Carmelo Currò ha risposto ad alcune domande postegli da - TopicsExpress



          

Carmelo Currò ha risposto ad alcune domande postegli da Mariagrazia Managò, a nome degli amici che gli hanno chiesto un maggiore impegno sociale e politico. In questa occasione propone le sue riflessioni e proposte su alcuni più pressanti problemi che affliggono il nostro Paese. D. : che pensi della breve crisi di Governo? R. : credo che, come ha commentato Pietro Fassino, il problema dell’aumento dell’Iva, sia pur importante, abbia solo costituito per la nuova Forza Italia il paravento utile nel tentativo di recupero della dignità politica, visto che il dibattito parlamentare degli ultimi anni si è atrofizzato intorno al futuro dell’ex- presidente del Consiglio e alle sue vicende personali. Detto questo, dobbiamo anche constatare che dall’altra parte fin troppo spazio è stato dato alle regole sul prossimo congresso del Partito democratico. Due temi che niente hanno a che vedere con i problemi che attanagliano le vite degli Italiani. La soluzione della crisi dimostra tutta la precarietà del programma Berlusconi e la sua paura di un isolamento personale e politico. I dissidenti sembrano aver compreso tuttavia che se un partito praticamente “monarchico” riesce a trovare la soluzione del suo dibattito interno e della sua esposizione elettorale solo con la riproposizione dello stesso leader, vuol dire che questa forza non è in grado di individuare una vera classe politica o un progetto valido. D. : quali sono i problemi più gravi? R. : mi raccontarono qualche anno fa la storiella di un palermitano che individuava nell’eccessivo traffico il problema più importante del capoluogo siciliano. Credere che la giustizia costituisca per gli Italiani un’emergenza improrogabile è una bugia se si parla di giustizia finalizzata agli interessi di Berlusconi. La lentezza dei processi, il sovraffollamento delle carceri, la sicurezza nelle strade e nelle case costituiscono tutt’altro tema e devono interessare tutti i cittadini. I nostri drammi li conosciamo, e si chiamano disoccupazione, ambiente, inquinamento, sanità, impreparazione della classe politica, immigrazione clandestina. D. : Ricette. R. : Innanzitutto, fine delle retoriche. E anche fine dei bocconiani. Non c’è bisogno di chiamare un docente universitario per scoprire che aumentando le tasse possono entrare più soldi nelle casse pubbliche. Ma gli economisti con pretese da Nobel dovrebbero anche ricordare che l’economia è una scienza con leggi precise; basterebbe dare uno sguardo a quei bei volumi di un lontano maestro come Mario De Luca per riscoprire i grafici e ricordare che oltre determinate curve non si può andare. Si può tassare fino a un certo punto, prima che una lenta frenata blocchi le entrate fiscali. Inoltre, non si possono e non si devono colpire le classi sociali più deboli con lo stesso sistema impositivo previsto per chi possiede di più. E’ norma evangelica. E se lo Stato o i privati non hanno posti di lavoro disponibili, li si inventi, anche a rischio di ulteriori indebitamenti o di alimentare una spirale inflazionistica che a mio avviso sarebbe solo momentanea. Esempi. Invece di ideare opere faraoniche e discutibili come il ponte sullo stretto di Messina, lo Stato, le Regioni Calabria e Sicilia, i comuni interessati, lancino un lavoro di monitoraggio a tappeto per constatare la stabilità di edifici pubblici e privati in caso di terremoti e alluvioni. Si tratterebbe di un lavoro capillare, seguito dalla messa in sicurezza e dall’assunzione di tecnici, manovali, impiegati; dall’avvio di un indotto che si baserebbe sull’ordinazione di acciaio, cemento, attrezzature, beni di consumo per quanti operano nel settore. Le attività commerciali di ampie aree del Mezzogiorno ricaverebbero respiro e nell’arco di pochi anni lo Stato potrebbe incassare le tasse di quei disoccupati che inizieranno le loro attività. Lo Stato dunque deve iniziare a far circolare danaro per poi incassarlo. E’ inutile proclamare che bisogna stimolare i consumi se il danaro necessario non esiste perché assorbito dall’acquisto di generi alimentari essenziali o dalle tasse. E’ chiaro che lo Stato dovrà vigilare seriamente sulla gestione dei lavori, sugli appalti, i subappalti, la lievitazione dei prezzi, l’intromissione della mafia e della ‘ndrangheta con sorveglianze severissime, arresti e la certezza della pena per coloro che turberebbero le sue attività. Esistono purtroppo anche al Centro o al Nord grandi aree a rischio, e anche per queste vale lo stesso discorso che io considero per le zone prossime allo stretto. Dovrebbe essere superfluo parlare di beni culturali. L’Italia potrebbe vive di rendita spirituale su quanto hanno lasciato generazioni di antenati e invece il nostro patrimonio spesso evapora e viene lasciato preda di ladri e di incuria. Anche in questo settore vanno impiegati studiosi, architetti, restauratori, operai, guardie giurate in numero molto superiore, in modo che monitoraggio e sorveglianza possano tutelare quanto è ammirato in tutto il mondo. All’interno o accanto a queste strutture vanno incrementati i corsi di storia dell’arte, paleografia, pittura, storia, i negozi, bar, ristoranti, librerie specializzate. D. : ambiente e inquinamento? R. : sono problemi di cui si discute quotidianamente ma di cui i nostri politici spesso sanno molto poco. Ho parlato spesso dei temi legati alla raccolta indifferenziata, agli inceneritori, alle polveri sottili. Ho spiegato che, ove esista la possibilità di fornirsi di inceneritori che realmente funzionino con una fiamma fredda, si acquisti evitando ditte che sono interessate ad impianti potenziali dispersori delle polveri sottili nocive per l’organismo. Io inoltre credo nelle piccole discariche comunali, realizzabili facilmente, munite di pareti impermeabili che non inquinino le falde acquifere, facilmente occultabili nell’ambiente e produttrici di gas riciclabile. Sono ovviamente per un capillare rimboschimento in grado anche di evitare fenomeni alluvionali, per l’assunzione di personale nel Corpo delle Guardie forestali e di operai addetti agli impianti di nuovi spazi verdi, infine per pene molto più severe a carico di chi inquina o provoca incendi. Di pari passo, vorrei nuovo impulso per la riqualificazione delle aree urbane e il recupero dei centri storici. Si tratta di interventi che spesso necessitano solo di attenzioni particolari. Pretenderei che i centri storici, anche nei paesi, non debbano convivere con complessi moderni completamente avulsi dalla realtà architettonica circostante, in modo che anonimi complessi edilizi (che possono ritrovarsi uguali da Bolzano a Siracusa) non snaturino le nostre bellezze architettoniche, le peculiarità e la storia delle regioni italiane. Ogni comune dovrebbe avere una commissione edilizia in grado di giudicare se effettivamente una nuova costruzione sia un pugno nell’occhio o una abitazione degna della comunità. Anche semplici lavori di facciata, di pulizia, di sistemazione e manutenzione di cortili e giardini possono costituire opportunità lavorative, specialmente se affidati a cooperative di giovani, disoccupati, padri di famiglia, anziani esclusi dal mercato dell’occupazione. D. : hai parlato di giustizia. R. : innanzitutto la giustizia deve assicurare la certezza della pena. Sono sensibile ai problemi dei detenuti e alle loro condizioni di vita che devono sempre rispettare la dignità umana. Ma non si deve dimenticare chi ha subìto pesanti problemi, ha vissuto drammi, furti, violenze e omicidi per colpa di criminali che poi al momento opportuno chiedono perdono. I diritti delle vittime sono ugualmente da rispettare. Non sono per l’indulto ma per la costruzione di nuove carceri in cui servizi, istruzione, lavoro, possibilità di ogni genere vengano messe a disposizione di coloro che vivono al loro interno. D. : e per quanto riguarda l’immigrazione clandestina? R. : ho già scritto più volte che l’Italia deve collocarsi nel gruppo delle Nazioni civili e cristiane. Io non condivido il comportamento di Malta che respinge indiscriminatamente tutte le imbarcazioni che si avvicinano alle sue coste. E’ giusto quando il Papa grida a tutti di vergognarsi. E’ ora di finirla con i proponimenti mentre la gente muore in mare. E’ necessario compiere subito, ora, oggi, ogni sforzo per salvare le vite di quanti cercano salvezza e speranza nel nostro Paese. A mio avviso è indispensabile che il Governo smetta di invocare l’intervento delle Istituzioni europee, dei tecnici bravi a misurare le quantità di frutta da far produrre per ogni ettaro di terra, ed intervenga in prima persona, organizzi una o più navi ospedale che anche al di fuori delle nostre acque territoriali, e supportate da fregate della nostra marina, possano portare in salvo i potenziali naufraghi, curarli, e poi procedere immediatamente all’individuazione di ciascuno di loro. I fuggitivi, coloro che cercano di scampare a guerre e persecuzione, i malati, le donne, i vecchi, i bambini, tutte le persone per bene, devono essere accolti. Quelli che sono stati delinquenti nel loro Paese devono immediatamente ritornarvi. Non è possibile tollerare che i centri di accoglienza siano affollati in condizioni spaventose mentre spacciatori e ladri girano indisturbati nelle nostre strade. La nostra politica estera deve sottrarsi alla tentazione di rimettersi esclusivamente a decisioni collegiali europee o a una continua opera di mediazione. D. : i politici impreparati. R. : sono argomenti che dovrebbero far parte delle trasmissioni come “Striscia la notizia”, se non fossero legati alla vita degli Italiani. E’ inconcepibile come parlamentari possano non conoscere lingue, usi, geografie, romanzi, siti culturali, finalità. Personalmente mi sono imbattuto in incredibili impreparazioni che mi hanno lasciato senza parole. Sarebbe il caso che prima di candidare personaggi di qualsiasi genere, i partiti procedano a un loro severissimo esame. Non dico che un candidato laureato possa significare molto più di uno che abbia la licenza media: abbiamo constatato come sedicenti luminari di scienze economiche ne sapessero meno delle casalinghe. Ma mi riferisco a conoscenze generali, a elementi di politica internazionale, a rudimenti tecnici e culturali che un aspirante parlamentare non può non conoscere. E’ ora di finirla con tecnici strapagati per le loro consulenze. Se i parlamentari dicono di essere in gamba, si studino personalmente i loro incartamenti servendosi tutt’al più di tecnici già in servizio presso i ministeri. Lo stesso discorso vale per i managers. Vorrei che gli stipendi e le liquidazioni d’oro uscissero dai conti degli enti. E pretenderei che al termine dei contratti una commissione valuti se i risultati raggiunti sino stati buoni. In caso ciò non si sia verificato, la liquidazione dovrà essere ridotta o azzerata, e il manager non potrà essere riproposto in altra struttura, avendo già dato prova della sua incapacità. Ad ogni modo, oltre all’abolizione dei consiglieri provinciali, vanno ridotti i consiglieri comunali e regionali. A tutti vanno dimezzati gli stipendi perché abbiamo constatato che i costi della politica locale sono alti e scandalosi quanto quelli della politica nazionale. Auto blu, sprechi e commende devono finire senza alcun riguardo sociale. D. : è questo il tuo programma? R. : questo è quanto penso e mi pare che pensi tanta gente. Spero che un giorno potremo attuarlo.
Posted on: Fri, 04 Oct 2013 18:42:46 +0000

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