Davvero penso che noi umani camminiamo costantemente come precari equilibristi su di una corda tesa fra esistenza ed oblìo e mi soccorrono le parole di Fedor Dostoevskij , che considero il più grande scrittore di tutti i tempi: “Io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita [...] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla” (F.D.) Forse non tutti sanno che Fedor era già fisicamente salito sul patibolo, condannato a morte per una falsa accusa di cospirazione politica, quando gli fu comunicata la grazia dello Zar di Russia, giusto all’ultimo istante, come accade solo nei film. E da quel momento Dostoevskij si attaccò alla vita con le unghie e con denti come mai prima, sfornando un capolavoro della letteratura dopo un altro, anche se la sua psiche già provata dall’epilessia rimase perennemente scossa da quell’esperienza di vicinanza estrema alla morte. La brama di vivere, di esistere, di non obliarsi, che è propria degli uomini è qualcosa che va molto aldilà del semplice istinto di conservazione che è invece comune a tutti gli animali, qualcosa che allo stesso tempo ci rende più deboli e più forti, più vili e più nobili di tutte le altre creature , facendo del palcoscenico in cui ci muoviamo la celebrazione di una commedia tragicomica, proprio come la vena di Charlot. dailymotion/video/xqq8dn_charlie-chaplin-la-strada-della-paura_shortfilms
Posted on: Tue, 30 Jul 2013 15:05:38 +0000