DICIAMO TUTTA LA VERITA SULLA TURCHIA DI ERDOGAN La rivolta in - TopicsExpress



          

DICIAMO TUTTA LA VERITA SULLA TURCHIA DI ERDOGAN La rivolta in atto è la spaccatura tra due anime irreconciliabili: quella secolare e laicista, che si richiama alla dittatura di Ataturk e quella islamica di Erdogan che domina il Paese da 11 anni di Roberto de Mattei Fino a qualche settimana fa era presentata dalla stampa occidentale come una potenza in forte espansione economica, garante della democrazia nellarea medio-orientale e destinata ad entrare presto nellUnione Europea. Ma nella notte tra il 30 e il 31 maggio è venuta alla luce una realtà che non può più essere occultata dai mass-media. La Turchia è un paese instabile, dallincerto futuro, e ciò che la scuote, non ha niente a che vedere con la falsa primavera araba del 2011 e neppure con lautentica primavera latina del 2013. La rivolta contro le ruspe di piazza Taksim non è la protesta ecologica contro il progetto governativo di distruzione di un parco, ma non è neppure una lotta per gli ideali della democrazia: è invece la spaccatura tra le due anime irreconciliabili della Turchia: quella secolare e laicista, che si richiama alla dittatura di Kemal Ataturk e quella islamica e neo-ottomana di Erdogan, che governa il Paese, con pugno di ferro da undici anni. Se il fondatore della Turchia moderna Mustafa Kemal Ataturk, dopo la Prima Guerra mondiale, volle recidere ogni legame con il passato ottomano, a partire dagli anni Novanta, in nome di una Rivoluzione culturale di stampo massonico e illuminista, lislamismo è tornato con prepotenza sulla scena politica turca. I capi di governo e di Stato che oggi guidano il Paese, Recep Tayyp Erdogan e Abdullah Gül, sono due discepoli di Necmettin Erbakan, lartefice di un movimento di reislamizzazione che travalica i confini della Turchia e si estende a tutta lemigrazione turca in Occidente. La reintroduzione del velo prescritto dalla sharīa, il divieto di effusioni nei luoghi pubblici e le misure restrittive per la vendita degli alcoolici sono state le gocce che hanno fatto esplodere il vaso del malcontento popolare, soprattutto giovanile. Ma chi protesta contro Erdogan ha la sua sola speranza in un ritorno sulla scena dei militari, i custodi più ortodossi del kemalismo. Erdogan si è servito dellUnione Europea per smantellare il potere delle forze armate e permettere alla Turchia di ritrovare la sua identità islamica, cancellata da Atatürk. LUnione Europea richiede infatti, come condizione per il suo ingresso nelle istituzioni comunitarie, lallineamento agli standard democratici occidentali violati dallarbitrio dei militari. Ma per la Turchia la democratizzazione di Erdogan ha significato la re-islamizzazione del Paese, che vanta oggi il record di moschee, di minareti e di Imam nellarea centro-asiatica. Gli Stati Uniti e i principali Paesi occidentali, compresa lItalia, premono per un ingresso della Turchia nellUnione Europea. Ma se ciò accadesse, lEuropa avrebbe tra i suoi Stati membri un Paese divenuto islamico, proprio grazie al rispetto di quelle regole democratiche, che in Turchia hanno portato al potere, e stanno consolidando, il fondamentalismo. La Turchia rappresenterebbe unenclave islamica in Europa, non attraverso le sue minoranze immigrate nel continente europeo, ma in quanto Stato dellUnione, sullo stesso piano degli altri Paesi che ne sono membri. E poiché lUE attribuisce agli Stati membri un peso politico proporzionale a quello demografico, la Turchia, con oltre 80 milioni di abitanti, sarebbe il paese con il maggior numero di parlamentari europei, divenendo lago della bilancia della politica interna ed estera del nostro continente. Intanto Erdogan, che fino a ieri appoggiava la rivolta dei Fratelli Musulmani in Siria, accusa i manifestanti turchi di essere guidati da gruppi estremisti e collegati con lestero, proprio come secondo il presidente Assad avviene in Siria. Quel che sta accadendo, insomma, più che una primavera, può essere definita uninsanabile contraddizione turca. Fonte: Corrispondenza Romana, 12/06/2013 Pubblicato su BastaBugie n. 302
Posted on: Sat, 02 Nov 2013 07:00:01 +0000

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