DA ROMA ALLA ROMAGNA – CRONOCA DI UN WEEKEND DI CONCERTI... E DI - TopicsExpress



          

DA ROMA ALLA ROMAGNA – CRONOCA DI UN WEEKEND DI CONCERTI... E DI EMOZIONI Vediamo, cosa posso scrivere su questo weekend… su di un concerto a cui non dovevo neanche andare? Compro il biglietto un paio di settimane prima dell’evento e organizzo una cosa dell’ultimo minuto. Ho il treno il giorno del concerto alle 15.53, perché bisogna anche lavorare per poi poter andare ai concerti, per cui programmo di staccare alle 15. ma ovviamente cosa c’è di meglio se non improvvisare una riunione di lavoro, se pur breve, alle 14.45? dunque esco da lavoro alle 15.15 e corro verso la stazione… fortunatamente a quest’ora non c’è traffico e riesco ad arrivare al binario circa 10 minuti prima della partenza del treno… poi benedicendo l’alta velocità, in poco più di due ore sono aRoma termini e di lì corro verso il treno per Capannelle che è in partenza su un altro binario (qualche corsa bisogna pur sempre farla) e fortunatamente riesco a prenderlo… così mi ricongiungo con gli amici pisani Claudio e Nedo che sono anche loro sullo stesso treno… il tempo di mangiare un panino e ci dirigiamo verso il palco. Le mie aspettative per questo concerto sono alte, inutile negarlo… un po’ perché nei precedenti concerti di Padova e Milano ho avuto modo di ascoltare Born To Run e Born In The Usa full album, quindi Bruce potrebbe decidere di suonare tutto Darkness, o qualcos’altro… magari un concerto a ruota libera come nelle recenti date tedesche. L’inizio è diverso dal solito, con la band che entra sul palco ed inizia a suonare, ma senza Bruce… Can You Feel The Spirit? Un opener insolito, seguito dalla ormai quasi onnipresente My Love Will Not Let You Down… perché si è comunque sempre alla ricerca della persona a cui voler fare quelle promesse senza aver paura. Poi Badlands sempre carica, mi tira fuori tutta la rabbia per farmi reagire… e così scatta la prima telefonata verso un amica che ha bisogno anche lei di tirare fuori un po’ di quella rabbia… ed i pensieri vanno ad Alessandro ed Elisabetta che sarebbero dovuti essere lì con me, lì con noi al concerto, ma alla fine non son potuti venire. È pur sempre il tour di Wrecking Ball per cui ci ascoltiamo Death To My Hometown… poi Bruce decide di fare di testa sua… e decide bene! Arrivano in sequenza Roulette e Lucky town che mi travolgono con la loro potenza… Roulette è proprio uno di quei brani che avrei voluto sentire… Bruce chiama anche Steve ad un assolo e fa bene, perché di lì in poi Steve sarà molto più presente, partecipe e coinvolto nello show, molto più di altre volte. E quindi cerco di trovare questa città della fortuna dove scacciare la tristezza che a volte mi trovo ad avere. Arriva poi un set di richieste cominciando con Summertime Blues e continuando con Stand On It, che aveva già fatto a Bologna nel 2002, ma io non ero ancora entrato in questo mondo di pazzi molto pazzi! Poi Working On The Highway, che mi devono anche spiegare come si possa fare un cartello per richiedere una canzone che in questo tour è stata suonata molto spesso e nel 2012 era praticamente fissa in scaletta. Poi c’è un cartello double face e viene scelto il lato Candy’s Room, sempre bella da ascoltare. Poi vedo Nils che fa segno 1 con il dito verso Suzie, Charlie e la sezione fiati… She’s The One… parte il piano, ma Bruce è in una di quelle sere in cui ha voglia di regalarci qualcosa per cui decide di fare un po’ di intro come negli anni ’70, con una strofa di Mona ed un accenno di Not Fare Away, prima di una bella e potente versione di She’s The One. Bruce riprende il cartello double face e decide di fare anche l’altro lato: Brilliant Disguise… la scelta mi fa piacere perché non avevo avuto occasione di ascoltarla live… e perché è un bel pezzo. A questo punto Bruce confabula con Steve e Nils ed appare chiaro che sta parlando loro di più di un brano da suonare in sequenza. Quindi attacca Kitty’s Back! E per me rimane inspiegabile come io a volte mi ritrovi a pensare certe cose che poi puntualmente si avverano… sembra che Bruce sappia sempre tutto (vedi la Two Hearts di Padova). Al mio primo concerto a Firenze nel 2003 praticamente non la conoscevo neanche per cui non avevo potuto godere appieno di ciò a cui stavo assistendo… ora invece ha deciso di ridarmela, ed in versione super! Completa con tutti gli assoli di organo, della sezione fiati, di chitarra, ed un assolo di piano che sembra non finire mai. Che cosa si può dire se non “grazie”? su Kitty’s Back scatta una telefonata perché è uno di quei brani che bisogna ascoltare assolutamente. Non faccio in tempo a riattaccare che parte Incident On 57th Street, uno dei brani che Eli voleva ascoltare di più… tentenno un attimo nel chiamarla perché non so se sarà maggiore il piacere di ascoltarla o il dispiacere che tutto questo ben di Dio sia eseguito in sua assenza. Decido comunque di chiamarla, poi scoprirò che con lei c’era anche Ale, così sono ancora più contento che in un qualche modo abbiamo potuta ascoltarla tutti assieme! Sul finale penso: qua sarebbe perfetta Rosalita, come su disco, ed infatti parte proprio quella, in una versione travolgente e coinvolgente con Jake e Steve che non si fanno pregare e raggiungono Bruce giù dal palco in pedana centrale. A questo punto comincio a pensare, se non succede adesso non succede più… Bruce e Steve raccolgono uno striscione che recita appunto NY City Serenade… Amen, già in quel momento prima ancora che la musica parta si avverte l’attesa nell’aria e l’emozione per quello che sta per accadere. Entrano i violini dell’orchestra sinfonica di Roma, segno che Bruce ha voluto preparare la cosa per farci un regalo. Quindi parte quella Meraviglia che mi porta e ci porta in un’altra dimensione e mi fa dimenticare per qualche minuto di essere qui sulla terra, con le gioie ed i dolori della vita di tutti i giorni. Questa volta non telefono a nessuno, un po’ perché penso che forse sarebbe troppo e non so se reggerebbero ad ascoltare anche questa, ed un po’ perché è giusto che anche altri amici facciano sentire la loro vicinanza (scoprirò poi che ci ha pensato Claudio). È difficile spiegare a parole cosa è successo… l’unica cosa che percepisco è ancora adesso l’emozione nel ripensarci, nello scriverne. A questo punto il concerto potrebbe anche finire e si andrebbe a casa comunque estasiati. Ma è un concerto di Bruce Springsteen, quindi manca ancora almeno un ora di concerto, se non più! Bruce saluta ad uno ad uno i violinisti e si riparte con Shackled And Drawn e Waitin’ On A Sunny Day, inframmezzate da una Darlington County che passa quasi inosservata a confronto di tutto il ben di Dio eseguito in precedenza. Poi si riparte per la rinascita, con The Rising, un pezzo che ultimamente sento molto, con i suoi desideri di ripartenza ed i suoi sogni di vita. Poi Land Of hope And Dreams e quel treno per quella terra di sogni e speranze a cui tutti possono aspirare, che tutti si meritano di provare a raggiungere, senza bisogno di pagare, di dare nulla in cambio. Ascoltare LOHAD fa bene! Si chiude così il main set e poi arrivano Born In The Usa e Born To Run il cui impatto è sempre grandissimo… perché in fondo siamo tutti corsi lì da Bruce perché Tramps Like Us, Baby We Were Born To Run. Poi c’è Dancing In The Dark, ci sono le ragazza che salgono sul palco a ballare con bruce, stasera c’è anche una promessa di matrimonio, ma per me c’è anche Sit Around getting Older e non si può accendere un fuoco senza una scintilla… ed io ho proprio bisogno di quella scintilla… poi 10th Avenue con il solito ricordo di Clarence e Danny e le sempre emozionanti immagini che scorrono sul maxischermo. E poi festa con twist & Shout e Shout, con il pubblico un po’ meno scatenzato rispetto a San Siro, ma comunque molto partecipe… e comunque Bruce ha Roma ha indirizzato il mood della serata verso una direzione che non fosse solo festa e divertimento in quanto tale. Poi Bruce saluta ad uno ad uno i membri della band e come a Milano spuntano una chitarra ed un’armonica ed inizia Thunder Road. Come detto il mood della serata è diverso e così il pubblico canta quasi sottovoce e ne risulta una versione più intima ed emozionante dove si sente soprattutto bruce… e qualche lacrima scende, perché riuscirò prima o poi a dirle anche io quelle parole… post concerto con chiunque incontri devastato ed incredulo per ciò a cui ha assistito. Mi ricongiungo con alcuni amici con cui affronterò in macchina una parte del viaggio di ritorno. Poi, seduto per terra alla stazione di Firenze in attesa del treno che mi riporterà a Bologna ripenso a ciò che è stato e l’emozione immediatamente risale, segno indelebile di ciò che ho appena vissuto. Ormai è mattina e vado al lavoro senza neanche passare da casa, e la sera via verso il mare, verso la Romagna, verso un concerto di amici (Miami & The groovers) che questa sera suonano in piazza a Cervia. Fa un po’ effetto passare da folle oceaniche ad una tranquilla piazza dove comunque incontro facce note e pronte a godere di bella musica. Perché come dice Lorenzo Semprini, per avere un grande show di rock’n’roll serve una buona band sul palco, ma anche la partecipazione attiva di chi sta sotto. E allora si parte per un altro bello show fatto da brani originali dai loro 3 dischi, e cover. Lo show sembra partire un po’ incerto poi decolla, ma ormai non mi stupisco più. Fra i brani suonati ricordo Tears Are Falling Down, che su disco vedeva la partecipazione di Marino Severini dei Gang di cui viene eseguita Sesto San Giovanni, sempre emozionante, Waitin’ For Me, Big Mistake richiesta da me, in medley con Run To The Jungle, Burning Ground, Sliding Doors con gli splendidi assoli di Beppe “rocker” Ardito, Johnny99, Running Down A Dream di Tom Petty, Summertime Blues, versioni acustiche di Broken Souls e My Sweet Rose per concludere dopo circa due ore con We’re Still Alive e Last Rock’n’Roll Band in medley con Rock and Roll dei Led Zeppelin. Manca qualche minuto a mezzanotte per cui c’è ancora tempo per con Burning Love di Elvis ed un medley di Sheena Is A Punk Rocker e Blitzkrieg Bop dei Ramones. Come al solito tutti soddisfatti perché questi ragazzi danno sempre il loro meglio e sanno uscire vincitori anche dalle serate più difficili (non era questo il caso) sapendo leggere gli umori del pubblico che sera dopo sera si trovano davanti. Quattro chiacchere post concerto e poi un po’ di meritato riposo visto che il letto manca da 50 ore abbondanti. Il giorno seguente decido di ascoltare il bootleg di Firenze 2003, il primo concerto di Springsteen a cui ho avuto la fortuna di assistere… recentemente infatti ne è uscita una versione di qualità molto buona. E anche qui è un turbine di emozioni ripensando a tutte le cose successe in questi anni, e a tutte le persone conosciute proprio grazie all’’essere entrato a far parte di quel mondo… ed anche l’aver assistito solo due giorni prima a quella meraviglia di concerto è dipeso in gran parte da quell’8 giugno del 2003. Così mi accingo ad andare ad un altro concerto dei Miami & The Groovers, perché se sono lì a vederli è sempre grazie a quel giorno di giugno del 2003. Stasera suonano al Rockisland, un locale in fondo al molo di Rimini in cui si tengono anche i Glory Days, il raduno annuale di fans di Bruce Springsteen, organizzato proprio da Lorenzo Semprini. Questa sera c’è anche Alessio Raffaelli al piano, oltre a Lorenzo, Beppe “rocker” Ardito alla chitarra, Luca Angelici al basso e Marco “bum bum” Ferri alla batteria. È inutile dire che nella cornice del Rockisland mi aspetto un concerto energetico, alti volumi e tanto rock! E così sarà anche perché c’è da combattere contro la musica disco che hanno messo all’esterno del locale… quindi nessun brano lento ed i Miami che partono sparato con un trittico dall’ultimo disco: Always The Same/Walkin’ All Alone/Audrey Hepburn’s Smile. Poi arriva una Broken Souls che spacca, completamente diversa da quella acustica della sera prima. C’è tempo per una cover (California Sun) ed arrivano Tears Are Falling Down e Waiting For Me, brani da Dirty Roads, il loro disco d’esordio. La serata scivola via che è una bellezza. È il momento di Sliding Doors, seguita dalle atmosfere 70s della cover di Chuck Berry You Never Can Tell. Poi una canzone che ha segnato sicuramente quest’ultimo anno: Good Things! Perché ci sono tante buone cose sulla nostra strada. Ed in effetti proprio grazie alla loro musica ho conosciuto persone splendide. Poi parte l’armonica di Under Control seguita dal r’n’r di Jewels And Medicines. Questa sera non manca veramente nulla, non si fanno prigionieri come direbbe Lou Reed, ed il pubblico si scatena! Anche perché arrivano in successione 7 Nights to Rock e Great Balls Of Fire. È tempo di tornare ai brani originali con Burning Ground e Rock’n’Roll Night prima della chiusura ormai classica con Last Rock’n’Roll Band (con incluse parti di Wipeout e Rock and Roll) e We’re Still Alive. NO WAY BACK! Non c’è tempo e non c’è modo di guardarsi indietro… Put Your Pretty Arms Around My Neck, Turn Off The TV There’s No Way Back! Tutto finite? Ovviamente no! Lorenzo attacca la prima strofa di Follow That Dream per poi partire con Suspicious Minds di Elvis con varie reprise e chiusura finale con Can’t Help Falling In Love. Grazie ragazzi… come al solito… alla prossima! Anche perché prima bisognerà muoversi verso Kilkenny, verso l’Irlanda per la mia prima trasferta europea per Bruce. Rimane un weekend di grande musica, da Roma alla Romagna, all’insegna di sensazioni positive, sogni di rock’n’roll e sogni di vita, vita VERA!
Posted on: Mon, 15 Jul 2013 20:12:23 +0000

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