«Sul languido cielo sincidono, Sardegna, i tuoi monti di ferro. - TopicsExpress



          

«Sul languido cielo sincidono, Sardegna, i tuoi monti di ferro. Cielo velato come da un polline malsano, che a guardarlo ci si strugge. Malinconica Circe, è con questo richiamo che trattieni il partente, presso il Limbara nostalgico. Ed è così che il sardo mai tradirà la sua terra fedele. Quando il cisto più odora e per le vie marine, messaggio della vita misteriosa che in te si cela, savvicina fidente la pernice, io percorsi, o Sardegna, le tue strade saline di Gallura, la terra dOrosei, bianca, africana, la Barbagia granitica e selvosa, lOgliastra rossa, ed oltre il Campidano, le cui donne hanno seni di pietra, mi spinsi a Teulada ove il daino saltellava sui gradini della casa ospitale. Sostai fra gli ombrosi aranceti di Milis. Risalii laltipiano ventoso, verso Mandas, in compagnia dun canto di soldato, unica medicina a tanta malinconia. E sul corso di un fiume assiduo e lieto mi ritrovai tra la tua fiera gente barbaricina, che giù dal Gennargentu, dove tra il bianco granito fronteggiano la quercia e lelce nera, calava un tempo alla pianura fertile e fangosa. Così dal monte al piano mavventurai, per folti paradisi di selvaggina e terre così sole che a percorrerle qualunque cavalcante è paladino. Ti conobbi dovunque, isola ardente e varia, coi tuoi costumi, i tuoi canti ieratici. E già lestate lungo gli arsi greti sbiancava loleandro, persistendo sui monti un colore indicibile di primavera isolana. E sul tuo suolo vergine affioravano qua e là, sollecite, le prime, rudi reliquie delluomo che ti fan grave e cupa in tanta luce. Favoloso viaggio chio feci in un attimo, allontanandomi nella sera, mentre ormai più non eri che un cielo sognante allorlo di una montagna. Terra di vini forti, patria di antichi pastori e di donne calde, fior del Mediterraneo, fiorito al tempo che tutto era chiuso nel nostro mare, tu porti in te il profumo dun secolo cortese e venturoso. Lo senti nella grazia del tuo linguaggio, nei venti che respiri. E vidi Pisa, là dove a un tratto sullalpestre cima due vecchie mura castellane, orrende, rammentano il conte Ugolino. Ma dimmi tu qual nome, se non Roma, fa lampeggiare locchio del tuo pastore».
Posted on: Thu, 28 Nov 2013 07:12:06 +0000

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