Se leggiamo le mozioni congressuali non possiamo non cogliere una - TopicsExpress



          

Se leggiamo le mozioni congressuali non possiamo non cogliere una confortante somiglianza in molti punti delle mozioni stesse, ma allora come si giustifica lasprezza di questo congresso che arriva a far dire ad uno storico ed importnte protagonista della vita del PD, come DAlema: “Può esserci il rischio che una parte del PD non si senta più nelle condizioni di viverci dentro.”? Forse allora la vera differenza sta su cosa intendiamo praticamente quando tutti insieme chiediamo un “cambiamento” del partito. La differenza sta nella credibilità e nei comportamenti pratici di chi invoca unanimemente la tutela del lavoro e ladesione ai valori della sinistra. Gli eventi congressuali possono fornirci quella spiegazione che le mozioni da sole non riescono a darci. Mi riferisco, come esempio generalizzabile della condizione reale del partito ad un esito congressuale che può apparire invece territorialmente e culturalmente legato ad uno specifico territorio e quindi tuttaltro che paradigma della condizione generale del partito. Lesempio è quello dellelezione a segretario provinciale di Enna di Vladimiro Crisafulli col 98,5% dei consensi. Come si può spiegare un simile consenso e come si può spiegare che nulla si chieda a riguardo chi di questo consenso potrebbe poi beneficiare congressualmente. Un 98,5% del consenso può giustificarsi con leccezionale statura politica di chi ne ha beneficiato, ma oggettivamente non mi sembra questo il caso di Crisafulli, oppure potrebbe giustificarsi con gli eccezionali risultati in termini occupazionali ottenuti nel territorio, ma non mi sembra il territorio di Enna un territorio che possa brillare in campo nazionale per la piena o almeno le soddisfacenti opportunità occupazionali, resta allora solo una terza spiegazione tuttaltro che lusinghiera: lattività politica di Crisafulli, praticando intese talvolta più larghe del lecito ed un uso spregiudicato del voto di scambio, ha garantito innegabili vantaggi ai suoi clienti a spese … pubbliche. Ma se il partito, la commissione di garanzia, tutti i candidati alla segreteria escluso Civati non hanno nulla da dire a riguardo, prendersela con chi ha pagato la tessera ad Asti ai 250 albanesi e con i tanti altri che in giro per lItalia hanno raddoppiato il nostro tesseramento, pagando pacchetti di tessere ai loro amici suona particolarmente ipocrita. La verità inequivocabile che emerge da queste vicende congressuali è che ha ragione Walter Tocci quando ci spiega che anche il nostro partito è diventato un partito in franchising, cioè un partito in cui il segretario è il titolare del brand, colui cui è demandata la conquista del voto dopinione grazie allimmagine propagandata del partito attraverso di lui, con totale delega su linea ed alleanze nazionali, ma sul territorio la proprietà e la gestione delle botteghe, che possono esibire il marchio PD, appartiene agli associati al franchising, cioè ai notabili locali che pretendono mano libera e non tollerano interferenze. Senza indulgere in moralismi è uno dei modi dessere possibili per il partito, ma elettoralmente parlando favorisce il potere personale dei notabili a spese del voto dopinione, cioè non può che farci perdere le elezioni, essendo sul voto clientelare assai più credibile la destra di una sinistra che su questo perde faccia e credibilità: non può essere partito del cambiamento un partito che ha clienti da sistemare ed uno stato da occupare per sistemarli meglio. E una condizione che ritorce in ogni caso contro il partito anche le larghe intese, che sono o saranno facilmente e malevolmente propagandate da Grillo, come unoccupazione di caselle di potere e di privilegio piuttosto che unoccasione di riforma e di riscatto per il paese specialmente durante una crisi che lascia molto poco da distribuire e perequare. La conclusione ovvia è che questo partito per vincere ed aiutare concretamente il suo elettorato deve imparare a fare a meno dei suoi notabili ed è su questa volontà che devono misurarsi concretamente gli aspirati alla segreteria del partito. Civati è lunico candidato che ha aderito e pratica entusiasticamente il modello di partito partecipato proposto da Barca ed è ancora a Civati che fa riferimento Tocci per bonificare il partito dato in franchising ai notabili, come Crisafulli. E dunque Civati il mio candidato ideale alla segreteria, ma è comunque di Civati e dei civatiani che avrà bisogno chiunque altro vinca il congresso se vorrà veramente liberare il partito dai notabili per vincere le elezioni e cambiare il nostro paese.
Posted on: Fri, 15 Nov 2013 15:02:52 +0000

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