I discorsi da bar sabato 6 luglio 2013 Un sindaco di una città - TopicsExpress



          

I discorsi da bar sabato 6 luglio 2013 Un sindaco di una città emiliana, cioè Federico Pizzarotti, sindaco della città di Parma, ha detto, recentemente, in consiglio comunale, che su un certo argomento erano stati fatti molti discorsi da bar. La cosa mi ha colpito perché, più o meno nello stesso momento in cui il sindaco diceva queste cose io, più modestamente, stavo leggendo un libro uscito da poco, un libro di Flaminio Gualdoni intitolato Piero Manzoni, vita d’artista, e leggevo che le prime mostre di Piero Manzoni, destinato a diventare uno dei più straordinari e influenti artisti italiani del dopoguerra, al quale al lo Städel Museum di Francoforte dedica in questi giorni un retrospettiva a cinquant’anni dalla morte, le prime mostre, dicevo, Manzoni le ha fatte in un bar, il bar Jamaica di Milano, che era un bar dove andavano anche, tra gli altri, i fotografi Uliano Lucas e Mario Dondero e gli scrittori Luciano Bianciardi e Ernest Hemingway. I quali, probabilmente, quando erano lì al bar Jamaica di Milano, essendo in un bar, facevano dei discorsi da bar, alcuni dei quali, poi, probabilmente, hanno finito per diventare materia prima per le loro opere, letterarie quelle di Bianciardi e di Hemingway, fotografiche quelle di Lucas e Dondero, artistiche quelle di Piero Manzoni. Mi è venuto perciò il dubbio che il sindaco di una città emiliana, cioè Federico Pizzarotti, sindaco della città di Parma, quando si riferiva al fatto che in consiglio comunale si erano fatti molti discorsi da bar, volesse fare un complimento, ai componenti del suo consiglio comunale, solo che poi ho letto i commenti a questa notizia e i commenti sembravano alludere al fatto che quella del sindaco era piuttosto una critica, che un complimento, e che con «discorsi da bar» il sindaco di quella città emiliana intendeva, più o meno, discorsi volgari, poco eleganti. Allora mi è venuto in mente di quando, un paio di anni fa, quando c’è stato il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, avevo letto un libro di due storici che insegnano a Cambridge, che si chiamano Beales e Biagini, e il libro si intitolava Il risorgimento e l’unificazione dell’Italia, e c’era scritto che «L’italiano sembra spesso una lingua particolarmente adatta alla retorica», e io avevo pensato che l’italiano che parlavano al bar Riviera, un bar della periferia di Parma dove ho passato la mia giovinezza, e dove la frase che si sentiva dire più spesso era «Cat vena un cancor», ecco quell’italiano lì, che poi era dialetto, ma ci siamo capiti, e si può tradurre anche in italiano («Che ti venga un canchero»), ecco a me non mi sembrava mica tanto retorico, l’italiano del Bar Riviera, solo che quelle forme italiane lì, avevo pensato, quei discorsi lì non retorici che sentiamo fare continuamente per strada, per una qualche ragione non entran nei libri stampati e allora, chi magari abita in Inghilterra e l’Italia la studia attraverso i libri stampati, si fa magari l’idea che l’italiano sia «Spesso una lingua particolarmente adatta alla retorica», “Sarà bello l’inglese, sarà”, avevo pensato nel 2011 quando avevo letto quel libro, invece in questi giorni ho pensato che il sindaco di Parma, qualsiasi cosa dica, io praticamente non sono mai d’accordo. [uscito ieri su Libero]
Posted on: Sat, 06 Jul 2013 11:13:05 +0000

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