Un sabato italiano. Non so che cosa ci trovasse, di diverso - TopicsExpress



          

Un sabato italiano. Non so che cosa ci trovasse, di diverso rispetto a quello inglese o francese o tedesco, Sergio Caputo nel sabato italiano: ma qualche cosa, evidentemente, ce lo trovava, se ci ha scritto sopra una canzone. Oggi è sabato e, in Italia, è un sabato italiano (ed è anche il mio onomastico: una strana ricorrenza, l’onomastico; i miei genitori l’hanno sempre festeggiata e a me andava più che bene – soprattutto quando si trattava del mio, di onomastico – quindi, anche se non ne capivo – né l’ho compreso dopo – il senso, mi guardavo bene dal far domande). Erano già un paio di giorni che avevo voglia di andare al mare: non so se capiti anche a voi, ma a me, ogni tanto, me ne viene la voglia. Non la voglia di distrarmi o di andarmi a divertire o di cambiare aria; no: la voglia di andare al mare; non mi interessano le cime innevate, Parigi, una fresca abetaia appenninica; né mi basta un fiume e neppure un lago: io voglio – e, in certi momenti, penso che “devo” – andare al mare. In questo momento, però, sono in studio – tanto per cambiare – perché il lavoro che ho da fare ha abbondantemente travalicato i confini della cosiddetta “settimana lavorativa” ed io non posso lasciarlo lì ad ammuffire. C’è chi dice che il lavoro nobiliti, chi dice che, per poterlo svolgere, esso vada amato: non so se siano vere, né l’una né l’altra cosa; sono però convinto che il lavoro vada rispettato (non nel senso che si debba portare rispetto a chi lavora o al frutto del lavoro stesso – son cose pacifiche, queste, addirittura ovvie: intendo dire che il lavoro va adempiuto, perché è importante e perché è pieno di gente che vorrebbe averne). Comunque, alla fine della mattinata, valuterò definitivamente se andarci o no, al mare. Le previsioni meteorologiche non sono gran che, qui al nord (ed io devo pur scegliere un mare del nord, mica posso andare a Taormina): non dovrebbe piovere, ma neppure far caldo abbastanza. Ora lasciate che mi occupi di medici che hanno storpiato un paziente, di imprenditori che hanno storpiato un operaio, di automobilisti che hanno storpiato un pedone e via discorrendo. Poi, forse, potrò andarmene un po’ al mare.
Posted on: Sat, 29 Jun 2013 06:06:00 +0000

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