dei prezzi è difatti diventata in questi anni un nuovo datore di lavoro e genera sempre nuova occupazione, tanto da far parlare di prezzificio. La costruzione del prezzo e l’articolazione della filiera Puntare tutto sul prezzo, banalizzare l’argomento, non significa nulla e non aiuta i consumatori a riconoscere il giusto rapporto qualità/prezzo. Significa mandarli alla ricerca di prodotti anonimi e senza tracciabilità, prodotti in ogni angolo della terra e in condizioni non sorvegliate né analizzate dal punto di vista qualitativo e igienico-sanitario. Significa fortificare quella cultura che fa scempio della qualità, del Made in Italy, che fa premio dell’offerta indifferenziata e del tutto uguale, dove a far la differenza è solo il prezzo più basso, che giustifica i pomodorini di Pechino scambiati per quelli di Pachino. Non aiuta ad accertare quale sia il prezzo giusto finale che i consumatori possono pagare con tranquillità, in quanto non è riferito alle diverse qualità, categorie, pezzature, origine e soprattutto alla preparazione necessaria per giungere alla vendita attraverso un processo di sanificazione e di tracciabilità. Sono temi sui quali le Associazioni agricole debbono smettere di far facile demagogia perché in realtà stanno facendo clamorosi autogol; le Associazioni consumeristiche debbono avere il coraggio civile e l’etica della responsabilità di riconoscere la complessità della costruzione del prezzo finale smettendo di spararle sempre più grosse per rincorrere la facile ribalta della notizia spot. Il prezzo finale che troviamo sui banchi dell’agro-alimentare e dell’ortofrutta è il risultato di una serie di fattori: i servizi di raccolta, selezione, imballaggio, condizionamento, trasporto, di gestione dei locali commerciali che hanno un costo elevatissimo; ed inoltre è necessario valutare tutti i costi indiretti della normativa igienico-sanitaria, dall’autocontrollo alle visite sanitarie, che si replicano lungo la filiera ad ogni stadio intermedio oltre che di quelli fiscali. Parlare di raffronti tra prezzi della produzione e della vendita è senza senso, è un discorso che non regge all’esame obiettivo dell’organizzazione del mercato interno; e non si parla solo di regole economiche ma di tutti quegli obblighi normativi posti a valle e a monte della produzione. La semplificazione d’analisi denota improvvisazione, ignoranza del mercato, approssimazione per una facile demagogia. Ma le bugie hanno le gambe corte. Di fronte ad una filiera di produzione, confezionamento, conservazione, ingrosso, logistica dei trasporti, controlli e vendita secondo un processo interamente tracciato, il farmer’s market propone all’italiano un prodotto in linea - quando non superiore - con la media dei prezzi, anche quando si ammanta della cosiddetta filiera corta che pure dovrebbe far risparmiare in termini di logistica applicata e spese fisse. Ma al di là delle leggende metropolitane, come si divide tra gli attori della filiera la percentuale del prezzo degli ortaggi e della frutta? Chi prende che cosa e, soprattutto, quanto? Secondo elaborazioni Confesercenti su dati Ismea riferiti ai comparti di frutta e ortaggi, agli agricoltori va il grosso della torta con il 34.4% medio, ai grossisti il 34,1% e agli operatori commerciali solo il 31,5%. Questi i dati. Con la considerazione che tra l’ingrosso e il dettaglio si ammassano i maggiori costi di selezione, imballaggio, trasporto e logistica oltre che di vendita e di oneri amministrativi e sanitari. Riunita la Giunta Fiesa, provvedimenti fiscali e proposte legislative di sostegno all’ordine del giorno. Duro contrasto all’abusivismo commerciale e a proposte di Legge che attaccano la tradizione gastronomica italiana La Giunta Nazionale Fiesa riunita a Roma lunedì 8 u.s. ha discusso della situazione economica delle imprese e delle misure fiscali relative allo slittamento dell’aumento dell’IVA, ai criteri informatori che presiederanno alla elaborazione della TARES e alla questione dell’IMU sulle attività imprenditoriali. L’incontro ha poi fatto il punto sulle iniziative parlamentari a sostegno degli esercizi di vicinato alimentare e dei nuovi aggiornamenti con la presenza dei Parlamentari che hanno sottoscritto l‘iniziativa legislativa. La proposta è stata illustrata dal Dr. Vincenzo Miceli dell’Ufficio Tributario di Confesercenti e commentata dall’On. Andrea De Maria, primo firmatario della proposta parlamentare. La Giunta ha esaminato la questione della bilateralità nel settore dei panificatori e le relazioni sindacali esprimendo un parere positivo sul lavoro svolto e designando Vinceslao Ruccolo quale nuovo membro dell’Assemblea dei Soci di Ebipan e Fonsap, in rappresentanza di Assopanificatori Fiesa. La Giunta ha poi affrontato la tematica dell’abusivismo commerciale denunciando sia i fenomeni di contraffazione e frode sia quelli legati alla vendita agricola realizzata in assenza di criteri oggettivi di tutela dei consumatori, sia sotto il profilo igienico sanitario che della normativa commerciale, configurando una disparità di trattamento tra operatori economici operanti nello stesso segmento di mercato. Sulla questione si è insediato un gruppo di lavoro incaricato di preparare un rapporto complessivo sull’abusivismo commerciale nel settore alimentare con focus in diverse città . L’Organismo esecutivo della Federazione ha valutato positivamente il lavoro svolto sul fronte delle enoteche e approvato una bozza di manifesto dell’Associazione con un decalogo per gli operatori professionali. La Giunta ha deliberato di partecipare alle iniziative di Greve in Chianti - Cuochi e Beccai - il 6 ottobre, di Cesena - Festival del Cibo di Strada - il 4, 5 e 6 ottobre, e di Verdello il 28 e 29 settembre - Gusto e Sapori nel Parco. La Giunta Fiesa ha anche analizzata l’iniziativa legislativa presentata dall’On. Brambilla alla Camera dei Deputati che tende all’introduzione nel nostro Paese del divieto di commercializzazione e consumo della carne equina, una proposta che ignora la storia economica e culturale oltre che gastronomica del Paese e calpesta la dignità delle decine di migliaia di addetti al settore spingendoli verso la chiusura delle attività. Una proposta duramente contestata, verso la quale il comparto si muoverà con determinazione e fermezza per impedire l’impoverimento di un settore vitale per tanti ambiti economici nazionali.
Posted on: Thu, 25 Jul 2013 18:46:16 +0000

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