Questo è Mohammed ( saws - TopicsExpress



          

Questo è Mohammed ( saws )--------------------------------------------------------Alssira Alnnabawia-----------------------------nona parte-------------Il viaggio miracoloso Correva quello che sarebbe stato indicato come l’Anno della tristezza (619/620 d.C.). In soli tre giorni l’Inviato di Allah (pbsl) aveva perso i due capisaldi della sua realtà affettiva e sociale: l’amatissima moglie Khadija (che Allah sia soddisfatto di lei) e lo zio Abu Talib, capo del suo clan e suo protettore. Abu Lahab, suo zio paterno ma al contempo suo implacabile oppositore, era diventato il decano dei Bani Hashim ed aveva fatto sì che Muhammad fosse isolato dal resto del clan. In quei tempi, senza protezione tribale, l’esistenza poteva essere molto difficile per chi si fosse messo in contrasto con la maggior parte dei notabili della città. Stretto in questa situazione l’Inviato di Allah tentò una missione a Ta’if, una città ad un centinaio di chilometri dalla Mecca, sede del culto della dea al-Lat. Il risultato fu disastroso: respinto e ingiuriato, Muhammad (pbsl) corse gravi rischi per la sua incolumità e nel pieno dello sconforto pregò così il suo Signore: "Mi rifugio in Te, Signore, [afflitto] dalla mia debolezza e dalla mia impotenza. Tu sei il Dio dei deboli, Tu sei il mio Signore e il mio Dio. Mi abbandonerai a stranieri nemici? Se non ho suscitato il Tuo corruccio, non temo alcunché. Mi rifugio nella Luce del Tuo Volto che ha illuminato. Non c’è forza e non c’è potenza se non in Te". Dopo che ebbe pronunciato questa invocazione scese in lui una ritrovata serenità, rinacque la speranza e, ottenuta una protezione tribale, rientrò alla Mecca scortato da un capo clan che non gli era ostile. Poco tempo dopo Allah (gloria a Lui l’Altissimo) gli diede un meraviglioso segno della Sua Benevolenza. La tradizione, ricchissima a questo proposito, ci riferisce che una notte, mentre Muhammad (pbsl) stava dormendo vicino alla Ka’ba, fu svegliato da Gabriele (pace su di lui) e condotto a Gerusalemme. Colà, nel recinto di quello che era stato il Tempio di Salomone, pregò Allah insieme ad Abramo, Mosè e Gesù e tutti gli altri profeti (pace su tutti loro) e poi ascese fino al Sidr-tu al - Muntah- (il Loto del Limite) che si trova alla destra del Trono di Allah. Muhammad (pbsl) ebbe un colloquio con l’Altissimo, Che lo salutò con una frase che è entrata a far parte integrante dell’orazione "Siano su di te la pace, o Profeta, e la misericordia di Allah e le Sue benedizioni e sia pace su tutti i Suoi servi devoti". Muhammad rispose allora con la professione di fede. Poi gli furono date conoscenza e dottrina, precetti morali e raccomandazioni per la sua missione. Inoltre, gli fu rivelato il versetto 285 della sura della Giovenca che contiene la sintesi dottrinale dell’Islàm. "Il Messaggero crede in quello che è stato fatto scendere su di lui da parte del suo Signore, come del resto i credenti: tutti credono in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri e nei Suoi Messaggeri. "Non facciamo differenza alcuna tra i Suoi Messaggeri. E dicono: "Abbiamo ascoltato e obbediamo. Perdono, Signore! E’ a Te che tutto ritorna". (Corano II,285). Tra le norme ricevute c’era l’obbligo di compiere cinquanta orazioni ogni giorno. Su suggerimento di Mosè, Muhammad chiese all’Altissimo di alleggerire il precetto finché, Allah lo ridusse alle cinque orazioni quotidiane. Quando ritornò alla Mecca, il racconto di questo viaggio miracoloso suscitò l’ilarità e lo scherno dei miscredenti e molti Musulmani di debole fede dubitarono di lui. In questo frangente il suo amico e futuro califfo Abu Bakr (che Allah sia soddisfatto di lui) dimostrò il livello della sua fede e la sincerità del suo affetto non dubitando nemmeno un istante della veridicità del racconto. Le relazioni tra gli abitanti della Mecca e quelli della più settentrionale oasi di Yathrib erano piuttosto intense. Gli Aws e i Khazraj Le relazioni tra gli abitanti della Mecca e quelli della più settentrionale oasi di Yathrib erano piuttosto intense. In particolare, la famiglia del Profeta (pbsl) era legata da diversi vincoli di parentela con le più importanti famiglie di Yathrib. Sua bisnonna Salma, madre di Abd al-Muttalib, e sua madre Ami-nah erano originarie dell’oasi. Contando su questo elemento, di grande importanza nella società tribale del tempo, l’Inviato di Allah (pbsl), stabilì un contatto con i due più importanti clan di Yathrib: gli Aws e i Khazraj. Essi erano spesso in lotta tra loro e la presenza di tre forti clan ebraici, Bani Nadir, Bani Qurayza e Bani Qaynuqa non favoriva la pacificazione. In caso di conflitto tra i Khazraj e gli Aws, i rispettivi alleati Ebrei entravano in campo e combattevano contro i loro fratelli di religione Il loro comportamento si innestava su quello litigioso dei vicini arabi e manteva l’oasi un clima di costante instabilità. Da questa situazione gli Ebrei lucravano benefici politici e materiali: abili artigiani, fabbricavano armi che vendevano ai con tendenti e, al contempo,Tra le norme ricevute c’era l’obbligo di compiere cinquanta orazioni ogni giorno. Su suggerimento di Mosè, Muhammad chiese all’Altissimo di alleggerire il precetto finché, Allah lo ridusse alle cinque orazioni quotidiane. Quando ritornò alla Mecca, il racconto di questo viaggio miracoloso suscitò l’ilarità e lo scherno dei miscredenti e molti Musulmani di debole fede dubitarono di lui. In questo frangente il suo amico e futuro califfo Abu Bakr (che Allah sia soddisfatto di lui) dimostrò il livello della sua fede e la sincerità del suo affetto non dubitando nemmeno un istante della veridicità del racconto. Le relazioni tra gli abitanti della Mecca e quelli della più settentrionale oasi di Yathrib erano piuttosto intense. Gli Aws e i Khazraj Le relazioni tra gli abitanti della Mecca e quelli della più settentrionale oasi di Yathrib erano piuttosto intense. In particolare, la famiglia del Profeta (pbsl) era legata da diversi vincoli di parentela con le più importanti famiglie di Yathrib. Sua bisnonna Salma, madre di Abd al-Muttalib, e sua madre Ami-nah erano originarie dell’oasi. Contando su questo elemento, di grande importanza nella società tribale del tempo, l’Inviato di Allah (pbsl), stabilì un contatto con i due più importanti clan di Yathrib: gli Aws e i Khazraj. Essi erano spesso in lotta tra loro e la presenza di tre forti clan ebraici, Bani Nadir, Bani Qurayza e Bani Qaynuqa non favoriva la pacificazione. In caso di conflitto tra i Khazraj e gli Aws, i rispettivi alleati Ebrei entravano in campo e combattevano contro i loro fratelli di religione Il loro comportamento si innestava su quello litigioso dei vicini arabi e manteva l’oasi un clima di costante instabilità. Da questa situazione gli Ebrei lucravano benefici politici e materiali: abili artigiani, fabbricavano armi che vendevano ai con tendenti e, al contempo, finanziavano a caro prezzo il loro sforzo bellico. Fu nella valle di Mina, in un luogo chiamato Aqabah che nell’anno 620, durante il periodo del pellegrinaggio, si svolse un incontro le cui conseguenze avrebbero impresso una svolta cruciale agli avvenimenti. "Ritorneremo dai nostri -promisero- e li inviteremo ad accettare la tua religione così come noi l’abbiamo accettata. Essi sono divisi dall’inimicizia e dal male e se Allah li riunificherà intorno a te, nessun uomo potrà avere maggior potere di te. L’anno successivo cinque di loro rifecero il pellegrinaggio insieme a sette loro concittadini tra cui due membri degli Aws, il clan loro rivale. Si incontrarono nello stesso luogo e fu stipulato un patto in base al quale essi si impegnarono a sottomettersi al Profeta di Allah, a non associare nulla ad Allah, a non rubare, a non fornicare, a non ammazzare i loro figli, a non proferire calunnie e a non disobbedirlo in ciò che era giusto. Dal canto suo il Profeta disse loro: "Se adempite a questo impegno, allora il Paradiso sarà vostro; se commettete uno di questi peccati e ne ricevete la punizione su questa terra, questo vi servirà da espiazione. Se invece lo terrete nascosto fino al giorno della Resurrezione, allora sarà Allah a punire o perdonare, come vorrà. Nell’anno ancora successivo furono settantatré gli abitanti di Yathrib che nell’occasione del pellegrinaggio, si recarono ad incontrare l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). Fu definito tra loro un nuovo patto detto "seconda Aqabah", in base al quale dodici capi dei clan degli Aws e dei Khazraj si impegnavano a difendere il Profeta con la stessa determinazione con la quale avrebbero difeso le loro donne. La prima conseguenza pratica di questo accordo fu l’inizio dell’emigrazione dei Musulmani di Mecca verso Yathrib, quella che ormai stava diventando la Medina (città) del Profeta. finanziavano a caro prezzo il loro sforzo bellico. Fu nella valle di Mina, in un luogo chiamato Aqabah che nell’anno 620, durante il periodo del pellegrinaggio, si svolse un incontro le cui conseguenze avrebbero impresso una svolta cruciale agli avvenimenti. "Ritorneremo dai nostri -promisero- e li inviteremo ad accettare la tua religione così come noi l’abbiamo accettata. Essi sono divisi dall’inimicizia e dal male e se Allah li riunificherà intorno a te, nessun uomo potrà avere maggior potere di te. L’anno successivo cinque di loro rifecero il pellegrinaggio insieme a sette loro concittadini tra cui due membri degli Aws, il clan loro rivale. Si incontrarono nello stesso luogo e fu stipulato un patto in base al quale essi si impegnarono a sottomettersi al Profeta di Allah, a non associare nulla ad Allah, a non rubare, a non fornicare, a non ammazzare i loro figli, a non proferire calunnie e a non disobbedirlo in ciò che era giusto. Dal canto suo il Profeta disse loro: "Se adempite a questo impegno, allora il Paradiso sarà vostro; se commettete uno di questi peccati e ne ricevete la punizione su questa terra, questo vi servirà da espiazione. Se invece lo terrete nascosto fino al giorno della Resurrezione, allora sarà Allah a punire o perdonare, come vorrà. Nell’anno ancora successivo furono settantatré gli abitanti di Yathrib che nell’occasione del pellegrinaggio, si recarono ad incontrare l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). Fu definito tra loro un nuovo patto detto "seconda Aqabah", in base al quale dodici capi dei clan degli Aws e dei Khazraj si impegnavano a difendere il Profeta con la stessa determinazione con la quale avrebbero difeso le loro donne. La prima conseguenza pratica di questo accordo fu l’inizio dell’emigrazione dei Musulmani di Mecca verso Yathrib, quella che ormai stava diventando la Medina (città) del Profeta. finanziavano a caro prezzo il loro sforzo bellico. Fu nella valle di Mina, in un luogo chiamato Aqabah che nell’anno 620, durante il periodo del pellegrinaggio, si svolse un incontro le cui conseguenze avrebbero impresso una svolta cruciale agli avvenimenti. "Ritorneremo dai nostri -promisero- e li inviteremo ad accettare la tua religione così come noi l’abbiamo accettata. Essi sono divisi dall’inimicizia e dal male e se Allah li riunificherà intorno a te, nessun uomo potrà avere maggior potere di te. L’anno successivo cinque di loro rifecero il pellegrinaggio insieme a sette loro concittadini tra cui due membri degli Aws, il clan loro rivale. Si incontrarono nello stesso luogo e fu stipulato un patto in base al quale essi si impegnarono a sottomettersi al Profeta di Allah, a non associare nulla ad Allah, a non rubare, a non fornicare, a non ammazzare i loro figli, a non proferire calunnie e a non disobbedirlo in ciò che era giusto. Dal canto suo il Profeta disse loro: "Se adempite a questo impegno, allora il Paradiso sarà vostro; se commettete uno di questi peccati e ne ricevete la punizione su questa terra, questo vi servirà da espiazione. Se invece lo terrete nascosto fino al giorno della Resurrezione, allora sarà Allah a punire o perdonare, come vorrà. Nell’anno ancora successivo furono settantatré gli abitanti di Yathrib che nell’occasione del pellegrinaggio, si recarono ad incontrare l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). Fu definito tra loro un nuovo patto detto "seconda Aqabah", in base al quale dodici capi dei clan degli Aws e dei Khazraj si impegnavano a difendere il Profeta con la stessa determinazione con la quale avrebbero difeso le loro donne. La prima conseguenza pratica di questo accordo fu l’inizio dell’emigrazione dei Musulmani di Mecca verso Yathrib, quella che ormai stava diventando la Medina (città) del Profeta. finanziavano a caro prezzo il loro sforzo bellico. Fu nella valle di Mina, in un luogo chiamato Aqabah che nell’anno 620, durante il periodo del pellegrinaggio, si svolse un incontro le cui conseguenze avrebbero impresso una svolta cruciale agli avvenimenti. "Ritorneremo dai nostri -promisero- e li inviteremo ad accettare la tua religione così come noi l’abbiamo accettata. Essi sono divisi dall’inimicizia e dal male e se Allah li riunificherà intorno a te, nessun uomo potrà avere maggior potere di te. L’anno successivo cinque di loro rifecero il pellegrinaggio insieme a sette loro concittadini tra cui due membri degli Aws, il clan loro rivale. Si incontrarono nello stesso luogo e fu stipulato un patto in base al quale essi si impegnarono a sottomettersi al Profeta di Allah, a non associare nulla ad Allah, a non rubare, a non fornicare, a non ammazzare i loro figli, a non proferire calunnie e a non disobbedirlo in ciò che era giusto. Dal canto suo il Profeta disse loro: "Se adempite a questo impegno, allora il Paradiso sarà vostro; se commettete uno di questi peccati e ne ricevete la punizione su questa terra, questo vi servirà da espiazione. Se invece lo terrete nascosto fino al giorno della Resurrezione, allora sarà Allah a punire o perdonare, come vorrà. Nell’anno ancora successivo furono settantatré gli abitanti di Yathrib che nell’occasione del pellegrinaggio, si recarono ad incontrare l’Inviato di Allah (pace e benedizioni su di lui). Fu definito tra loro un nuovo patto detto "seconda Aqabah", in base al quale dodici capi dei clan degli Aws e dei Khazraj si impegnavano a difendere il Profeta con la stessa determinazione con la quale avrebbero difeso le loro donne. La prima conseguenza pratica di questo accordo fu l’inizio dell’emigrazione dei Musulmani di Mecca verso Yathrib, quella che ormai stava diventando la Medina (città) del Profeta.L’Egira A piccoli gruppi i credenti cominciarono ad emigrare verso Yathrib. Il viaggio era lungo e pericoloso, ma con l’aiuto di Allah tutto si svolgeva senza incidenti di rilievo. Partirono Hamza e Zaid, Uthman e Omar con le loro mogli e i figli; in poco tempo la maggior parte dei compagni del Profeta emigrò. Anche Abu Bakr chiese il permesso di partire, ma Muhammad (pace e benedizioni su di lui) lo invitò ad aspettare. "Chissà che Allah non ti dia un compagno, gli disse. Arguendo che era destinato ad emigrare con il Profeta, Abu Bakr rimase in fiduciosa attesa. Intanto i politeisti guardavano con sempre maggior apprensione a quanto stava accadendo. A Yathrib stava affluendo la maggior parte dei loro nemici e con il concorso dei loro nuovi alleati avrebbero potuto costituire una grave minaccia per la città. "Quella gente, pensavano i politeisti, non tiene in nessun conto i legami tribali quando essi entrano in conflitto con la loro religione. Bisogna rompere gli indugi e adottare una soluzione definitiva". Anche questa volta fu la mente malefica e feconda di Abu Jahl a concepire il piano criminale. Avrebbero ucciso Muhammad (pace e benedizioni su di lui) e lo avrebbero fatto in modo tale da evitare la vendetta tribale sull’omicida. Una banda di sicari, uno per ognuno dei clan, sarebbe penetrata nella sua casa e lo avrebbe ucciso. I Bani Hashim non avrebbero potuto far la guerra a tutta la città e in tal modo i congiurati avrebbero ottenuto l’impunità. In quelle stesse ore il Profeta (pace e benedizioni su di lui) ricevette la visita di Gabriele, che gli portò l’ordine di lasciare la città. Subito si recò da Abu Bakr e lo informò di quello che l’Angelo gli aveva detto. Quando il Profeta gli confermò che sarebbero partiti insieme, Abu Bakr pianse di gioia Sapendo che i suoi movimenti erano spiati da quelli che si stavano preparando ad ucciderlo Muhammad (pace e benedizioni su di lui) ideò uno stratagemma. Diede ad Ali il suo mantello e gli disse: "Avvolgiti in questo o mantello e dormi sul mio letto. Non ti faranno alcun male. Poi iniziò la recitazione della sura Ya-Sin e quando giunse al versetto che dice: "poi li avvilupperemo affinché non vedano niente" (Corano XXXVI,9), uscì di casa senza che nessuno lo potesse vedere. Quando i congiurati si accorsero della sua sparizione il Profeta (pace e benedizioni su di lui) era già lontano. Aveva raggiunto Abu Bakr ed erano partiti verso sud per ingannare gli inseguitori. Si rifugiarono in una grotta sulle pendici del monte Thawr, sulla strada per lo Yemen. I loro nemici avevano promesso cento cammelli a chi li avesse riportati indietro e molti armati stavano percorrendo tutte le possibili piste che si dirigevano verso l’oasi. Nel piano del Profeta la permanenza nella grotta aveva lo scopo di far calmare le acque perché poi potessero dirigersi con maggior sicurezza verso la meta. Al terzo giorno un gruppo di uomini giunse ai piedi del monte e cominciò ad inerpicarsi sulle sue pendici. Giunti davanti all’apertura della grotta rimasero a discutere tra loro, poi si convinsero che all’interno non poteva esserci nessuno e se ne andarono. Appena si furono allontanati, Muhammad e Abu Bakr si avvicinarono all’imboccatura e videro con emozione i segni del favore del loro Signore: una acacia era cresciuta coprendo con le sue foglie l’entrata della grotta, un ragno aveva tessuto una spessa ragnatela tra l’albero e la roccia e, nel punto dove un uomo avrebbe dovuto posare il piede per poter entrare nella cavità naturale, una colomba aveva fatto il suo nido e stava covando. Poco prima, quando i nemici stavano avvicinandosi, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) aveva tranquillizzato il suo compagno dicendogli: "Cosa pensi di due persone quando Allah è il terzo di loro?. Giunsero infine a Yathrib, accolti in un tripudio generale. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) declinò con gentilezza tutti gli inviti a fermarsi che la gente gli rivolgeva speranzosa di potersi concedere un onore di quel genere e Diede ad Ali il suo mantello e gli disse: "Avvolgiti in questo o mantello e dormi sul mio letto. Non ti faranno alcun male. Poi iniziò la recitazione della sura Ya-Sin e quando giunse al versetto che dice: "poi li avvilupperemo affinché non vedano niente" (Corano XXXVI,9), uscì di casa senza che nessuno lo potesse vedere. Quando i congiurati si accorsero della sua sparizione il Profeta (pace e benedizioni su di lui) era già lontano. Aveva raggiunto Abu Bakr ed erano partiti verso sud per ingannare gli inseguitori. Si rifugiarono in una grotta sulle pendici del monte Thawr, sulla strada per lo Yemen. I loro nemici avevano promesso cento cammelli a chi li avesse riportati indietro e molti armati stavano percorrendo tutte le possibili piste che si dirigevano verso l’oasi. Nel piano del Profeta la permanenza nella grotta aveva lo scopo di far calmare le acque perché poi potessero dirigersi con maggior sicurezza verso la meta. Al terzo giorno un gruppo di uomini giunse ai piedi del monte e cominciò ad inerpicarsi sulle sue pendici. Giunti davanti all’apertura della grotta rimasero a discutere tra loro, poi si convinsero che all’interno non poteva esserci nessuno e se ne andarono. Appena si furono allontanati, Muhammad e Abu Bakr si avvicinarono all’imboccatura e videro con emozione i segni del favore del loro Signore: una acacia era cresciuta coprendo con le sue foglie l’entrata della grotta, un ragno aveva tessuto una spessa ragnatela tra l’albero e la roccia e, nel punto dove un uomo avrebbe dovuto posare il piede per poter entrare nella cavità naturale, una colomba aveva fatto il suo nido e stava covando. Poco prima, quando i nemici stavano avvicinandosi, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) aveva tranquillizzato il suo compagno dicendogli: "Cosa pensi di due persone quando Allah è il terzo di loro?. Giunsero infine a Yathrib, accolti in un tripudio generale. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) declinò con gentilezza tutti gli inviti a fermarsi che la gente gli rivolgeva speranzosa di potersi concedere un onore di quel genere e Diede ad Ali il suo mantello e gli disse: "Avvolgiti in questo o mantello e dormi sul mio letto. Non ti faranno alcun male. Poi iniziò la recitazione della sura Ya-Sin e quando giunse al versetto che dice: "poi li avvilupperemo affinché non vedano niente" (Corano XXXVI,9), uscì di casa senza che nessuno lo potesse vedere. Quando i congiurati si accorsero della sua sparizione il Profeta (pace e benedizioni su di lui) era già lontano. Aveva raggiunto Abu Bakr ed erano partiti verso sud per ingannare gli inseguitori. Si rifugiarono in una grotta sulle pendici del monte Thawr, sulla strada per lo Yemen. I loro nemici avevano promesso cento cammelli a chi li avesse riportati indietro e molti armati stavano percorrendo tutte le possibili piste che si dirigevano verso l’oasi. Nel piano del Profeta la permanenza nella grotta aveva lo scopo di far calmare le acque perché poi potessero dirigersi con maggior sicurezza verso la meta. Al terzo giorno un gruppo di uomini giunse ai piedi del monte e cominciò ad inerpicarsi sulle sue pendici. Giunti davanti all’apertura della grotta rimasero a discutere tra loro, poi si convinsero che all’interno non poteva esserci nessuno e se ne andarono. Appena si furono allontanati, Muhammad e Abu Bakr si avvicinarono all’imboccatura e videro con emozione i segni del favore del loro Signore: una acacia era cresciuta coprendo con le sue foglie l’entrata della grotta, un ragno aveva tessuto una spessa ragnatela tra l’albero e la roccia e, nel punto dove un uomo avrebbe dovuto posare il piede per poter entrare nella cavità naturale, una colomba aveva fatto il suo nido e stava covando. Poco prima, quando i nemici stavano avvicinandosi, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) aveva tranquillizzato il suo compagno dicendogli: "Cosa pensi di due persone quando Allah è il terzo di loro?. Giunsero infine a Yathrib, accolti in un tripudio generale. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) declinò con gentilezza tutti gli inviti a fermarsi che la gente gli rivolgeva speranzosa di potersi concedere un onore di quel genere e Diede ad Ali il suo mantello e gli disse: "Avvolgiti in questo o mantello e dormi sul mio letto. Non ti faranno alcun male. Poi iniziò la recitazione della sura Ya-Sin e quando giunse al versetto che dice: "poi li avvilupperemo affinché non vedano niente" (Corano XXXVI,9), uscì di casa senza che nessuno lo potesse vedere. Quando i congiurati si accorsero della sua sparizione il Profeta (pace e benedizioni su di lui) era già lontano. Aveva raggiunto Abu Bakr ed erano partiti verso sud per ingannare gli inseguitori. Si rifugiarono in una grotta sulle pendici del monte Thawr, sulla strada per lo Yemen. I loro nemici avevano promesso cento cammelli a chi li avesse riportati indietro e molti armati stavano percorrendo tutte le possibili piste che si dirigevano verso l’oasi. Nel piano del Profeta la permanenza nella grotta aveva lo scopo di far calmare le acque perché poi potessero dirigersi con maggior sicurezza verso la meta. Al terzo giorno un gruppo di uomini giunse ai piedi del monte e cominciò ad inerpicarsi sulle sue pendici. Giunti davanti all’apertura della grotta rimasero a discutere tra loro, poi si convinsero che all’interno non poteva esserci nessuno e se ne andarono. Appena si furono allontanati, Muhammad e Abu Bakr si avvicinarono all’imboccatura e videro con emozione i segni del favore del loro Signore: una acacia era cresciuta coprendo con le sue foglie l’entrata della grotta, un ragno aveva tessuto una spessa ragnatela tra l’albero e la roccia e, nel punto dove un uomo avrebbe dovuto posare il piede per poter entrare nella cavità naturale, una colomba aveva fatto il suo nido e stava covando. Poco prima, quando i nemici stavano avvicinandosi, il Profeta (pace e benedizioni su di lui) aveva tranquillizzato il suo compagno dicendogli: "Cosa pensi di due persone quando Allah è il terzo di loro?. Giunsero infine a Yathrib, accolti in un tripudio generale. Il Profeta (pace e benedizioni su di lui) declinò con gentilezza tutti gli inviti a fermarsi che la gente gli rivolgeva speranzosa di potersi concedere un onore di quel genere e lasciò che la sua cammella vagasse per l’oasi senza guida apparente. Quando qualcuno cercava di fermarla afferrando le sue briglie, diceva amabilmente: "Lasciatela andare, è guidata. Si fermò infine in un cortile di proprietà di due orfani. Muhammad chiese loro se volevano vendergli quel terreno. "Te lo regaliamo, o Inviato di Allah risposero gli orfani. Il Profeta (pbsl) insistette per comprarlo e infine la transazione fu conclusa. In quel cortile sarebbe sorta la sua casa, la sua moschea e vi sarebbe stato sepolto alla sua morte
Posted on: Wed, 19 Jun 2013 11:42:07 +0000

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