Quale assetto dovrà avere la Barsa? E linterrogativo su cui - TopicsExpress



          

Quale assetto dovrà avere la Barsa? E linterrogativo su cui investire, in occasione della assemblea dei soci, la specifica responsabilità del Consiglio di amministrazione dellazienda perché siano espletate tutte le verifiche tecnico-aziendali, a cominciare dai piani industriali e finanziari, preliminari alle scelte politiche che dovranno essere compiute in coerenza con le linee programmatiche dellAmministrazione comunale. Queste, del resto, hanno già tenuto conto del parere pro-veritate che il Consiglio di amministrazione della Barsa aveva richiesto al prof. Michele Castellano in materia di spending review (DL 95/2012) a seguito di precedenti deliberazioni assunte dal Commissario straordinario, anche per evitare contenziosi che potrebbero poi bloccare – come, del resto, è avvenuto nel recente passato – il necessario processo di revisione della struttura societaria a sostegno della urgente azione di adeguamento della normativa per l’efficienza e la economicità dei servizi al cittadino. Si pone, in particolare, lesigenza di raccordare gli effetti di due diversi commi della legge sulla spending review: il comma 1 che obbliga (in sintesi) alla dismissione delle partecipazioni delle società strumentali e il comma 8 con cui si statuisce che a decorrere dal 1° gennaio 2014 l’affidamento diretto può avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico, per la gestione in house, ma con procedura ad evidenza pubblica, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria per gli affidamenti da parte dell’Amministrazione. Preliminare, su tutto, è che il Consiglio di amministrazione dellattuale Barsa sia messo in condizione di procedere alle necessarie azioni istruttorie da svolgersi auspicabilmente nell’arco di un mese. Dallesame del parere sembrerebbe che la possibilità che la Barsa proceda alla riduzione dei consiglieri nel numero massimo di tre o ad un amministratore unico sia preclusa, allo stato, dallo statuto vigente in mancanza di una variazione dello stesso. LAmministrazione comunale però è tenuta a rispettare le deliberazioni assunte dal Commissario prefettizio con i poteri della Giunta e del Consiglio, per cui si esime dal compiere nomine al di fuori della rigorosa applicazione dei principi della spending review, in attesa che il Consiglio comunale si pronunci sullinsieme delle questioni aperte nellassetto dellazienda e si possa procedere, quindi, alla definizione dei nuovi organismi in modo coerente agli assetti aziendali individuati. Di qui lindicazione che, nelle more, il presidente sia individuato dallinterno dello stesso Consiglio di amministrazione in essere in una figura - il prof. Luigi Pannarale - che abbia già acquisito esperienze di elaborazione e analisi della materia, e si proceda alla designazione di un nuovo componente del Collegio sindacale con una figura professionale - il dott. Angelo Pedone - che abbia competenze amministrative anche in considerazione delle particolari tematiche da affrontare. La prima questione di merito riguarda la possibilità che la partecipazione di minoranza di Barsa continui ad essere detenuta dal socio Manutencoop che - come ha notato lo stesso prof. Castellano - ha perso il requisito di socio tecnico, essendo uscito dal business della raccolta rifiuti mutando il suo core business in attività di servizi di manutenzione e global service. Sorgono quindi alcune questioni già esaminate in alcuni contatti con l’ufficio legale della Manutencoop e che ora si rimettono al Consiglio di amministrazione per gli opportuni approfondimenti e i necessari chiarimenti con il socio di minoranza: - stante la perdita del requisito tecnico e alla luce delle raccomandazioni di cui al comma 8 art. 4, la Barsa spa ha l’obbligo di trasformazione in una spa in house con la dismissione della partecipazione del socio di minoranza? - avendo Manutencoop mantenuto il requisito tecnico in ambito global potrebbe partecipare a una società mista il cui oggetto sarebbe la manutenzione degli immobili e del verde comunale, attraverso la liquidazione di fatto della quota nella Barsa spa e la sottoscrizione di quote di minoranza nella new co (riservando al Comune di Barletta la quota di maggioranza) con una eventuale differenza finanziaria? - quale percorso tecnico giuridico sarebbe opportuno seguire: cessione di ramo d’azienda, scissione o definitiva liquidazione della quota del socio di minoranza? Ne discendono alcune ipotesi di lavoro: A) Cessione di ramo d’azienda (Global) con conseguente costituzione di una New co e relativo conferimento di mezzi (attrezzature, impianti) risorse umane (tecniche e amministrative) contratti in essere con il Comune, crediti e debiti riferiti al Global. Il capitale della New Co potrebbe essere sottoscritto dall’attuale assetto societario con scambio azionario (così da rispettare gli attuali pesi 72% e 28%) sulla base di una preliminare valutazione, d’intesa con Manutencoop, dellazienda, magari su richiesta del Cda alla società di revisione, in costanza di incarico di provvedervi. Si dovrebbe quindi procedere a liquidare la differenza non coperta dallo scambio azionario fino al 28% detenuto da Manutencoop sulla base della valutazione effettuata. Si avrebbe, cosi, da una parte la Barsa come società in house, interamente pubblica avente come oggetto lo spazzamento, la raccolta dei rifiuti (differenziata) ed il conseguente conferimento in discarica; fornirebbe servizi pubblici nell’interesse dei cittadini, aprendosi alla possibilità di collaborare con ARO e Unione dei Comuni. Dallaltra, la New co mista con oggetto global service fornirebbe servizi strumentali, inizialmente al Comune di Barletta per effetto dei contratti rivenienti dalla cessione del ramo d’azienda e fino alla scadenza degli stessi, cominciando ad aprirsi al mercato sia privato che pubblico, così da far fronte ai vincoli dellaffidamento diretto che la normativa ha già sancito per il 2015. B) Progetto di scissione con conseguente costituzione di una New co mista attraverso una procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla ricerca e individuazione del socio di minoranza con precipue caratteristiche e requisiti tecnici. Dopo la costituzione della new co mista, la Barsa spa potrebbe procedere a liquidare la partecipazione della Manutencoop sulla base della valutazione aziendale predisposta da un consulente terzo individuato dal Cda. Anche in questo caso, attraverso il ricorso all’evidenza pubblica, si avrebbe una Barsa spa in house interamente pubblica con oggetto spazzamento, raccolta rifiuti e servizi in favore dei cittadini, con ricadute positive in termini di ARO e Unione dei Comuni, mentre la New Co andrebbe sul mercato in regime di libera concorrenza oltre che per gli affidamenti temporali e quantitativi consentiti dalla normativa italiana ed europea. C) Valutazione preliminare della Barsa spa per procedere alla conseguente liquidazione della quota del socio di minoranza e al successivo spin off del global con la costituzione di una New co pubblica. La Barsa si trasformerebbe sempre in società in house, mentre la costituenda New co, con oggetto global e servizi strumentali, avrebbe analoga natura pubblica per gestire gli affidamenti ed operare conseguentemente attraverso l’istituto dell’evidenza pubblica nei termini definiti dalla normativa nazionale ed europea. Tutte queste ipotesi - eccezion fatta per quella della totale privatizzazione della New co per il global service che si ritiene allo stato in contrasto con la storia dell’azienda e il ruolo che la Barsa ha fin qui assolto - che si rimettono alla valutazione preliminare del Consiglio di amministrazione e alla verifica delle prescrizioni di legge, richiedono la predisposizione di rispettivi piani industriali coerenti con le specifiche mission aziendali e di altrettanti specifici piani di gestione finanziaria compatibili sia con lo stato dei conti aziendali sia con il bilancio del Comune.
Posted on: Wed, 06 Nov 2013 08:32:41 +0000

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