Peculato d’uso per l’impiegato pubblico che naviga su internet - TopicsExpress



          

Peculato d’uso per l’impiegato pubblico che naviga su internet durante il lavoro. Solo peculato d’uso all’impiegato pubblico che dal pc di servizio va su Internet per scopi diversi da quelli lavorativi. Si tratta di una fattispecie più lieve di peculato, il peculato d’uso [1], che scatta per l’impiegato pubblico che utilizza internet e il telefono dell’ufficio per connessioni e chiamate private, esorbitanti dall’attività lavorativa. Dunque, un reato più lieve del peculato “ordinario”, ma pur sempre un illecito che implica un procedimento. Vietato dunque navigare sul web e telefonare nelle ore di lavoro, sfruttando gli strumenti dell’ufficio. La questione era stata, tra l’altro, già affrontata pochi mesi fa dalle Sezioni Unite della Cassazione, con riferimento alle telefonate a sbafo dal cellulare di servizio del dipendente pubblico [3]. Dunque la Corte conferma il precedente orientamento e applica la linea dura contro gli impiegati scrocconi e nullafacenti a spese dello Stato. Beninteso: il reato scatta solo se l’attività illecita del dipendente arreca un danno apprezzabile alla pubblica amministrazione o a terzi oltre che una lesione concreta al funzionamento dell’ufficio. Deve dunque essere respinto l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la più grave ipotesi di cui al primo comma dell’articolo 314 Cp si sarebbe configurata in forza dell’appropriazione, da parte del dipendente pubblico, delle energie costituite dagli impulsi elettronici necessari per stabilire la comunicazione telefonica o telematica. [1] Art. 314 secondo comma, cod. pen. [2] Cass. sent. n. 34524/2013. [3] Cass. S.U., sent. n. 19054/13.
Posted on: Mon, 26 Aug 2013 14:28:53 +0000

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