Prescrizione. Ho un amico penalista che, ormai parecchio tempo - TopicsExpress



          

Prescrizione. Ho un amico penalista che, ormai parecchio tempo fa, mi spiegava come funziona “veramente” nei processi penali (io mi sono laureato con una tesi di diritto penale e, poi, mi sono sempre occupato – ovviamente – di diritto civile, col che le mie competenze penalistiche si arrestano alla pura teoria). Non si tratta di difendere l’imputato, di smontare meticolosamente, tassello per tassello, la tesi dell’accusa, di travolgere i giurati con arringhe appassionate: tutto questo è roba buona per i romanzi e le serie televisive. No: molto più semplicemente, si tratta di perder tempo. Nel diritto penale, infatti, a differenza che nel diritto civile (dove la pendenza di un processo interrompe il decorso del termine di prescrizione del diritto ivi azionato), il termine di prescrizione del reato continua a scorrere fino al momento in cui l’imputato è giudicato colpevole con sentenza passata in giudicato. Con sentenza passata in giudicato significa che, dopo la condanna in primo grado, se l’imputato propone appello, il termine di prescrizione seguita a decorrere dal primo giorno; e se interviene anche una condanna in appello, ma l’imputato ricorre in cassazione, il termine continua ancora a consumarsi, inesorabilmente, arrestandosi soltanto se la suprema corte conferma la condanna. A patto che riesca a farlo prima che la prescrizione sia definitivamente maturata. In sintesi, se Tizio commette un reato che prevede una prescrizione di cinque anni, dal giorno in cui l’ha commesso il termine comincia ad erodersi e se, dopo il tribunale e dopo la corte di appello, infine la cassazione arriva a pronunciare la sentenza cinque anni ed un giorno dopo, deve dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione. Così, mi diceva il mio amico penalista, si cerca di tirare in lungo, di inventarsi impedimenti o altri artifici che impongano di rinviare le udienze dibattimentali in modo tale che, confidando nella congenita lentezza del sistema giudiziario, la corte di cassazione arrivi a pronunciare la sentenza quando, ormai, la prescrizione del reato è compiuta. Ora, venendo alla cronaca, Silvio Berlusconi si è sempre lagnato del fatto che la giustizia italiana non funziona: lo ha fatto in tutte le sedi, dai banchi del Parlamento, dalla scrivania presidenziale di Fininvest, persino dalle tribune di San Siro. Poi, per una volta che funziona e che la cassazione fissa subito l’udienza per il suo processo (nel quale si discute di un reato che sta per prescriversi), si lamenta di nuovo. Perché funziona.
Posted on: Thu, 11 Jul 2013 06:46:15 +0000

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