STANZE DEL DESIDERIO di Tommaso Evangelista La grandezza di - TopicsExpress



          

STANZE DEL DESIDERIO di Tommaso Evangelista La grandezza di Vincent, penso, sia stata quella di aver cercato di esplorare senza sosta nuovi spazi, esteriori o interiori che siano, cercando sempre di osservare il mondo da un’altra finestra, da un’altra prospettiva, solo per il desiderio di sentirsi, in questo scarto tra reale e percepito, veramente vivo. Diceva Michaux «Scrivo per percorrermi. Dipingere, comporre, scrivere: percorrermi. In ciò sta l’avventura dell’essere vivi». La stanza di Arles viene a coincidere con la visione, è metafora dell’intendimento che si ha delle cose, e per questo appare a noi così materialmente viva e dinamica, spigolosa e cruda nelle sue linee spezzate ma capace di «far riposare il cervello, o piuttosto l’immaginazione», come scrisse lo stesso artista. Frutto di una prospettiva interna, carica di elementi simbolici e immaginari, secondo Van Gogh avrebbe dovuto esprimere un senso di tranquillità mentre ciò che comunica è irrimediabilmente inquietudine, a causa appunto di questo eccesso di desiderio. La stanza di Rea appare irrimediabilmente svelata nella sua esitazione a diventare quadro, immobile e bidimensionale ci appare come una proiezione, un ingranaggio indefinito che trova sistema con la musica. E’ in fondo un invito al viaggio, al lasciarsi percorrere dalla “scrittura” e dall’intuizione artistica, per provare a percepirvi dentro un briciolo di vita. Tommaso Evangelista
Posted on: Wed, 28 Aug 2013 15:34:32 +0000

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