NELL’EPOCA d’oro di Bologna, gli anni Sessanta, i - TopicsExpress



          

NELL’EPOCA d’oro di Bologna, gli anni Sessanta, i sottopassaggi diventarono presto un mondo sotto un altro mondo, una specie di alter ego della vita di tutti i giorni che scorreva in superficie: gli spazi sotterranei ospitavano bar, uffici, negozi, biglietterie, frequentatissime toilettes pubbliche. E soprattutto gente. Così tanta che in alcuni giorni sembrava di essere finiti al centro dello struscio sotto il portico del Pavaglione, l’incontrastato tempio dello shopping bolognese. Dei portici i sottopassaggi erano l’ideale continuazione sotterranea, ma la loro fortuna iniziò a declinare tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei ‘90: man mano che le attività commerciali chiudevano una dopo l’altra, la loro identità andò svanendo, facendoli diventare per davvero luoghi solo di passaggio. E dunque trascurati e anonimi, meta prediletta di un’umanità sempre sul filo della legge. Al posto degli impiegati iniziarono a comparire gli spacciatori, mentre gli anfratti più nascosti e i bagni pubblici diventarono rapidamente luogo di fugaci incontri sessuali, spesso a pagamento. Ben presto, e si arriva così al 2000, divenne chiaro che la soluzione più efficace era chiudere tutto. E in fretta. Spuntarono muri al posto degli ingressi. Poi cancelli e lucchetti. Luigi Bianconi
Posted on: Mon, 11 Nov 2013 09:42:16 +0000

Trending Topics



Recently Viewed Topics




© 2015