La dottrina biblbica sugli Angeli Quando parliamo di “Angeli” - TopicsExpress



          

La dottrina biblbica sugli Angeli Quando parliamo di “Angeli” utilizziamo una parola di origine greca, che a sua volta traduce un termine ebraico, che significa “inviato”. Il termine non esprime perciò una natura ma una funzione. Secondo la Scrittura, gli angeli sono una miriade di esseri intermedi che colmano l’infinita distanza tra Dio e l’umanità. Rispetto al mondo degli uomini, essi agiscono, favorendo e proteggendo il cammino della persona nella sua ricerca di Dio. Si tratta di esseri spirituali invisibili, quelli a cui facciamo riferimento nel “Credo” domenicale, quando diciamo che Dio è creatore delle cose visibili e invisibili. Gli Angeli nell’AT L’AT è pieno di allusioni a delle presenze spirituali amiche dell’uomo. Nella storia sacra essi sono spesso presentati in forma umana, di cui si specifica però che si tratta di un corpo apparente (cfr. Tb 12,19). Possiamo ricordare l’apparizione ad Abramo alle querce di Mamre (cfr. Gen 18,1), dove tre angeli in forma umana gli fanno visita. Il narratore fa intendere che Dio stesso lo ha visitato, dal momento che gli angeli non agiscono per propria iniziativa ma, appunto, vengono “inviati” per una missione. Gli angeli vengono presentati anche nell’atto di portare annunci (p. es. Gedeone, Daniele) o di combattere per liberare Israele dai suoi nemici (cfr. 2 Re 6,17 e 19,35). Negli scritti biblici più recenti si comprende che non tutti gli angeli sono uguali e che ciascuno appartiene a un ordine gerarchico diverso: sono infatti utilizzati nomi differenti come angeli, arcangeli, serafini, cherubini. Questi esseri erano rappresentati in forma alata sull’Arca dell’Alleanza. Gli Angeli nel NT Tutti questi temi vengono ripresi nel NT ma approfonditi e specificati. Nella vita di Gesù gli angeli compaiono solo all’inizio e alla fine: Gabriel ne dà l’annuncio a Maria (cfr. Lc 1,26); una moltitudine di angeli canta nella notte del Natale la gloria di Dio (cfr. Lc 2,13); gli angeli si accostano a Gesù nel deserto dopo la prova della tentazione (Mc 1,13). Durante il ministero pubblico gli angeli sembrano eclissarsi, per poi ritornare nell’ora della Passione: un angelo conforta Gesù nell’orto degli Ulivi, in sostituzione degli Apostoli che si sono addormentati (cfr. Lc 22,43). Dopo la Risurrezione, gli angeli si fanno carico del primo annuncio, apparendo accanto alla tomba vuota.Uno degli approfondimenti del NT circa la dottrina sugli angeli è rappresentato dagli ambiti della custodia. Nell’AT si vede come ogni nazione abbia il suo angelo tutelare (cfr. Dn 10,21); nel NT si scopre che ogni chiesa particolare ha il suo angelo (cfr. Ap 2,1) e addirittura ogni persona è affidata alla custodia di un angelo. Gesù parla esplicitamente del fatto che i bambini hanno gli angeli per compagnia (cfr. Mt 18,10); Pietro viene liberato dal carcere dall’intervento di un angelo (cfr. At 12,1ss) e quando arriva nella comunità che stava pregando per lui, essi non pensarono che fosse veramente Pietro, ma il suo angelo (cfr. v. 15). Questo dimostra che già la prima comunità cristiana aveva la consapevolezza di avere acquistato una notevole familiarità con gli angeli e che ciascuno si sentiva affidato al “suo angelo”. Gli angeli avranno un ruolo nel giudizio finale, radunando gli eletti, ma anch’essi, come noi, ignorano la data della fine del mondo (cfr. Mc 13,32).
Posted on: Sat, 06 Jul 2013 19:09:52 +0000

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